«Perestrojka all'italiana»
«Perestro|ka all'italiana» «Perestro|ka all'italiana» Gorbaciov: fu Berlinguer a ispirarmi RICONOSCIMENTO POSTUMO SMOSCA E lo dice Gorbaciov gli si può credere: il padre della perestroika è stato Berlinguer. L'occasione per questa rivelazione è arrivata ieri alla Fondazione che porta il nome, appunto, dell'ex presidente russo, durante la presentazione del libro di Antonio Rubbi, «Il mondo di Berlinguer». Se la prefazione dell'edizione italiana era firmata dall'ex presidente della Camera, Giorgio Napolitano, a quella russa (editrice Mezhdunarodnje Otnoshenija) non poteva dunque mancare la firma di Mikhail Sergheevic. E, di fronte a una nutrita schiera di consiglieri del presidente - praticamente tutto lo staff che fu accanto a Gorbaciov tra il 1985 e il 1991 - è stata una successione di riconoscimenti a posteriori e di commosse rievocazioni del contributo che il capo di un partito «eretico» seppe dare a quella che stava rapida- mente cessando di essere la «casa madre» del comunismo. Il nuovo ambasciatore italiano a Mosca, Emanuele Scammacca, ha colto l'occasione per fare la sua entrée sulla scena politica moscovita, accolto con palese soddisfazione da Gorbaciov, impegnato più che mai in questa fase di avvio della campagna elettorale presidenziale. Ma il dibattito è stato tutt'altro che formale. E' piaciuta la frase del nostro ambasciatore che ha dato credito a Berlinguer di aver lavorato per «impedire una spaccatura in due della società italiana». «Sembrava pensata per la Russia di oggi», ha replicato Gheorghij Shakhnazarov, con una battuta evidentemente polemica per le durissime contrapposizioni che dividono in Russia le forze democratiche e, più in generale, gli schieramenti contrapposti in lotta per il potere. Vadim Zagladin, che fu uno dei protagonisti cruciali dei rap- porti tra pei e pcus, ha raccontato un episodio curioso. Al momento della rottura, del famoso «strappo», la Pravda aveva pubblicato una durissima reprimenda contro i comunisti italiani e personalmente contro Berlinguer, autore del liquidatorio giudizio sull'«esaurimento della spinta propulsiva» della rivoluzione d'Ottobre. Ebbene - ha detto Zagladin rivolgendosi a Rubbi - «sappi che quel testo pubblicato era molto ma molto meno duro del progetto inizialmente sottoposto al Comitato Centrale. E sai chi mi telefonò per ordinare che venissero smussate le accuse più dure? Leonid Brezhnev». Una rivelazione fatta per dimostrare che sia Brezhnev, che Andropov, pur rendendosi conto che non potevano lasciare senza risposta un tale attentato al ruolo guida del pcus, erano fortemente preoccupati di perdere contatto con il partito di Berlinguer. Gli altri interventi - tra cui quelli di Anatolij Cerniaev, di Karen Brutents, di Ilja Levin hanno ruotato tutti attorno alla stessa idea. Berlinguer l'eretico fu un interlocutore scomodo. Bisognava criticarlo, ma ciascuno, in cuor suo, capiva che aveva ragione lui. «Gli avessimo dato retta...». Giuliette Chiesa Enrico Berlinguer
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