«Nel mirino dell'Ira c'è la Regina»
«Nel mirino delNrq c'è la Regina» Scoperti in casa del terrorista morto i piani per un attentato. Scortate anche Diana e Fergie «Nel mirino delNrq c'è la Regina» L'esercito invece delle Guardie a Buckingham Palace UN PAESE SOTTO ASSEDBO LLONDRA E garitte sono vuote, le giacche rosse e i colbacchi neri della guardie della regina scomparsi. Al loro posto, da 24 ore, mitra e tute mimetiche dell'esercito, mentre i poliziotti poco distante sono armati e indossano giubbotti antiproiettile. E' la stessa scena davanti a tutti i palazzi reali: a Buckingham Palace, dove lo stendardo della regina sventolava ieri sul pennone centrale per indicare che Elisabetta era al suo posto, ma anche al castello di Windsor e al St. James's Palace, residenza del principe Carlo e della regina madre. Da quando si è scoperto che la famiglia reale è nel mirino dell'Ira, i militari in assetto da combattimento, con i fucili mitragliatori SA-80, sempre in movimento per non diventare essi stessi un facile bersaglio, hanno sostituito gli splendidi ma inutili fantaccini del cerimoniale. E' scattata l'«Operazione Lucifero». Scotland Yard conferma: importanti documenti sono stati trovati nella casa alla periferia meridionale di Londra in cui abitava Ed O'Brien, il terrorista irlandese di 21 anni ucciso nell'esplosione dell'autobus, vittima della bomba che portava chissà dove. Gli agenti non precisano, ma notizie di stampa riferiscono che sono emerse piantine di tutti i palazzi reali, elenchi delle basi della Raf, calendari con gli impegni della regina e dei membri della famiglia reale, addirittura i piani per la protezione dei reali, compresi quelli che erano stati modificati pochi giorni prima. Domenica, in un castello di Windsor tornato al suo ruolo di fortezza, Elisabetta è stata persino costretta a seguire un percorso diverso, la sua auto preceduta da reparti armati, per raggiungere la cappella dove la regina madre l'attendeva per la funzione religiosa. Da ieri anche le due ribelli di casa Windsor, Diana e Fergie, sono accompagnate dalla guardia del corpo a cui, polemicamente, avevano rinunciato un paio d'anni fa. Per la prima volta si è vista Diana entrare allo Harbour Club, dove gioca a tennis, accompagnata da un poliziotto in borghese. Nessuno degli impegni pubblici della famiglia reale è stato annullato; ma tutti, dalla regina in giù, vivono come in stato d'assedio. «E' come se l'Ira avesse già vinto la sua battaglia», commentavano ieri alcuni turisti davanti a un Buckingham Palace orfano del tradizionale cambio della guardia. Mentre altri 400 soldati raggiungevano Belfast, in aggiunta ai 500 mandati dopo l'esplosione ai Docklands, ieri sono ripresi i contatti fra il governo inglese e il Sinn Féin, braccio politico dell'Ira. Ma senza grandi risultati: da una parte c'era la dichiarata intenzione britannica che i colloqui non dovessero servire a negoziare, mentre da parte na¬ zionalista - lo ha confermato Martin McGuinness - si è manifestata «grande delusione» per il rifiuto di Londra di fissare una data per l'avvio del negoziato multilaterale. Londra, ha detto McGuinness, «non è disposta a correre rischi per la pace». Forse una nuova spinta verrà dall'imminente vertice fra John Major e il primo ministro irlandese John Bruton, probabilmente domani. E' un fermento politico e diplomatico, mentre anche il Labour si piega all'imperativo della difesa annunciando che per la prima volta non voterà contro le leggi antiterrorismo, rinnovabili ogni anno. Ma anche la piazza dice la sua; e in Irlanda sta acquistando forza il «movimento per la pace» che domenica ha spinto insieme centomila persone a Sud e a Nord del confine, a Dublino e a Belfast, e al cui vigore è forse dovuta la mancata ripresa della violenza in Ulster. L'obbiettivo primario resta Londra. E con la capitale, ora, anche la regina. [f. gal.] Da quando sono stati scoperti i piani dell'Ira la regina Elisabetta e l'intera famiglia reale vivono protetti da esercito e poliziotti
Persone citate: Carlo, Ed O'brien, Elisabetta, John Bruton, John Major, Martin Mcguinness, Raf, Windsor
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