Pesenti: «Così sarò il re del cemento» di Ugo Bertone

Pesenti: «Così sarò il re del cemento» Pesenti: «Così sarò il re del cemento» INDUSTRIA Il gruppo torna all'utile e al dividendo. Ora punta ai mercati asiatici e dell'America Latina Pronto a rilevare le quote di Paribas in Ciments Franqais PARIGI DAL NOSTRO INVIATO «Abbiamo passato un periodo di grosse preoccupazioni», sospira Giampiero Pesenti, «ora posso dire che le preoccupazioni sono finite». L'ingegner Pesenti, però, sta parlando di cemento e della scommessa, vinta, con la Ciments Frangais. Nessun riferimento, ahimè, alla burrascosa navigazione sulla tolda di Gemina, terminata con le dimissioni dalla presidenza meno di una settimana fa. «Meglio parlar di cemento...» si limita a rispondere a chi gli evoca Ciiielle disavventure. Vuol dire che Giampiero Pesenti, leader di uno dei maggiori gruppi industriali italiani, d'ora in poi si occuperà solo di cemento? Oppure che si ritirerà, a poco a poco, dalle cariche esterne al gruppo? «Nient'affatto - risponde il presidente di Italmobiliare -. Anzi, io rimango molto volentieri nei consigli di quei gruppi dove vantiamo amicizie importanti e utili. Io credo che sia un mio preciso dovere colti¬ vare relazioni strategiche per le aziende che dirigiamo. E' molto importante poter agire in un certo contesto...». Per la cronaca, Pesenti siede nei consigli di Fiat, Pirelli, Credito Italiano, Ras, Gim e Mediobanca. E la Confindustria? Pesenti, tra l'altro, è vicepresidente dal '92... «E non sono rieleggibile - replica -, mi dispiace non aver dato ad Abete tutto il contributo che meritava, ma proprio nel '92 ho comperato la Ciments Francais/». E solo ora, dopo quattro anni, Pesenti si presenta in pubblico a Parigi. Ha atteso, prima di farlo, che i conti di Ciments tornassero in attivo. Ora, finalmente, i conti tornano: un utile, ancor modesto, di 275 milioni di franchi (circa 90 miliardi di lire su un fatturato di circa 4 mila), sufficiente però a distribuire di nuovo il dividendo e, quel che più conta, dopo aver drasticamente ridotto i debiti e portato il risultato operativo al 16,6% del fatturato. Grazie a Ciments e Italcementi, Pesenti è oggi il primo industriale del cemento in Europa con 16 mila dipendenti, registra una forte crescita negli Stati Uniti, mira a sbarcare nelle aree a sviluppo più rapido: Far East, Cina e America Latina. «Abbiamo cominciato male - ammette -, nel momento sbagliato, quando la crisi del settore era solo agli inizi, ma, nonostante il mercato sia andato male in questi anni, abbiamo completato il risanamento...». Anche in Italia? «L'anno scorso - risponde - Italcementi ha riguadagnato parte delle quote perdute nel biennio precedente. Diciamo che si è venduto il 6% in più anche se a prezzi in calo...». Il ritorno all'utile? «Lasciatemi esser prudente, prima deliberi il consiglio. L'anno prima eravamo in pari, adesso si è venduto di più. Abbiamo tagliato costi, fatto investimenti, applicato la stessa politica che ha avuto successo in Francia. In prospettiva le cose potrebbero andare meglio, soprattutto se nella seconda parte dell'anno partiranno le grandi opere. Finora per l'Alta Velocità è stato aperto il 2% dei can¬ tieri della Roma-Napoli. E c'è il problema della legge sugli appalti, facile prevedere che verrà rifatta ancora e perderemo altro tempo...». In attesa che riparta l'Italia, però, il gruppo può consolarsi a Parigi. Le difficoltà di Paribas, secondo socio di Ciments (il terzo è Mediobanca) schiudono la via a novità per gli assetti del colosso cementifero. «Abbiamo un'opzione - rivela l'indutriale - per comprare la quota di minoranza della finanziaria che controlla Ciments». Fatta quest'acquisizione Pesenti potrebbe far decollare il progetto che gli sta più a cuore: creare un gruppo unico, italo-francese, con una massa critica sufficiente per svolgere un ruolo di com- petitore mondiale a tutto campo. Ma per far questo occorre che Paribas venda... «Credo sia loro intenzione - rivela - scendere in Ciments. Ma davvero sono in difficoltà? L'ho letto sui giornali e me ne dispiace per davvero...». Chissà, probabilmente Pesenti è sincero anche se Paribas, nel '92, gli fece un tiro mancino vendendogli Ciments a un prezzo gonfiato, come si vide dai bilanci... «Ma abbiamo risolto - replica lui - il contenzioso due anni fa con piena soddisfazione e siamo tornati amici...». Amici che si lasciano? «No, ma non mi dispiacerebbe se Paribas diluisse la sua quota. Come Mediobanca, del resto. I conti della società mighorano, il mercato può assorbire meglio i nostri titoli». Ugo Bertone Giampiero Pesenti ha vinto la scommessa sulla Ciments Francais