Il Mondo torna alla battaglia di Alberto Ronchey

Il Mondo torna alla battaglia Il Mondo torna alla battaglia Il settimanale fondato da Pannunzio da sabato sarà nuovamente in edicola «Lotterà contro i privilegi e tutti i monopoli» JMILANO OPODOMANI, sabato, esce di nuovo II Mondo, un settimanale sempre rimasto nelle vene del nostro giornalismo e della nostra cultura dopo la fine della prima serie, quella gloriosa di Croce e Salvemini, Einaudi e Spadolini, Carandini e tanti altri protagonisti. Era la testata laica per eccellenza, il covo elegante di chi non si rassegnava all'egemonia della cultura cattolica e di quella marxista. Mario Pannunzio aveva fondato Il Mondo nel '49 e lo chiuse l'8 marzo del '66. Giusto trent'anni fa. Rinacque una prima volta nel '69, quando lo riprese Arrigo Benedetti. Passò poi alla Rizzoli nel '72 sotto la guida di un mite scrittore, Renato Ghiotto. Ma II Mondo annaspava: Mario Pendinelli gli cambia formato adottando quello del magazine tipo Espresso o Panorama. La crisi sembra inevitabile quando Panerai lo reinventa e lo rilancia come settimanale economico; gli succedono Anselmi, Tito e Mori. Siamo al dicembre dell'anno scorso: Il Mondo chiude. Per poco, per fortuna. Eccolo, il nuovo Mondo. Il direttore Guido Gentili, 42 anni, ex capo della redazione romana del Corriere della Sera, si rigira tra le mani i numeri di prova con emozione e soddisfazione: proprio al Mondo andò infatti a bussare nel '74 al suo primo tentativo di fare il gior¬ nalista subito dopo il liceo dove giocava a pallacanestro con Nanni Moretti, e Giuliano Ferrara era qualche classe avanti. Gli dissero di no. Il Mondo era povero. In omaggio a quei ricordi Gentili ha voluto recuperare quanto più possibile dell'antico settimanale, a cominciare dalla testata raffinata e pienotta in carattere Rockwell rielaborato da Mino Maccari, e dal celebre disegnino del logo in gusto anglosassone, con il mappamondo e le due ninfe alate e poppute ai lati. Cento pagine, 4500 lire, carta patinata ma non lucida, 22 redattori, collegato con l'americano Business Week, Il Mondo resta un settimanale ancorato all'economia, ma un'economia trattata «in stile sperabilmente i pannunziano», dice Gentili, cioè concreto e approfondito senza cadere nel professorale. E mostra sezioni, rubriche, curiosità. In evidenza una sorta di memento, una tabella che sarà fissa, «La strada di Maastricht», curata dalla Deutsche Bank: settimana dopo settimana saranno messi a confronto i dati dei Paesi europei rispetto ai famosi parametri stabiliti per l'unione monetaria. Tra i collaboratori, Lucia Annunziata, Piero Melograni, Franco Modigliani, Saverio Vertone. Forse Carlo Cipolla. La grafica, un aspetto molto importante in una reincarnazione della creatura pannunziana, è felice, ariosa e confortante insieme: si deve a Silvia Tedesco. «Non vogliamo andar dietro ai falsi brillìi di tv e computer», spiega Gentili, che sui contenuti assicura battaglie («pacate»): ad esempio contro i privilegi e i guasti dei monopoli pubblici e privati. Un filone che rimanda alla passione memorabile di un Ernesto Rossi. Ancora economia, dunque, che vuol dire fatti, cose, lezione di lealtà contro le tentazioni della cultura verbosa e inconcludente: è la filosofia di Alberto Ronchey, presidente della Rcs-Rizzoli Corriere della Sera. Ronchey non si sbilancia, ma deve aver fortemente voluto questo nuovo Mondo. Era amico di Pannunzio: passeggiavano a Fregene e «s'ascoltavano con vicendevole rispetto», come raccontava Benedetti. «Avevo 23 anni quando Pannunzio mi pubblicò il primo articolo - ricorda Ron¬ chey -. Mi fece aspettare due mesi. Festeggiai andando a comprare un pacchetto di grissini alla latteria di fronte». «Con quel Mondo c'è una continuità - confida Ronchey -. E' l'ispirazione alla cultura critica (la parola laicismo m'ha scocciato). Faremo attenzione all'economia reale e ai suoi ritardi nei trasporti, nella cablatura telematica, in tanti grandi servizi: un peso costoso per la nostra competitività. Tutti parlano di teorie, ma già Marx diceva che la natura ha prodotto meno mostri delle teorie monetarie. Il Mondo farà inchieste: le faceva anche Luigi Einaudi andando per esempio di persona al porto di Genova quando aveva già la cattedra di Scienza delle finanze a Torino... Niente pettegolezzi, sui Mondo. Storie di nostre imprese, piuttosto, e un'alta informazione divulgativa, utile a tanti piccoli e medi imprenditori». Auguri, nuovo Mondo. Claudio Al tarocca Ronchey: «Baderemo all'economia reale, non pettegolezzi ma tante inchieste» III MONDO —i.PIfciMl'Ii < I CMMU.MS11 immuni mirai Una vecchia copertina del «Mondo» Alberto Ronchey

Luoghi citati: Torino