Come morì Dorina di «Addio giovinezza»; Satana, un virus nel computer di Giorgio Calcagno

Come morì Dorina di «Addio giovinezza»; Satana, un virus nel computer Come morì Dorina di «Addio giovinezza»; Satana, un virus nel computer AL GIORNALE Uccisa dalle bombe perché non fumava L'articolo di Giorgio Calcagno ((Addio giovinezza, autobiografìa di un amore», pubblicato su La Stampa del 18 febbraio, mi ha consentito di approfondire lo scoop di Dorina Ronga, identificata come l'ispiratrice di Sandro Camasio. Il giorno dopo, grazie all'articolo, mi ha telefonato una cugina della Ronga, descrivendomela come una donna molto raffinata, con forte vocazione artistica. Dipingeva e ricamava arazzi, suonava il pianoforte, era bellissima e sportiva: giocava a tennis e sapeva sciare molto bene. Una donna moderna ed indipendente, insomma. La cugina ha ricordato di esser stata a conoscenza della «storia sentimentale» fra Camasio e Dorina Ronga. Camasio divise poi il personaggio in due, chiamando Dorina la sartina e Eiena la donna che parte, la vera Bonga. Nata a Castelnuovo Belbo, ove è sepolta, Dorina si sposò nel '21 con il dottor Caselli. La sua era una famiglia di molti medici, lo stesso Caselli era dentista. Morì a Torino in uno dei primi tragici bombardamenti. La casa fu abbattuta da una bomba: ella si trovava in cantina con altre 14 donne, che persero la vita, un sotterraneo di via Duchessa Jolanda. Il caso volle che si salvassero i mariti che si trovavano in altro lato della casa perché fumatori (per non inquinare l'aria chiusa del sotterraneo). Era il 18 novembre 1942.1 Ronga erano borghesi, della media borghesia benestante, ed avevano una casa a Levata (Alessandria) presso Bosco Marengo. Chi sa, forse nelle estati in cui Camasio veniva a Valenza, si incontrò anche con Dorina, poco distante dalla villa degli zìi di Sandro. Franco Cantamessa Valenza (AL) La preghiera contro il diavolo Non si capisce come mai l'uomo sia tanto incredulo nei confronti di Satana e della sua pericolosità. Un tempo, quando non esisteva ancora il telescopio, non si conoscevano le galassie, ma esse esistevano lo stesso; quando non era ancora stato costruito il microscopio, i microbi e i virus mietevano già numerose vittime e i medici si perdevano in teorie che oggi farebbero ridere i bambini delle scuole elementari. Se si considera che possono esserci numerose forme esistenziali, anche di carattere immateriale, non è facile intuire che lo spazio sia abitato anche da entità amiche dell'uomo ed entità avverse. Queste ultime si comportano come i virus dei computer, che provocano seri danni alla memoria ed ai programmi. Anche nella mente umana si infiltrano ospiti indesiderati, i demoni. Fantasia popolare a parte, il Demonio è in grado di distorcere il giusto pensare ed agire di ognuno. La sua azione è generalmente silenziosa e questa influenza è la più comune possessione diabolica ed è la più disastrosa. C'è un rimedio, che potrebbe definirsi il primo antibiotico contro queste infestazioni, si tratta della preghiera, un farmaco molto potente sintetizzato dal laboratorio della mente umana. Ecco perché i demoni hanno tutto l'interesse a distrarre l'uomo in attività futili. Michele Salcito Torino Maternità e perìcoli La recente pubblicazione su La Stampa dell'articolo «Aborto: incubo per quattro donne su dieci» suggerisce alcune considerazioni a chi si occupa dell'argomento come responsabile di un servizio per la diagnosi e la cura dell'aborto ricorrente ed ha partecipato al convegno di Roma a cui si riferisce lo stesso articolo. Ciò con lo scopo precipuo di chiarire quei punti che potrebbero creare ansie ingiustificate. Prima di tutto la frequenza dell'interruzione spontanea della gravidanza prima della ventesima settimana nella popolazione femmini- le non selezionata è solo del 1015%. Queste cifre si riferiscono alle interruzioni che la donna è in grado di rilevare e non includono pertanto quel 50% di gravidanze che sembrano interrompersi prima che si verifichi il primo ritardo. Non sembra neanche verosimile che la frequenza dell'aborto spontaneo appaia falsamente ridotta dalla pratica dell'interruzione volontaria della gravidanza. E' assolutamente