Foto ricordo per i turisti dell'horror di Ferdinando Camon

Merano, macabro pellegrinaggio e caccia al souvenir nel maso del serial killer Merano, macabro pellegrinaggio e caccia al souvenir nel maso del serial killer Foto ricordo per i turisti dell'horror HAN cominciato presto: già da ieri, prima domenica dopo il massacro finale, una fiumana di famigliole è salita in processione verso la casa del mostro di Merano, il fienile dell'incendio, il fiume, il campo sportivo, ripresi dalle tv del mondo. Ieri han cominciato, e non smetteranno più. C'è un osservatorio, proprio sotto il cartello di Tiralo, da cui si domina con uno sguardo tutta l'area della strage: diventerà un «belvedere», lì nascerà un posto-ristoro. Ci fosse stato già durante la strage in atto, faceva affari immensi. La parola che i giornali usano spesso per indicare la reazione ai massacri, troppo spesso, e che dunque non significa più nulla, è «orrore». Quando crea un turismo di massa, l'orrore diventa «horror». E' il modo in cui viene corretto, redento, superato. Ma se viene superato in poche ore, vuol dire che c'era bisogno di quell'orrore: dopo l'orrore la vita è più gioiosa, è allegra, scorre meglio. «Per fortuna» che ci sono i mostri. I mostri «fanno bene» alla società e alla storia. Del resto, se la società e la storia li creano, una ragione ci sarà. Maso riceve ogni settimana proposte di matrimonio (non di adozione, certo, ma di matrimonio). Il mio vicino di casa, il mostro di Terrazzo, riceve più lettere di me, e più affettuose. Il Leopardi non lo sapeva, ma quando parlava della quiete dopo la tempesta (la tempesta scarica la natura e gli animi, con la tempesta si redime la paura, e subentra la serenità) creava un concetto profetico: non ci sono più tempeste sulla natura, adesso ci sono tempeste sull'umanità, i mostri, alla paura dei mostri (mentre sono in azione, armati di coltelli o pisto¬ le) subentra la quiete dopo che sono stati uccisi: un mondo dove si scatenano e si uccidono i mostri è più bello di un mondo che sia sempre senza mostri: il mostro sta al nostro spirito come un bubbone al pus: è la via di drenaggio, di purificazione. Rilancia la vita. Io so cosa provano a sera questi turisti che tornano a casa per l'ora di cena e guardano il tg: finora lo guardavano con senso d'inferiorità, da oggi lo guardano da pari a pari. Perché anche loro, col mostro in casa (e magari con un pezzetto di mostro deposto di Guido Ceronetti Una volta raggiunta la freschezza interiore il mondo è fresco, ma per coloro che sono bruciati da interiore arsura il mondo è pieno di foreste in fiamme. Vidyaranya, La Liberazione in Vita Adelphi, a cura di Roberto Donatoni sul tavolo: una paglia del fienile, una foto scattata dal papà), partecipano della grande storia. Il mostro è un personaggio perfetto per questo risultato: è il nemico totale, impegna esercito polizia carabinieri preti società, ucciderlo non è peccato e non è reato, se brucia godiamo conciliando Es e Super Io. I bambini che raccolgono reliquie del mostro bruciato, crescono meglio. Il mostro «fa bene». Appena è ucciso, nasce la delusione che sia così poco mostro, e si cerca di mostruosizzarlo: a Terrazzo, se potessero, seppellirebbero cadaveri di donne di nascosto, dietro la sua casa, per aumentarne la gloria. Questo significa che, morto il mostro, nasce la sua leggenda: nella leggenda il mostro diventa dieci volte più mostruoso, perde ogni debolezza (pazzia, bisogno di un'amicizia, di una donna) e vivrà nei secoli dei secoli. Ferdinando Camon SERVIZI A PAG. 11

Persone citate: Guido Ceronetti, Roberto Donatoni

Luoghi citati: Merano, Terrazzo