Primario italiano da Craxi «Situazione molto seria» di Francesco Grignetti

NELL'OSPEDALE TUNISINO Primario italiano da Craxi «Shuaxione molto seria» IL CASO NELL'OSPEDALE TUNISINO TUNISI DAL NOSTRO INVIATO Il professor Guido Pozza, direttore scientifico del «San Raffaele» nonché medico personale di Bettino Craxi, esce dalla stanza dell'illustre paziente, scuote la testa, eppure si dimostra ottimista: «Ne è uscito bene già una volta, spero che andrà bene anche questa». Non è granché incoraggiante, come inizio. Ma allora sono così gravi le condizioni dell'ex leader socialista? Gli scarni bollettini medici non hanno concesso finora molti particolari. E questo precipitarsi del diabetologo personale di Craxi, che è volato appositamente in Tunisia per seguire l'andamento della malattia, è im chiaro segnale di nervosismo. D'altronde dopo tre interventi chirurgici al piede in pochi giorni, per fermare una cancrena che s'era manifestata improvvisamente, un pizzico di trepidazione è pure comprensibile. Da diversi giorni Craxi è dunque ricoverato al policlinico «Taoufik», il migliore di Tunisi. Qui ieri pomeriggio, appena sbarcato dall'aereo, s'è precipitato Pozza, scortato da un'assistente in vistoso tailleur pastello e da una Stefania Craxi agitatissima in maglione grigio e jeans - per vedere il malato. «E' venuto in via amichevole», spiegherà poi il chirurgo che cura Bettino, Moncef Ben Amid. Fatto sta che il professore milanese s'è trattenuto nella stanza di Craxi per diverso tempo. Quando è uscito, non nascondeva l'aria preoccupata. «Non ho ancora il quadro completo - esordisce - ma non lo vedevo da molto tempo e posso dire di averlo trovato in una situazione impegnata». Che significa, professore? Il paziente è grave? «Significa che bisogna fare le cose molto bene». Da un punto di vista chirurgico o medico? «No, guardi, non è questo il caso. Il diabete è un insieme di problemi da affrontare in modo interdisciplinare». Il consulto al capezzale di Bettino Craxi era stato annunciato da due giorni. I medici tunisini che lo seguono erano stati avvertiti. Nessuna sorpresa, quindi, ieri, quando alle 15,30 il professor Pozza s'è presentato alla porta della «Taoufik». E se alla reception, ligi alle tradizioni arabe di estrema discrezione ancora negavano il ricovero di Craxi, al piano superiore si procedeva alla visita. «Guardi - dice ancora Pozza ho curato Craxi quando ebbe un'altra crisi, anni fa. Ne è uscito bene quella volta, spero che ne esca bene anche questa». Ma è un quadro fosco... «No. Sarà che io sono un ottimista di natura». Craxi dovrà tornare in Italia? «Non so proprio dire. Guardate che i medici tunisini sono bravi, le attrezzature sono moderne. Ma di questo non si è proprio parlato». Un'ultima domanda, professor Pozza. Firmerà lei i certificati medici che gli avvocati di Craxi attendono con ansia? Nel bel mezzo del quadro clinico, lei saprà, si inserisce la questione giudiziaria. «Ah, anche di questo non s'è proprio parlato. Adesso il problema è sanitario e oggi s'è di¬ scusso solo di diabete. Io sono venuto in qualità di medico che conosce Craxi da molto e già l'ha curato. Altro non so dire». Se ne saprà di più nei giorni prossimi, insomma, sia per la malattia (sponda tunisina), sia per gli aspetti pohtico-giudiziari (sponda italiana). Ma nulla lascia pensare a un aggravamento ulteriore della malattia. L'ultimo bollettino medico parlava anzi di «miglioramento delle condizioni». Evidentemente le cure cominciano a fare effetto. Si è capito, infatti, che è Bettino il peggiore nemico di se stesso e del suo diabete. Lo ammette fuori dai denti anche il suo ex medico, Rafik Boukhris, l'endocrinologo che l'ha seguito per più di un anno: «Un gran carattere, monsieur Craxi. Ma un pessimo paziente. Insofferente. Testa dura. Non seguiva le prescrizioni mediche, né per quanto riguarda la dieta, né per l'insulina, né per tutto il resto. Non accettava di essere un malato grave con addosso una malattia seria». Francesco Grignetti Ma l'ultimo bollettino parla di miglioramento Bobo Craxi, figlio dell'ex leader psi

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