improbabile infatti che una donna che abbia fatto l'infelice esperienza di un'interruzione spontanea decida di abortire nel timore che essa si ripeta. Tra le cause di aborto sporadico le anomalie cromosomiche dell'embrione sono senza dubbio quelle più frequenti. Esse compromettono gravemente lo sviluppo embrionale fin dalle sue fasi più precoci, ma per fortuna non hanno tendenza a ripetersi in gravidanze successive, salvo in casi piuttosto rari, quando cioè uno dei genitori, pur essendo apparentemente normale, è portatore di un assetto cromosomico alterato. Ne consegue che questo tipo di problema, pur essendo l'unica causa assolutamente certa di aborto, è presente solo nel 5% dei casi di aborto ricorrente. A tale proposito va precisato che per aborto ricorrente si deve intendere la ripetizione almeno per tre volte (e non solo per più di tre volte) dell'evento abortivo. Un'altra puntualizzazione riguarda le cause ambientali di aborto, come lo smog e l'alimentazione, il cui ruolo per il momento non è stato ancora chiaramente definito. In particolare l'effetto abortivo dei campi elettromagnetici e dei video terminali indicato da alcuni lavori è stato negato da studi successivi. Un'importanza di grande rilievo viene oggi attribuita invece alle cause iminunologiche, che andrebbero distinte in fattori autoimmuni e fattori aUoimmuni. Nel primo caso la madre forma anticorpi diretti verso sostanze appartenenti al suo stesso patrimonio antigenico. Tali anticorpi sono facilmente riconoscibili nel sangue materno e possono danneggiare seriamente 0 feto, soprattutto provocando gravi lesioni a carico dell'apparato vascolare della placenta. Nel secondo caso, come risulta anche nell'articolo citato, si tratta di una sorta di rigetto dell'embrione, messo in atto dal sistema immunitario materno. La diagnosi di tale condizione non può essere per il momento accertata, per cui viene posta in genere solo in via ipotetica dopo avere escluso tutte le altre cause potenziali (genetiche, anatomiche, endocrine e metaboliche). Per quanto concerne la possibilità di portare a termine una gravidanza dopo una serie di insuccessi riproduttivi, va ricordato che ciò è possibile, anche senza alcuna terapia, per il 70% delle donne con tre precedenti aborti da causa inspiegata. Quando la causa viene accertata essa, se possibile, deve essere rimossa. Si possono correggere i difetti anatomici dell'utero, si può fare un trattamento ormonale di supporto se la causa è di tipo endocrino, si può ristabilire l'equilibrio metabolico in caso di diabete o di altri disturbi del metabolismo, si può fare una terapia immunosop- pressiva e anti aggregante piastrinica in presenza di autoanticorpi e addirittura una terapia iinmunostimolante o immunomodulante quando si sospetti una causa alloimmune. In ogni caso però va data la massima importanza al supporto psicologico che, soprattutto tramite la rassicurazione della donna circa le sue prospettive future, può contribuire grandemente al successo riproduttivo. Marco Massobrio professore ordinario e direttore della Scuola di specialità i in ginecologia e ostetricia dell'Università di Torino Guido Menato docente di medicina dell'età prenatale dell'Università di Torino Tutte le scorie portano al mare Un po' di tempo fa, in questo periodo, si era parlato su tutti i giornali e le televisioni di alcuni disastri ecologici in cui migliaia di tonnellate di petrolio si erano riversate in mare. Mesi dopo si era alle prese con la Francia e le sue bombe nucleari, sganciate in un atollo in mezzo all'oceano. Per restare a casa nostra invece si parla di disastri ecologici fatti da alcune industrie, in particolar modo del Nord Italia, senza contare lo scandalo di alcuni anni fa dove si era scoperto che bidoni di scorie radioattive venivano scaricati nel fondo dell'oceano. Da «tutte le strade portano a Roma» siamo arrivati a «tutte le scorie portano al mare». Ma l'oceano è davvero in grado di metabolizzare tutta questa spazzatura? Davide Murmora, Torino Quel Serra non è Achille Per un errore su La Stampa di ieri a pagina 2 è stata pubblicata la fotografia di Michele Serra anziché quella di Achille Serra. Ci scusiamo con loro e con i lettori.