LA ROMA DI LAMBERTO di Filippo Ceccarelli

Lacersa IA ROMA DI LAMBERTO SROMA I", vabbe', ma era un party o un partito? Dubbio serale dopo la presentazione del «Rinnovamento italiano» di Lamberto Dini. E allora, contro tutte le suggestioni dell'anti-politica, contro tutti i legittimi torpori che di solito accompagnano la nascita dell'ennesimo cespuglio, occorre dire subito che è stato comunque un bene che non ci fossero i pasticcini e gli aperitivi, ieri pomeriggio, a Palazzo Sforza Cesarini. Seppure adatto, per magnificenza di stucchi e gloriosa polverosità d'affreschi, all'esibizione di un simbolo, quel luogo non appare storicamente propizio ai rinfreschi. Il Palazzo se lo fece infatti costruire - nei pressi dell'osteria dell'amante Vannozza - il cardinal Rodrigo Borgia, futuro Alessandro VI. Dalla fine del Quattrocento la nomea di raffinati avvelenatori accompagna tristemente, in Italia e all'estero, la dinastia. Può anche essere consolante che, dopo una serie infinita di passaggi di proprietà, Palazzo Sforza abbia ospitato un teatro (detto «del Pavone»). Un po' meno che le rappresentazioni fossero soprattutto di burattini. Ma tant e, Roma è questa. E ieri Dini, di un pallore quasi ectoplasmico sotto la luce dei riflettori, ha chiamato a raccolta un pezzettino di città eterna per una specie di festa politica che solo con incauta approssimazione si poteva Filippo Ceccarelli CONTINUA A PAG. 11 PRIMA COLONNA

Persone citate: Alessandro Vi, Dini, Lamberto Dini, Rodrigo Borgia, Sforza Cesarini

Luoghi citati: Italia, Roma