«lo, il Terzo Pollo» di Massimo Gramellini

«lo, il Terzo Pollo» «lo, il Terzo Pollo» Cecchi Gori e l'ombra di Silvio IL «Tappeto volante» di Rispoli non villa. So ne sta sdraiato sotto i piedi del sultano fiorentino, che vi passeggia sopra anche un po' imbarazzai ri. Prima differenza con l'Originale. Silvio B. e un venditore- si accende una telecamera e lui estrae frasi semplici e il famoso sorrisone. Vcg è un timido: desidera la ribalta, ma appena ci sale sopra si vergogna. E vergognandosi, abbassa gli occhi. E abbassando gli occhi, si guarda le mani e comincia a sfregarsele. Allora rialza lo sguardo, come a chiedere aiuto, e intanto ha perso il controllo delle parole', il discorso si allunga e si aggroviglia, e arrivano inesorabili gli «eoehni» e i «fra virgolette», l'espressione che ha sostituito «un animino» come tormentone nazionale. E' l'unico tycoon al mondo che non riesce a pronunciare il nome di una sua tv, ma quel «Videomusic» detto con la «u» - un po' grave per uno che tiene casa ed affari a Los Angeles - ha almeno il pregio di essere ripetuto con fierezza e assoluta impermeabilità al dubbio. Seconda differenza. Vcg non ha la mentalità da capufficio di Berlusconi. Il servilismo forse gli piace, ina di sicuro lo spaventa. Rispoli, poi, esagera fin dall'approccio: «Da lei, senatore, ci aspettiamo un discorso sullo Stato dell'Unione, come quello del Presidente americano», Ma va la. E ancora: «Le faremo vedere i gol di Batisluta, le spiace?». «Gradisce una fantasia di canzoni Anni Sessanta?». «Vuole un'oliva?». Si; lo fa apposta per prendere in giro il padrone, ci riesco benissimo. Ma il pruno a credere che sia tutto purtroppo vero è Vcg. che ad ogni intervallo pubblicitario prega il soffice conduttore e le sue damigelle di dargli del «tu». «Mi spiace, senato', nun ce ri.-si o», si scusa la ruspante Rita. «Almeno fatemi domande più negative», implora il sultano. «A quelle positive mi e più difficile replicare... Per tutta risposta Rispoli gli legge il contenuto di una serie di «telefonate sorridenti», le chiama cosi. Una e di uno juventino che dice di tifare Fiorentina: tanto per dare l'idea. Non pago, lo aiuta a sistemare meglio il foglietto degli appunti, parcheggiato sul tavolo sotto la ciotola delle noccioline e adocchiatale da Vcg con uno sguardo, in ogni momento. Cecchi Gori si attiene infatti a un copione, ma ogni tanto affiorano le prime chicche spontanei; del Vcg-pensiero, che forse un giorno, se la sua avventura multimediale avrà fortuna, potranno riempire libri interi come quelle di Mao e di Berlusconi. «Ogni regione e bella nella sua diversità e nella sua intierezza». «Fui concepito sulle gradinate di un Livorno-Fiorentina». «Cosa sarebbe l'Italia senza Capri?». «Quel giorno a Livorno la Fiorentina dove pure aver perso, porche guardate con che caratterino son venuto fuori». «Non mi considero un imbroglioncello né un protetto dalla politica, ma un imprenditore puro». «Eccomi, sono il 'l'orzo Pollo». «Mi ritengo un cattolico, non un santo, uno che credo in qualche valore che va al di là di questa vita qua». La cosa in assoluto che lo accomuna di più a Berlusconi è che entrambi parlano spesso della stessa persona: Berlusconi, appunto. Uno per troppo amore, l'altro per troppo odio, sta di fatto che entrambi ce l'hanno sempre in testa. E quando Vcg, nega con rabbia di aver comprato il campionato per fare Tele-Dini, sembra soprattutto offeso dal fatto che a nessuno venga in niente che il leader del nuovo polo calcisticolelevisivo possa non essere Dini, ma lui. Lui che accetta un unico termine di paragone, perciò «quando Berlusconi smetterà di fare politica, allora non la l'arò più neanch'io». Ah, se babbo Mario potesse vedere. Forse ha visto tutto, dovunque si trovi. Poi ha spento la tv e ha messo su la videocassetta del «Sorpasso»: perché quello l'ha fatto lui, diamine, e davanti ai capolavori non ci sarà inai Berlusconi che tenga Massimo Gramellini di Silvio Luciano Rispoli e Emilio Fede

Luoghi citati: Capri, Italia, Livorno, Los Angeles