Infuria l'uragano Fidel

La tempesta ferma navi e aerei che volevano celebrare in mare il funerale dei piloti abbattuti La tempesta ferma navi e aerei che volevano celebrare in mare il funerale dei piloti abbattuti Infuria l'uragano Fidel La flotta anti-Castro torna indietro NEW YORK NOSTRO SERVÌZIO E' cominciata male ed è finita peggio la manifestazione che gli anticastristi avevano organizzato ieri per ricordare i quattro piloti abbattuti sabato, a bordo dei loro due Cessna, dai missili di un Mig cubano. Il progetto era elio una flottiglia di imbarcazioni c uno stormo di aerei raggiungessero il punto in cui i piloti sono caduti, che si celebrasse una funzione religiosa e che poi si gettassero in mare delle corone di fiori. Non era previsto di penetrare nelle acquo territoriali cubane («Abbiamo dato la nostra parola al presidente Clinton», aveva detto l'organizzatore della manifestazione, Ramon Raul Sanchez), ma l'idea era che ci si avvicinasse il piti possibile, a una ventina di miglia. Invece, a causa del maltempo, è accaduto che una buona parte delle 35 barche partite ieri mattina all'alba da Key West, l'isola che costituisce l'estremo lembo di Stati Uniti a Sud, è dovuta tornare indietro poco dopo avere salpato e che i 23 aerei che dovevano «accompagnare» quelle barche volteggiando su di esse non hanno neanche potuto decollare. Per qualche ora la situazione venutasi a creare ricordava quelle manifestazioni in cui le «forze dell'ordine» (nella fattispecie undici vedette della Guardia costiera americana, più duo C-130 e una mezza dozzina di elicotteri, per un totale di circa 600 uomini) sono più numerose dei manifestanti. Poi, quando nei Caraibi erano quasi le 2.30, le poche imbarcazioni che avevano comunque resistito, e i loro occupanti tormentati dal mal di mare, hanno dovuto fermarsi più o meno a metà strada fra la Florida e Cuba. Una cerimonia molto più sbrigativa del previsto e poi tutti hanno fatto dietro-front c si sono diretti di nuovo verso Key West. Il maltempo, insomma, si è alleato con l'idei Castro, c non è la prima volta Nel settembre scorso fu la sua stessa liglia Alina, riparata negli Stati Uniti un paio d'anni fa, a organizzare qualcosa di simile: un gruppo di barche da lei guidato doveva arrivare; al limite delle acque tcritoriali cubane e lanciare in mare centinaia di bottiglie con dentro la Dichiarazione delle Nazioni Unito sui diritti dell'uomo, sperando la corrente le portassero sullo spiagge cubane Anche in quel caso si dovettero fermare molto prima a causa del maltempo e uno degli occupanti, sballottato dalle onde, morì di attacco cardiaco. Por prevenire ogni incidente nella giornata di ieri, americani e cubani avevano agito di concerto. Venerdì scorso si orano consultati, ha dotto Ricardo Alarcon, il presidente dell'assemblea legislativa cubana, o avevano deciso di tenersi in contatto. La posizione cubana era slata che nessun intervento sarebbe stato compiuto nei confronti della flottiglia degli anticastristi «finché fosse rimasta fuori dalle nostre acque .-rritoriali». Dall'Avana era uscit.) un cacciatorpediniere, il «CS-321», con l'ordine di piazzarsi a nove miglia dalla costa. Era armato di cannoni ed era pronto a usarli nel caso in cui qualcuno avesse sconfinato. Ma questa volta ciò sarebbe accaduto sotto gli occhi di un gruppo di giornalisti americani, invitati a bordo. Se succedo qualcosa, aveva dotto loro il comandante del CS-321 Ruben Ibalmea, «sarete voi a raccontare la verità». Ma non ò servito, si diceva, perché il maltempo ha impedito che la «parola» data a Bill Clinton dagli anticastristi di non sconfinare venisse mossa alla prò- va. Ieri sera, a Miami, era prevista un'appendice della cerimonia quasi mancata in mare: un raduno all'«Orango Bowl Stadi urna cui avrebbe partecipato, in rappresentanza della Casa Bianca, Madeleino Albright, l'ambasciatrice americana all'Orni. Sull'incidente di sabato scorso è pubblicamente intervenuto Fidel Castro con una dichiarazione alla rivista «Timo». Si è assunto l'intera responsabilità dell'accaduto (c'era stato il sospetto che qualche comandante militare avesse deciso l'abbattimento dei due Cessna all'insaputa del «lider maximo») e ha dotto che il suo governo aveva ripetutamente avvertito gli Stati Uniti che la sua «pazienza» nei confronti dei voli su Cuba si stava ormai esaurendo. [f, p.] \^ Ì OCEANO ATLANTICO BAHAMAS GIAMAICA A destra un'immagine dell'agosto '94 una fregata Usa e le zattere dei «balseros» Sotto il pilota Juan Pablo Roque che aveva disertato nel '92 e ora è rientrato all'Avana dalla moglie e dai figli

Persone citate: Albright, Bill Clinton, Castro, Clinton, Fidel Castro, Juan Pablo Roque, Ramon Raul Sanchez, Ricardo Alarcon, Ruben Ibalmea