Un pentito «La Cia dietro l'agguato» di R. I.

Un pentito Un pentito «La da dietro l'agguato» BRESCIA. Non c'è nessun indagato a Brescia per il tentativo di attentato al procuratore aggiunto di Milano Gerardo D'Ambrosio del 14 aprile dello scorso anno. Lo ha dichiarato il pubblico ministero bresciano Francesco Piantoni, titolare dell'inchiesta, interpellato circa la notizia pubblicata ieri da un quotidiano secondo il quale a Brescia sarebbe sotto indagine un agente della Cia in Italia. Alcuni mesi fa un pentito vicino agli ambienti di destra avrebbe rivelato al giudice istruttore di Milano Guido Salvini di essere stato contattato da un suo ex amico, tra i responsabili della Cia in Italia, per progettare un'azione da portare in atto a Milano. Questo misterioso 007, che operava per la Cia in Italia, gli avrebbe raccontato del progetto che avrebbe dovuto colpire il giudice D'Ambrosio, perchè ritenuto comunista, ed un ufficiale dei carabinieri. Il pentito si sarebbe rifiutato di partecipare a questa azione che venne messa in atto pochi mesi dopo l'incontro. Il mandante sarebbe ora indagato a Milano per spionaggio a favore degli Usa e a Brescia per il progetto di omicidio. Il pubblico ministero Francesco Piantoni ha però, appunto, spiegato che l'inchiesta, al momento,' è contro ignoti. Il 14 aprile '95, un venerdì mattina, era stato un giovane poliziotto della scorta di D'Ambrosio ad accorgersi del killer che stava aspettando il procuratore aggiunto vicino a casa, in Viale Puglie. Trent'anni, capelli corti scuri, un metro e settanta di altezza, corporatura atletica: questo l'identikit dell'uomo, che si era appostato nei pressi di un asilo nido, separato dall'abitazione di D'Ambrosio da ima vietta. Il giudice, alla notizia del tentato attentato, reagì con invidiabile tranquillità. «La morte - disse - mi ha già rifiutato due volte». Una, quando qualche anno fa gli trapiantarono il cuore e ha continuato a vivere con quello di un ragazzo di vent anni. L'altra, quando durante l'indagine su Piazza Fontana i terroristi lo volevano morto. «Non sono preoccupato - agigunse lui -. Ci sono tanti magistrati che rischiano la pelle tutti i giorni. Sono cose che bisogna calcolare». [r. i.]

Persone citate: D'ambrosio, Francesco Piantoni, Gerardo D'ambrosio, Guido Salvini