Stranamore è ancora a Mosca di Fabio Galvano

Nuovo sistema automatico per far partire i missili. Gli Usa: follia L'INCUBO DELL'APOCALISSE Nuovo sistema automatico per far partire i missili. Gli Usa: follia Stranamore è ancora a Mosca Un computer lancerà la guerra nucleare LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Più che una «macchina di morte» di Eltsin, come la battezzano i giornali inglesi, è una soluzione degna dell'indimenticabile dottor Stranamore: un sistema di missili nucleari computerizzati e praticamente automatici, in grado di distruggere mezzo mondo senza intervento umano. L'idea era nata negli anni della Guerra Fredda, come risposta ai Pershing dislocati nel 1983 in Germania e capaci di colpire Mosca in pochi minuti, troppo pochi per una massiccia e debilitante rappresaglia nucleare. Ma solo ora, paradossalmente nel momento in cui le superpotenze riducono i loro arsenali, il Cremlino è stato in grado - secondo fonti americane - di rendere operativo quel sistema da fantascienza e da incubo nucleare. Quello che la Russia ha ottenuto, spendendo miliardi di rubli forse meglio utilizzabili per affrontare altre battaglie, è un sistema che le consente di colpire a tappeto e distruggere il nemico anche se questi ha sferrato un attacco a sorpresa e ha neutralizzato tutti i centri di comando. Una rete di computer nascosti in bunker sotterranei attorno a Mosca e negli Urali è stata programmata per lanciare nello spazio, al primo allarme, missili Ss-25 (trasportati su rampe semoventi, quindi poco vulnerabili) che hanno a bordo speciali apparecchiature radio e computer preprogrammati. Il ruolo dei missili-radio è di captare i segnali del nemico, registrare le esplosioni nucleari e decidere il tipo di rappresaglia. La radio di bordo trasmette i necessari segnali in codice a un vasto arsenale di missili collegati a questo nuovo sistema: altri Ss- 25, ma anche numerosi Ss-24 collocati in silos di lancio e moltissimi dei più antiquati ma potenti Ss-18. Molti saranno già stati distrutti dal nemico, si presume, ma quelli ancora operativi potranno essere lanciati automaticamente verso i loro obiettivi, anche se la leadership del Paese è stata annientata. Washington è preoccupata, riferisce il Sunday Times, perché il «sistema Stranamore» entra in scena proprio mentre le superpotenze si stanno allontanando dal concetto di «equilibrio del terrore» che per decenni ha caratterizzato l'apparato internazionale di sicurezza. Peggio, fanno sapere fonti dei servizi segreti americani, gli Stati Uniti non dispongono in questo momento di armi analoghe. E qualsiasi sistema offensivo nucleare fatto funzionare dai computer «è preoccupante». Fino a quando la Nato installò i missili a medio raggio - i Pershing e i Tomahawk - la filosofia del confronto nucleare era all'insegna della strategia nota come «launch on warning», cioè lancio della controffensiva quando è confermato l'allarme di un attacco nemico, quindi prima che il missile arrivi. Ma l'assoluta precisione dei Pershing, per la prima volta capaci di centrare obiettivi come i bunker di comando, e per giunta in meno di venti minuti dal lancio, ha costretto i sovietici prima e i russi poi a cercare risposte alternative. L'importante, per il Cremlino, era che Washington non lanciasse un attacco a sorpresa sperando di farla franca; che gli arsenali sovietici potessero essere attivati in ogni caso, anche se il sistema dei tre «palloncini» in mano al presidente Eltsin, al ministro della Difesa e al capo di stato maggiore dovesse andare distrutto nella prima ondata nucleare. «Il fatto che la Russia continui su quella strada - ha osservato Bruce Blair, uno studioso del Brookings Institute - è la dimostrazione di una paranoia nazionale in tema di vulnerabilità a un attacco nucleare occidentale». Fabio Galvano

Persone citate: Bruce Blair, Eltsin