Incontro ravvicinato tra Karadzic e Ifor

«Eravamo troppo pochi». I militari scortavano il mediatore europeo Bildt a Banja Luka Incontro ravvicinato tra Karadiic e Ifor «Eravamo troppo pochi». I militari scortavano il mediatore europeo Bildt a Banja Luka Accuse alla Nato: perché non l'avete preso? ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO E' stato un incontro molto ravvicinato quello tra il responsabile per le questioni civili della missione di pace in Bosnia, Cari Bildt, e il leader serbo-bosniaco Radovan Karadzic, accusato di crimini di guerra dal Tribunale internazionale dell'Aja. Bildt ha organizzato un incontro a Banja Luka tra il premier bosniaco Muratovic, il premier della Federazione bosniaco-croata, Kapetanovic e il premier serbo-bosniaco Kasagic. La riunione dei tre, la prima da quattro anni a questa parte, ovvero dall'inizio della guerra, è stata convocata nella sede del Comune di Banja Luka, la città della Bosnia occidentale rimasta in mano ai serbi. Scortati dai soldati dell'Ifor, Bildt e i tre primi ministri sono entrati nel Palazzo del Comune dove si sono imbattuti in Karadzic. Il capo dei serbi, contro il quale è stato spiccato un mandato di cattura internazionale, non era per niente preoccupato della presenza dei soldati della Nato, anche se questi avrebbero il dovere di arrestarlo se lo trovano sulla loro strada. «Si sente del tutto al sicuro! E' veramente incredibile», è stato l'unico commento del primo ministro bosniaco Muratovie. Cari Bildt non ha potuto nascondere l'imbarazzo, anche perché non è la prima volta che Karadzic, che insieme al generale Mladic è il primo sulla lista dei criminali di guerra, circola liberamente in presenza delle forze della Nato. , Durante l'incontro dei tre premier, i soldati britannici che scortavano Bildt hanno visto Karadzic almeno quattro o cinque volte. Lo ha confermato il portavoce dell'Ifor a Sarajevo. «Non è vero che i nostri uomini hanno fatto apposta a non arrestare Karadzic. Non hanno reagito unicamente perché avevano paura che un'azione armata potesse causare vittime tra i civili». A detta della scorta di Bildt, che tra l'altro aveva a disposizione soltanto armi leggere, Karadzic è stato circondato tutto il tempo dalle sue guardie del corpo e da un gran numero di civili. Ma le aspre polemiche sul fatto che il più noto criminale di guerra in Bosnia giri tranquillamente davanti ai soldati dell'Ifor hanno costretto la Nato a rispondere. «Il piccolo contingente che scortava Bildt non era in grado di arrestare Karadizic», hanno fatto sapere dalla sede dell'Alleanza Atlantica a Bruxelles, specificando che c'era soltanto un elicottero con pochi uomini, e non un reparto blindato, mentre il leader serbo-bosniaco aveva una guardia armata fino ai denti. «La Nato non manderà i suoi soldati in missioni suicide. Il primo dovere di un comandante è di garantire la sicurezza dei suoi soldati. Non ha l'obbligo di catturare i criminali di guerra ricercati se non,dispone di mezzi sufficienti per farlo», ha dichiarato un alto funzionario della Nato. Intanto Karadzic ha espresso la sua piena soddisfazione per la revoca delle sanzioni dell'Orni contro il suo «Paese» e si è detto certo che i serbi avranno un futuro felice. Nel frattempo si è fatto vivo Milan Martic, capo delle formazioni paramilitari dei ribelli serbi in Croazia. Il Tribunale dell'Aja ha aperto martedì il processo contro Martic accusandolo di crimini di guerra contro i civili. Nel maggio del '95 diede l'ordine di bombardare Zagabria: morirono 7 persone, una settantina i feriti. «Non riconosco il Tribunale dell'Aja e mi difenderò con le armi se tenteranno di arrestarmi», ha dichiarato Martic al settimanale di Belgrado «Telegrafi». Ingrid Badurina «E la Nato è decisa a proteggere le nostre indagini sulle fosse comuni» JÉHÉ