Brescia, il Pool indagato in blocco

Interno Brescia, il Pool indagato in blocco Un atto dovuto dopo gli esposti di Berlusconi contro «l'uso strumentale delle indagini sulla Fininvest» Nei guai anche Di Pietro MILANO. Tutti insieme, nel registro degli indagati della procura di Brescia. I magistrati Salamoile e Bonfigli hanno iscrìtto a modello 21 (per abuso d'ufficio) i loro colleghi milanesi Piercamillo Davigo, Francesco Greco, Margherita Taddei. Più il procuratore capo Francesco Saverio Borrelli e l'aggiunto Gerardo D'Ambrosio, più l'ex magistrato Antonio Di Pietro. La vicenda prende il via dall'esposto denuncia di Silvio Berlusconi per «l'uso strumentale delle iniziative giudiziarie». L'atto (dovuto) ha particolarmente irritato il coordinatore del pool, D'Ambrosio. Dice il procuratore aggiunto: «E' una delle classiche degenerazioni del sistema. Abbiamo toccato il fondo. Se il legislatore non si dà una mossa, io sarò il primo a dire che me ne vado dalla magistratura». La vicenda risale alla scorsa estate. Sono di allora le (due) iniziative giudiziarie di Silvio Berlusconi contro il pool. Una relativa all'avviso di garanzia inviato a Napoli, l'altra alle numerose perquisizioni nelle sedi Fininvest. Secondo il leader di Forza Italia la massiccia e continua presenza di forze dell'ordine negli uffici del Biscione era da considerarsi una vera e propria persecuzione. Faceva l'elenco, Berlusconi: «In via Paleocapa sono andati più di cento volte, a Milano 2 altrettanto». Ogni perquisizione? un'accusa. Ogni acquisizione di carte, una dichiarazione di fuoco. E dopo l'ultima «visita», la denuncia. Denuncia finita a Brescia, competente a giudicare l'operato dei magistrati milanesi. E finita sul tavolo di Salamone e Bonfigli, in quell'estate di fuoco impegnati praticamente solo sul caso Di Pietro. Da qui, settimane fa, la necessità di chiedere la proroga delle indagini. Da qui la richiesta del gip Giuseppe Ondei di procedere (pure) all'iscrizione dei magistrati milanesi nel registro degli indagati. Detto, fatto. E a modello 21 finisce tutto il pool al completo. Colpevole secondo Berlusconi di aver attaccato con ogni mezzo gli uffici della Fininvest. Non commentano Fabio Salamone e Silvio Bonfigli. Si sa" solo che il loro è un atto dovuto, imposto dalle legge e ricordato da un gip. Non è un'incriminazione, né - tanto meno - la posizione del pool si è aggravata. Ma la disquisizione giuridica sugli atti dovuti non convince il procuratore aggiunto D'Ambrosio. Che è arrabbiato nero, non lo nasconde, e ai giornalisti sibile quella minaccia: «Potrei andarmene». Spiega D'Ambrosio: «C'è una lacuna nel codice, deve essere colmata. Anche al mio ufficio arrivano ogni giorno denunce che riguardano magistrati di altre sedi. Alcune sono delle stu¬ pidaggini». E ancora: «Va rispettato il principio fondamentale dei meccanismi propri del processo penale». D'Ambrosio, in sostanza, dice che - a processo ancora aperto contro Berlusconi - non si dovrebbe procedere. Aggiunge, l'arrabbiato procuratore aggiunto: «I magistrati sono fallibili. Ma prima di creare inchieste parallele è necessario che si esaurisca la fase di controllo interna del processo». E suggerisce: «Se un Tribunale della libertà, ad esempio, annulla un arresto o una perquisizione, chi si sente danneggiato potrà denunciare. Ma non prima. Siamo al caos, a questo punto arriveremo a non fare più i processi». [f.pol.] solo che il loro è un atto dovuto, imposto dalle legge e ricordato da un gip. Non è quisizione, chi si sgiato potrà denunprima. Siamo al cpunto arriveremopiù L'ex segretario del partito socialista Bettino Craxi L'ex segretario del partito socialista Bettino Craxi

Luoghi citati: Brescia, Milano, Napoli