«Con Hamas bisogna parlare»

«Con Hamas bisogna parlare» LO SCRITTORE PACIFISTA «Con Hamas bisogna parlare» Grossman: non cediamo alla rabbia GERUSALEMME NOSTRO SERVIZIO Nell'accendere l'apparecchio radio di prima mattina lo scrittore David Grossman, noto per l'impegno a favore del dialogo con i palestinesi, è stato ieri sul punto di crollare. «Mi sembrava di vivere in un incubo - dice -. Volevo credere con tutte le mie forze che fosse solo una registrazione delle trasmissioni della settimana scorsa...». Le sembra giusto, in un momento così tragico, lasciarsi prendere dallo sconforto ? «Bisogna farsi forza, prendere un respiro lungo. Non si completano processi storici in un colpo solo. Da cento anni siamo afflitti dal terrorismo, forse ne seguiranno altri cinquanta. Perché si tratta di scavare un solco profondo, attorno al terrorismo...». Ma come si combatte Hamas? «Ci sono tanti mezzi. Oggi si parla ad esempio di espellere le famiglie dei kamikaze islamici: che sarebbe un provve¬ dimento terribile, anche se forse servirebbe a ridurre le dimensioni del massacro». E' praticabile la via del dialogo con gli estremisti di Hamas? «Io non lo escluderei. Del resto lo dissi già nell'ottobre 1994, all'epoca del rapimento del soldato Nachshon Wachsman, che forse bisognava parlare con Hamas. Sarebbe una resa al terrorismo? Forse è vero, ma in fondo ci siamo arresi anche al terrorismo praticato dall'Olp. E poi lo scopo è di indurre i nostri nemici a rinunciare all'uso del terrorismo. Allora forse sono proprio loro che si arrendono quando si decidono a parlare con noi». Come vede l'ipotesi di un governo di unità nazio- A sinistra, simpatizzanti dei gruppi armati islamici nelle vie di Gaza. A destra, un rabbino cerca brandelli di cadavere sul cornicione di un palazzo di fronte all'incrocio dell'attentato Nella foto grande, i soccorritori tra i rottami dell'autobus

Persone citate: David Grossman, Grossman, Nachshon Wachsman

Luoghi citati: Gaza, Gerusalemme