«E' destinato a disintegrarsi»

S'indaga sulle cause: corto circuito o difetto di fabbricazione. Polemiche in Italia sui costi della missione «¥ destinato a disintegrarsi» Gli esperti: frammenti cadranno a terra TUTTO funzionava bene. Il guinzaglio del satellite era ormai quasi tutto srotolato, la tensione della corrente elettrica aveva raggiunto i 3500 volt, l'intensità i 480 milliampere. Un esperimento da manuale. Poi lo strappo improvviso, un groviglio che si allontana nel cielo nero. Persi nello spazio 700 miliardi. Il prezioso carico è ora un relitto dal comportamento imprevedibile. Se fossimo in campo medico, potremmo dire che l'intervento chirurgico è perfettamente riuscito ma il paziente è morto. Dunque il temuto «effetto spaghetti» si è verificato. Per fortuna non intorno allo Shuttle. Sulle cause dell'incidente si esprimerà un'inchiesta congiunta della Nasa e dell'Agenzia spaziale italiana. Ci saranno polemiche sulle responsabilità, in Italia torneranno al pettine i tanti nodi della nostra politica spaziale, la più litigiosa che si conosca. Vedremo. Ma le domande da fare sono: qual è il destino di un «aquilone» con una «coda» lunga 20 chilometri che vaga senza controllo in orbita a 300 chilometri sopra le nostre teste? Quale pericolo rappresenta il satellite alla deriva? E che fine farà, visto che già la Nasa ha dichiarato improponibile il recupero? Luciano Anselmo è un esperto di meccanica spaziale che lavora a Pisa, al Centro nazionale di calcolo elettronico del Cnr, dove si tiene sotto controllo l'orbita di migliaia di rottami spaziali. «Per ora - spiega Anselmo - si può soltanto dire che un oggetto del genere ha un comportamento caotico. Ci sono molte variabili, e alcune sono ignote. Per esempio non conosciamo le condizioni iniziali al momento dello strappo». Anselmo fa qualche rapido calcolo. La sezione del satellite è di 2 metri quadrati. Quella dei 19,6 chilometri di cavo raggiunge i 50 metri quadrati. Quindi dal punto di vista aerodinamico (lassù c'è un minimo residuo di atmosfera, peraltro molto simile al miglior vuoto pneumatico) la resistenza opposta dal cavo è maggiore di quella del satellite. Quanto a massa, invece, il satellite prevale, con 500 chili, sui 160 del cavo. Bisogna poi notare che la gravità diminuisce via via che si risale verso il satellite, e molto più rapidamente diminuisce la resistenza aerodinamica. «Fare un modello matematico di una situazione così complessa - dice - è un bel problema». L'orbita del satellite e del suo lungo guinzagho passa, nel punto più basso, a 319 chilometri dal suolo e nel punto più alto a 433. Lo Shuttle orbita a 294 chilometri. Ad ogni giro il satellite rimane indietro rispetto alla navetta spaziale. «Bi¬ sognerà aspettare dati orbitali più precisi - dice ancora Anselmo - ma si può prevedere che il satellite rimarrà lassù parecchi giorni e forse alcune settimane prima di precipitare nell'atmosfera». Ci sono rischi per il rientro? «Se non ci si mette di mezzo la variabile cavo, no. Poco per volta l'orbita diventerà sempre più circolare e si abbasserà. Raggiunto un certo limite, il satellite si disintegrerà e il cavo si trasformerà in vapore. Il tutto su una fascia compresa tra 28 massimo. Un fatto che non trova spiegazione. All'Agenzia spaziale italiana, in via di Villa Patrizi 13 a Roma, bocche cucite. Parlano solo i comunicati ufficiali, che ricalcano le informazioni immesse su Internet dal Marshall Space Centra, in Alabama: l'inchiesta chiarirà l'accaduto, ma il 70 per cento degli esperimenti in programma - dichiara Leonardo Gagliardi - si è compiuto con pieno successo. All'Agenzia spaziale italiana, ora capeggiata dall' amministratore straordinario Silvano Casini, si temono contraccolpi. Remo Ruffihi, già presidente del Comitato scientifico dell'Agenzia e professore di fisica all'Università di Roma «La Sapienza», è ripartito all'attacco: centinaia di miliardi spesi male, estromissione degli scienziati, collusione con l'industria. Solo tre settimane fa Ruffini aveva scritto al presidente del Consiglio Dini e al ministro della Ricerca Salvini denunciando irregolarità nella gestione dei fondi Asi per finalità scientifiche. Piero Bianucci gradi di latitudine Nord e 28 gradi di latitudine Sud, cioè sulle regioni tropicali. Non si può escludere però che qualche frammento raggiunga il suolo». Nell'incidente c'è un mistero. Dalla Nasa si apprende che, quando è avvenuto lo strappo, non circolava corrente elettrica e che la trazione era di pochi chilogrammi, mentre il cavo è progettato per resistere fino a 180 chili di trazione. Il troncone, però, ò sfrangiato, come se si fosse superato il carico RETROSCENA UN IN NAUFRAGO ORBITA ll cavo del satellite si è tranciato quando la tensione della corrente elettrica aveva raggiunto i 3500 volt

Persone citate: Leonardo Gagliardi, Luciano Anselmo, Marshall Space Centra, Piero Bianucci, Ruffini, Salvini, Silvano Casini

Luoghi citati: Alabama, Italia, Pisa, Roma