Da Clinton sanzioni a Cuba di Foto Ansa

Indagine Usa su un pilota scomparso da Miami, forse un infiltrato del regime di Castro Indagine Usa su un pilota scomparso da Miami, forse un infiltrato del regime di Castro Da Clinton sanzioni a Cuba Esplode la crisi dei Cessna abbattuti NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Una rappresaglia tutta «elettorale» quella decisa da Bill Clinton contro Cuba, dopo l'abbattimento sabato scorso dei due aerei Cessna pilotati da anticastristi, ad opera di un Mig dell'aviazione cubana. Non nel senso di ottenere il voto dei tanti cubani residenti in Florida, per i quali ormai Clinton, dopo la «svolta» dell'anno scorso che ha posto fine allo status di «immigrati privilegiati» riconosciuto per oltre 30 anni a coloro che fuggivano da Cuba, è e rimane un «nemico» (e infatti subito dopo il suo discorso le organizzazioni dei cubani di Florida hanno detto che le misure sono «insufficienti»), ma nei senso di spuntare in partenza le armi che i suoi concorrenti repubblicani potevano usare contro una sua supposta «mollezza» nei confronti di Fidel Castro. Delle cinque misure «punitive» che il Presidente americano ha deciso, infatti, due appartengono alla tradizione del partito repubblicano e una coinvolge direttamente i suoi parlamentari, quindi è un'occasione di fare qualcosa con il loro accordo. La prima misura è una legge che stabilisca il «risarcimento» alle famiglie dei quattro piloti abbattuti, ormai considerati molti. Per «rientrare» dei soldi che così verranno spesi, Clinton ha deciso il «congelamento» dei beni cubani negli Stati Uniti, anche se nessuno sa, dopo 35 anni di «non rapporti», quali mai quei beni possano essere. La seconda è un ulteriore inasprimento dell'embargo economico, estendendo il divieto di commerciare con Cuba anche alle ditte internazionali che abbiano una base negli Stati Uniti. Un progetto del genere esiste già da tempo ed è firmato dal senatore repubblicano Jesse Helms. Finora Clinton lo aveva avversato ma l'incidente di sabato ha detto - è servito a «farci ricordare la natura del regime cubano». La terza misura è la richiesta al Congresso di maggiori fondi per «Radio Marti», l'emittente radiofonica di propaganda anticastrista. Stava rischiando di perire per mancanza di fondi, ma ora Clinton sarà lieto di fare una tregua nelle dispute sul bilancio con i repubblicani, per trovare insieme un po' di soldi nelle pieghe del bilancio medesimo. La quarta è una maggiore restrizione nei viaggi fra Cuba e gli Stati Uniti (i diplomatici cubani diretti alle Nazioni Unite avranno più problemi) e la quinta è la sospensione «a tempo indeterminato» dei voli charter, che nell'ultimo periodo sono stati quasi giornalieri. Mentre Clinton parlava, all'Orni la rappresentante americana, Madeleine Albright, stava lavorando duro per ottenere una «condanna» dell'operato di Cuba. Era partita con la richiesta di una «risoluzione» ma poi, vista la barriera di «no», ha ripiegato su una «dichiarazione». Su questa ha ottenuto il consenso dell'Unione Europea, e Clinton si è detto «compiaciuto». Ieri però c'era ancora da superare l'ostacolo della Russia, secon¬ do la quale prima di ogni decisione il Consiglio di Sicurezza dovrebbe «ascoltare la versione cubana dei fatti». Mentre al Palazzo di Vetro si svolgevano queste schermaglie, in una delle strade adiacenti il primo segretario della missione cubana all'Orni, Philip Medina Gonzales, è stato aggredito da un gruppo di manifestanti che al grido di «Avete ucciso quattro americani» lo hanno malmenato e derubato del portafogli. Ne sono stati arrestati una dozzina. La sua «versione» comunque, Cuba l'ha già data organizzando una conferenza stampa all'Avana con i giornalisti stranieri. «Abbiamo prove inequivocabili - ha detto Ricardo Alarcon, ex ministro degli Esteri e oggi presidente dell'Assemblea Nazionale -, che i due aerei si trovavano nel nostro spazio, ma la prova maggiore è che le stesse autorità americane ci hanno chiesto il pernesso di cercare i quattro piloti nelle nostre acque territoriali. Quindi Clinton mente quando parla di "spazio internazionale"». Alarcon però ha detto un'altra cosa, e cioè che venerdì uno dei membri di «Fratelli al¬ la riscossa», l'organizzazione anticastrista che ha organizzato i voli dei Cessna, è arrivato all'Avana e ha raccontato «tante cose». Tutti hanno capito che quell'uomo è un «infiltrato» del governo cubano fra gli anticastristi, e tutti hanno dedotto che se i suoi superiori gli hanno ordinato di «rientrare alla base» 24 ore prima del fattaccio, vuol dire che la decisione di «passare ai fatti» contro quei voli era stata già presa. Non solo: a Washington lo sapevano perfettamente. Glielo aveva detto un ammiraglio americano in pensione, Eugene Carroll, che proprio pochi giorni prima era stato in visita a Cuba e si era sentito dire (dal capo di stato maggiore cubano Ulisses Rosale s del Toro) che all'Avana erano stufi di quei voli «pirati» e che volevano abbatterli. Piuttosto «annunciata», insomma, la nuova crisi fra Cuba e gUStati Uniti. Franco Pantere!!! Rappresaglia «elettorale» del Presidente per prevenire le accuse repubblicane Qui sopra Fidel Castro e a sinistra familiari e amici dei piloti anticastristi abbattuti dall'aviazione cubana [FOTO ANSA]