Il «gran rifiuto» degli anchormen
Paoline Il «gran rifiuto» degli anchormen No alla par condicio. La Fininvest censura Sgarbi ROMA. Pollice verso degli anchormen contro le nuove regole dettate dal Garante in vista del voto nello stesso giorno in cui il Cda della Rai ha espresso voto favorevole, rendendole operative. E' toccato al palcoscenico del Parioli trasformarsi nella tribuna da cui i conduttori delle tv pubbliche e private hanno scandito il «gran rifiuto» al nuovo corso. Tra i meno concilianti, Michele Santoro e Lucia Annunziata, decisi ad opporsi fino alle estreme conseguenze per le loro trasmissioni. Il primo ha annunciato che rinuncerà ad invitare i politici a «Tempo reale» per tutto il periodo della campagna elettorale. Altrettanto decisa la Annunziata, che ha affermato: «La par condicio non si evita né si discute: si rifiuta». Ergo, «continuerò ad invitare, di volta in volta, i personaggi legati alla notizia del giorno. Se questo non va bene sono disposta a chiudere». Critici anche gli altri ospiti del «Costanzo show». Più possibilista Bruno Vespa, che invita ad usa¬ re «il buon senso», mentre Enrico Mentana denuncia l'imposizione di «norme assolutamente incredibili che ci mettono a lottare con lacci e lacciuoli». Ancora, Sandro Curai parla di «impossibilità di attuazione». Quanto a Marco Giudici, direttore del Tg di Videomusic, confessa di non riuscire a tradurre il regolamento del Garante: «E' qualcosa di lontano dagli interessi del pubblico televisivo». «La par condicio» è una minaccia per i giornalisti», gli fa eco, ironico, Paolo Liguori. Tanto per fare un esempio, «la trasmissione di Santoro è bella proprio perché squilibrata». Insomma, come sostiene Maurizio Costanzo, «la par condicio è più impopolare di Craxi: basta nominarla per suscitare una reazione negativa». Proprio ieri si è contata la prima vittima, Vittorio Sgarbi. Sorpresa: a tarpare le ali del deputato ci ha pensato la Fininvest. E' stata «censurata» la puntata di «Sgarbi quotidiani», dedicata alla nuova lista che il vulcanico deputato sta preparando assieme a Marco Panne Ila. Al suo posto ne è stata trasmessa una «di riserva». Ironia della sorte, per Sgarbi la doccia fredda è arrivata proprio nel giorno in cui esortava Berlusconi a mobilitare tutti i «felici guastatori» per arginare l'offensiva dei «poteri forti». «Le sanzioni mi colpiscono mentre nessuno si sogna di toccare Veltroni o il presidente del Consiglio tecnico, che improvvisamente diventa politico - lamenta -. Per non parlare di quel monumento di Biagi». Poi, una staffilata a Gonfalonieri, sospettato di «intelligenza con il nemico»: «E' ricattato dallo Stato, da Dini, da Veltroni e quindi finisce per compiere gravi errori». «Da un anno dico a Confalonieri che la Fininvest sta diventando peggio della Rai - gli ha fatto eco Palmella -. Ahimè ho proprio ragione». Più che soddisfatti i verdi. «Notiamo però con rammarico - precisa una nota - che in tema di rispet¬ to delle regole la Rai, servizio pubblico, appare seconda alla Fininvest». Intanto ieri il cda di Viale Mazzini ha approvato il nuovo «piano di comportamento», proprio quello che ha fatto drizzare i capelli agli anchormen televisivi. Per la cronaca, si è stabilito che i conduttori dovranno assicurare un clima di leale e civile confronto reprimendo ove necessario, atteggiamenti e espressioni non consoni alla dignità del dibattito. Chi se ne rendesse responsabile sarà escluso dal partecipare ad altre trasmissioni nei periodo di autodisclipina elettorale. [ale. mon.] ti presidente della commissione Cultura della Camera Vittorio Sgarbi
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