«In pista con Lamberto»

Craxi «In pista con Lamberto» Lady Donatella: ma io non corro LA MOGLIE DEL PREMIER BANGKOK DAL NOSTRO INVIATO Ah, Lamberto, che faresti senza la tua «cipollina»? Brava, bella, premurosa, volitiva. E la sequela dei lusinghieri aggettivi potrebbe continuare, ma forse non basterebbe ancora a magnificare virtù e pregi di Donatella Lini, cui il premier si rivolge affettuosamente con il suddetto nomignolo. Perché ieri, anche quaggiù nel rovente catino thailandese di Bangkok, «cipollina» ha fatto una bella sorpresa al suo «cocherino» Lamberto: «Per il suo compleanno - racconta la stessa Donatella - gli ho fatto portare in camera per il breakfast una bella torta a forma di cuore, con una candelina e tanti fiori thailandesi...». E allora, ancora auguri Lamberto per questi 65 anni bissati in serata persino dai governanti di mezzo mondo, riuniti qui a Bangkok per il primo vertice euro-asiatico. «Alla fine della cena ufficiale - racconta lo stesso Dini - il primo ministro thailandese mi ha regalato una splendida ciotolina di porcellana antica e subito dopo tutti i Capi di Stato presenti hanno intonato un bell'happy birthday. Non me l'aspettavo, mi hanno fatto arrossire...». Bel pensiero, certo. Che ripaga di qualche amarezza politica e di qualche guaio di giornata (come la Mercedes che in serata è andata in panne e l'ha mollato in mezzo all'infernale traffico di Bangkok). L'incontro con la signora Dini sancisce l'avvento di una nuova «fenomenologia» della First Lady. Nella Prima Repubblica si segnalava una bizzarra alternanza tra i presenzialismi a sfondo benefico e umanitario di Maria Pia Fanfani, la «clausura» mediatica di Livia Andreotti, il discreto «understatement» di Anna Craxi, specie verso i favoleggiati amorazzi libertini del focoso Bettino. Poi, con la Seconda Repubblica, resta scarsa traccia delle signore Amato e Ciampi, mentre la signora Berlusconi è stata un'immagine di moglie e madre quasi leonardesca: una mezza Gioconda, dalla bellezza purissima, ma inaccessibile e quasi misteriosa. Ora, con Donatella Dini, si è prodotto il cosiddetto «ribaltone rosa». La nuova «First Lady» è sì moglie e mamma, ma è anche donna d'impegno e comunque, come accade o finge di accadere tra Hillary e Bill Clinton, sta sempre a fianco del premier, di cui è prima di tutto la complice. E' lei stessa a confessarlo, prima di entrare nel ristorante dell'Hotel Dusit Thani: «Gli attacchi del Polo non ci toccano: Lamberto ha dimostrato di essere un moderato e di lavorare nell'interesse del Paese. Proprio questa grande capacità di lavoro è il suo vero credo, che lo animerà anche in questa sua nuova avventura...». Dunque, al diavolo le sparate di Fini e Berlusconi, al diavolo i capricci di alleati sempre in ansioso deficit d'immagine alla Mario Segni: Lamberto ha un'alleata più forte, sua moglie. «Nel mio nuovo la- voro - ripete sempre - non saprei andare avanti se non avessi al mio fianco una moglie che alla sera tardi mi accoglie con allegria». Ma è vero che la «First Lady» sta per lanciarsi direttamente nell'agone politico, candidandosi per il prossimo 21 aprile? «Per l'amor di Dio - si schermisce Donatella -, non è vero niente, assolutamente...». E allora che contributo personale darà la «First Lady», oltre a quello economico (lei può, visto che in Costa Rica dispone di un patrimonio personale stimato in 300 milioni di dollari...)? «Senta - risponde ancora lei - tutti dobbiamo collaborare per il nostro Paese. Farò la mia parte, insomma, come dovrebbero farla tutti gli italiani...». Un impegno generico, in verità, e forse pure scontato. Ma dopo i silenzi democristiani e i lustrini craxiani, le nuances bertinottiane e le grida berluseoniane, da una «First Lady» centrista e moderata cos'altro si vuole pretendere? A Lamberto, di sicuro, la sua «cipollina» va benissimo così. Non dice forse il vecchio saggio che per fare una bella politica occorre anche una bella moglie? [m. già.] Donatella Dini accompagna il marito-premier nella missione in Thailandia

Luoghi citati: Bangkok, Costa Rica