In Germania disoccupati record di Emanuele Novazio

I senza lavoro sono saliti a 4,3 milioni, il livello più alto del dopoguerra I senza lavoro sono saliti a 4,3 milioni, il livello più alto del dopoguerra In Germania disoccupati record E Kohlprepara nuovi tagli BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Disoccupazione ancora in salita e comunque al di sopra delle cifre ufficiali di gennaio, avvertono i sindacati: e dopo le speranze accese dalla trattativa avviata da governo, imprenditori e sindacati, un nuovo allarme-lavoro si diffonde in Germania. In febbraio, secondo il vicepresidente del «Dgb», Ursula Engelen-Kefer, i senza lavoro sono stati almeno 4 milioni e 300 mila, battendo per la seconda volta in due mesi il record del secondo dopoguerra. Mentre il ministro delle Finanze Theo Waigel si prepara, secondo anticipazioni di stampa, a una stangata da 10 miliardi di marchi - tagli imposti da un imprevisto buco di bilancio che dovrebbero essere annunciati, tuttavia, soltanto dopo le cruciali elezioni regionali del 24 marzo -, la situazione sociale si aggrava, dunque: secondo il sindacato Dag, è a rischio la stessa pace sociale di un Paese che, con qualche esagerazione, incomincia ad evocare perfino lo spettro di Weimar. «Soltanto la creazione di nuovo lavoro, un compito nel quale deve impegnarsi anche lo Stato, può arrestare que¬ sto sviluppo fatale», sostiene il capo del Dag, Roland Issen, mentre il leader dell'Ig Metall, Klaus Zwickel, vorrebbe fissare nei contratti di lavoro l'obbligo per gli imprenditori di creare nuovi posti. Secondo Zwickel, infatti, governo e imprenditori non si impegnano abbastanza nella lotta alla disoccupazione. Ribatte Klaus Murmann, capo degli industriali: nuovi posti di lavoro potranno essere creati soltanto se le richieste di aumenti salariali saranno conformi alla crescita prevista per quest'anno, l'I,5% dunque: le prime rivendicazioni, al contrario, arrivano al 5-6%. Ma che la battaglia contro la disoccupazione sia più dura di quanto molti slogan vorrebbero far credere, lo confermano poche cifre: dietro gli oltre 4 milioni di senza lavoro c'è, per ammissione generale, soprattutto «una crescita economica che ristagna»: l'I,5% previsto per il '96 «significa al massimo 200 mila nuovi posti in un anno», avverte il presidente dell'Ente federale del lavoro, Jagoda. E' dunque facile capire quanto tempo occorrerebbe alla Germania per abbattere questi livelli record, se ci si affidasse soltanto alla crescita dell'economia: l'aumento delle produzione avverrà, infatti, soprattutto grazie alla razionalizzazione dei sistemi produttivi e al ricorso agli straordinari, e non garantirà - da sola - più lavoro. La crisi occupazione stende, del resto, un'ombra anche sull'Europa: per il secondo anno consecutivo, nel '96 il deficit di bilancio supererà la soglia del 3% del prodotto interno lordo fissata dai trattati di Maastricht. Ma un tasso di disoccupazione pari ormai all'I 1% richiedo uno sforzo enorme del sistema di sicurezza sociale, e garantisce minori introiti fiscali: una miscela esplosiva, che aumenta i dubbi sulla possibilità tedesca di aderire alla terza fase dell'Unione monetaria, nel geannio del 1999. Emanuele Novazio Il cancelliere tedesco Helmut Kohl

Persone citate: Helmut Kohl, Jagoda, Klaus Zwickel, Roland Issen, Theo Waigel, Ursula Engelen-kefer

Luoghi citati: Europa, Germania, Weimar