Un colpo spegne le Urla del silenzio
Giallo nella Chinatown di Los Angeles: crimine comune o delitto politico Giallo nella Chinatown di Los Angeles: crimine comune o delitto politico Un colpo spegne le Uria del silenzio Assassinato il protagonista LOS ANGELES NOSTRO SERVIZIO Haing Ngor, il medico cambogiano che nel 1984 ha vinto un Oscar come protagonista di «Urla del silenzio», un film in cui recitava un ruolo tragico molto simile a quello da lui vissuto nella realtà sotto l'orrore dei Khmer Rossi, è stato trovato assassinato nella notte di domenica fuori dalla sua abitazione di Chinatown, a Los Angeles. Ngor, che aveva 45 anni, è stato ucciso da un colpo di pistola. Chinatown è uno dei più violenti quartieri della città e il dottoreattore potrebbe essere stato vittima della criminalità comune. Ma la polizia sta seguendo anche la pista cambogiana, indagando fra i rifugiati. Un terreno percorso da antichi odi e rancori e nel quale il dott. Ngor era molto attivo. Dopo l'Oscar, aveva fondato due gruppi, «Aid to Displaced Persons» e «Enfants d'Angkor», entrambi dedicati particolarmente ai bambini. «Abbiamo già perso una generazione di cambogiani - diceva -. Cerchiamo di salvare la prossima, altrimenti della nostra civiltà non resterà più niente». Nel 1975 Ngor era un giovane e benestante ginecologo, con tanto di Mercedes con autista. Agli occhi dei Khmer Rossi, un borghese decadente meritevole solo di morte. Quando arrivarono a Phnom Penh nell'aprile di quell'anno, il giovane dottore finse di essere un povero taxista. Venne comunque tra- scinato nei campi di lavoro, dove per quattro anni assistette impotente all'assassinio e alla tortura della moglie incinta, del padre e di migliaia di altri concittadini innocenti. Gli amputarono un dito e una volta lo crocefissero per quattro giorni. Ma Ngor riuscì a sopravvivere e dopo un breve passaggio in Thailandia trovò la via degli Stati Uniti, dove si mise ad assistere i rifugiati. Una sera dell'83 incontrò U regista Roland Joffe, che stava per iniziare «Urla del silenzio», il film tratto dalle memorie di guerra del giornalista del «New York Times» Sidney Schanberg che ha come protagonista Dith Pran, il suo fotografo e assistente rimasto indietro tra gli or- rari dei Khmer Rossi. Quando vide Ngor, un uomo mite e minuto, Joffe gli offrì la parte di Pran. Un anno dopo, Ngor si ritrovò inaspettatamente con in mano un Oscar e quella sera, con lui, si commossero Hollywood e la platea di un miliardo di persone che seguiva la cerimonia alla televisione. «Questo è incredibile». «Questa è la mia vita». Ma dove aveva imparato a recitare? «Ho imparato a una scuola diversa, alla scuola della vita e della morte». Nell'euforia di quella sera, Ngor non dimenticò di puntualizzare alcune pecche del film che aveva portato all'attenzione del mondo l'Olocausto cambogiano. «La vita sotto i Khmer Rossi è stata molto peggiore di quanto siamo riusciti a descrivere nel film», aveva detto. «"Urla del silenzio" ha un finale un po' hollywoodiano, ma quella è solo la storia di un individuo. Che cosa dire dei quattro milioni di cambogiani che invece sono morti, che sono restati nei campi di sterminio assieme a mia moglie e al resto della mia famiglia?». Ngor aveva usato la sua nuova fama per onorare la loro memoria e per aiutare i sopravvissuti. A chi lo andava a trovare nel suo modesto appartamento di Chinatown, diceva: «Non voglio che la storia mi incolpi, che mi si venga a dire che il dottor Ngor ha avuto un'opportunità e non l'ha usata». Oltre a vari film, tra cui «Heaven and Earth» nel 1993 sotto la regìa di Oliver Stone, Ngor ha scritto un'autobiografia, «Haing Ngor, un'odissea cambogiana». E ha continuato a usare tutto il suo tempo libero e tutti i suoi risparmi per aiutare la causa dei rifugiati. Anche se segnato dall'orrore della sua esperienza, il dottor Ngor aveva saputo ritrovare il sorriso. «Un po' di anni fa temevo di morire di fame, adesso temo d'ingrassare - diceva -. Ma adesso nessuno mi lega più e posso camminare fuori senza dovermi preoccupare delle bombe». Non aveva fatto i conti con un colpo di pistola nella notte di Chinatown. Lorenzo Sèria Haing Ngor recitò per Hollywood la tragedia vissuta di persona nei «gulag» cambogiani Haing Ngor protagonista di «Urla del silenzio» (assassinato a Los Angeles) e una scena del film La pellicola che vinse un Oscar descriveva la tragedia della Cambogia sotto i Khmer Rossi
Luoghi citati: Cambogia, Hollywood, Los Angeles, Phnom Penh, Stati Uniti
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