«Poveri conduttori tv» di Maria Grazia BruzzoneJader Jacobelli

« « Poveri conduttori tv » Jacobelli: sono troppi 17partiti IL GARANTE DELLA RAI AROMA NSIE da par condicio. (Adeguarsi o chiudere» ha intimato la Vigilanza parlamentare alla Rai. Ma costringere entro binari rigidi le primedonne della tv pubblica non è così semplice. L'incontro dei Santoro, Minoli, Vespa, Annunziata, Funari, con Jader Jacobelli - capo dell'«unità di garanzia» in cui è entrato venerdì anche l'ex direttore dell'Ansa Sergio Lepri - si è conclusa con un nulla di fatto. Tutto è rinviato a domani. E Jacobelli ha le mani nei capelli. Era più semplice al tempo delle Tribune? «Molto più semplice. Con le Tribune era come se venisse una donna cicciona a farsi fare un abito, e io glielo potevo fare su misura. Invece qui con tanti personaggi da piazzare e le trasmissioni già preconfezionate, se abbiamo delle misure medie e arriva il ciccione, non c'entra». Par condicio e prèt-à-porter non vanno d'accordo? «Il fatto è che i format hanno una loro configurazione. In un programma dove è previsto di intervistare una o due persone, metterne sei cambia tutto. L'intervista non può più avere le caratterische per cui piaceva prima. Lo studio legale che ha fatto il decreto non si è posto certo questi problemi». Ma la Vigilanza per facilitarvi le cose non aveva ridotto gli «aventi diritto» da 34 a 15? «No, sono 17, abbiamo fatto i conti. Quindici sono i sacrosanti, più Pannella e Segni. Ma nemmeno una squadra di calcio lavora con 17 giocatori. Anche perché sono 17 di proporzioni molto diverse l'uno dall'altro. E poi, metà del tempo anch'ebbe diviso pariteticamente, l'altra metà secondo la forza di ciascuno, un bel rebus». E c'è il problema dei piccoli, che fanno poca audience. «Anche quello. Andranno ripartiti fra le trasmissioni». Potreste ammucchiarli. «Beh, certo, 17 aventi diritto sono ima foiba». Diciassette per Santoro, per Minoli, per l'Annunziata, è così? «Santoro è l'unico per ora ad aver detto che non parlerà di politica». Gli altri sì, però. (Avevo suggerito di gemellare, ma i gemellaggi non riescono». Gemellare che? «Gemellare per esempio due rubriche, che da sole non potrebbero garantire il ciclo di 17; unendosi, una ne garantisce 8, l'altra 9, e insieme fanno 17. Poteva essere una soluzione, ma non funziona». Non funziona perché ciascuno è geloso del suo orto «Certo...sa com'è, la televisione è la televisione» Vespa non ha già proposto accordi del genere? «Ero stato io a suggerirgli questa ipotesi. La trovo un'idea meravigliosa, aveva detto. Poi però doveva gemellarsi con Minoli». E allora? «Sembra che non siano proprio nati uno per l'altro... (ride)» Che è successo, ciascuno si voleva tenere tutte le star? «Chi ha meno ore certo non può riempirle solo dei leader minori. Ma son problemi naturali». Dunque qua! è la chiave? «Pare sia preferible accrescere di ima o due trasmissioni le rubriche più scarse per far passare tutti i 17». Una valanga di serate politiche, e un'indigestione di leader, piccoli e grossi. (Almeno è una strada praticabile». Tra i politici c'è chi chiede di tornare alle Tribune. «Io li capisco anche. In periodo elettorale, hanno l'esigenza di essere trattati «col bilancino» perché si giocano la partita, mentre noi giornalisti ci Limitiamo a raccontarla». Però? «Però dovrebbero coniugare questa necessità politica con l'esigenza comunicativa. Mentre questo è un matrimonio che non riesce ancora bene». Solo Tribune allora. «Sono stato per anni direttore delle Tribune e uno spirito di patriottismo di istituto dovrei averlo. Ma, francamente, sarebbe molto noioso». Maria Grazia Bruzzone Jader Jacobelli, storico moderatore delle tribune elettorali, presiede l'unità di garanzia per la par condicio