Cipro '74, Denktas confessa i pogrom

Cipro '74, confessa i Ma poi il leader turco ritratta a metà Cipro '74, confessa i Denktas pogrom ATENE. «Smettete di cercare i vostri dispersi, sono tutti morti» ha esclamato il leader turco-cipriota Rauf Denktas in un'intervista concessa alla emittente tv greca «Sigma» di Nicosia. II gelido epitaffio, dopo 22 anni di angoscia, ha alzato il velo sulla sorte di 1619 persone scomparse nel nulla durante l'avanzata delle truppe turche che, fra il luglio e l'agosto del 1974, si impadronirono del 37% di Cipro. Peraltro, ieri sera Denktas si è in parte rimangiato la dichiarazione, accusando la stazione tv di averla travisata e di essersi riferito non a tutti gli scomparsi ma solo ad alcuni. Oltre alle solite vittime e devastazioni, l'invasione ordinata da Ankara produsse allora anche una «pulizia etnica» ante litteram: la fuga in massa di 190 mila abitanti greci delle regioni settentrionali dell'isola ai quali non fu concesso il ritorno nemmeno dopo la successiva tregua. Ma uno dei risvolti tragici del disastro fu la mancanza all'appello di 1619 nomi dal computo finale dei morti, dei feriti e dei prigionieri scambiati. Alle reiterate istanze del governo cipriota la parte turca aveva sinora opposto un ostinato silenzio. Nemmeno l'intervento della Croce Rossa Internazionale era riuscito ad appurare il destino degli scomparsi, destino che riuscirebbe finalmente ad avere una spiegazione attraverso le dichiarazioni del Presidente dello staterello musulmano di Cipro del Nord. «I prigionieri catturati dall'esercito turco venivano affidati alla custodia dei combattenti turco-ciprioti - ha raccontato Denktas -. Furono massacrati per rappresaglia dai miei connazionali i quali avevano avuto vittime in famiglia. Quando i responsabili dell'esercito regolare si accorsero di quel che avveniva, i rimanenti vennero trasferiti in Turchia». La cinica ammissione ha sollevato un'ondata di sdegno tanto in Grecia quanto a Cipro. Alcuni uomini politici, come il deputato europeo Yannis Kranidiotis, ex sottosegretario greco agli Esteri, e Yannakis Kassulidis, portavoce del governo di Nicosia, hanno dichiarato che il fatto dovrebbe essere deferito alla corte dell'Aia sui crimini di guerra. «Non vedo come si possa deferire Karadzic e chiudere invece gli occhi dinanzi alla fredda esecuzione di prigio.nieri da parte delle bande di cui era responsabile Denktas» ha aggiunto l'eurodeputato greco. Minas Minassian

Persone citate: Karadzic, Minas, Minassian, Rauf, Yannakis Kassulidis, Yannis Kranidiotis

Luoghi citati: Ankara, Atene, Cipro, Grecia, Nicosia, Turchia