Prodi attacca: «O me o Dini, scegliete»

E Maccanico fonda l'Unione democratica per coagulare i cespugli del centrosinistra E Maccanico fonda l'Unione democratica per coagulare i cespugli del centrosinistra Prodi attacca: «0 me o Pini, scegliete» Messaggio aD'Alema: l'Ulivo alle urne con un leader certo ROMA. «O me, o Dini. Ma si scelga subito». Romano Prodi teme di essere congedato da candidato ufficiale dell'Ulivo per la guida del governo e passa all'attacco. Abbandonato il buonismo e la diplomazia, il professore bolognese chiede a Massimo D'Alema un chiarimento immediato. Perché sospetta che la trattativa in corso con Lamberto Dini possa comprendere anche tacite promesse. Come quella di permettere al presidente del Consiglio in carica di succedere a se stesso, in caso di vittoria dell'Ulivo. O meglio, di diventare il candidato dell'Ulivo nel caso la sua formazione prendesse più voti di quella capitanata da Prodi, detratti gli eletti del pds. Per questo Romano Prodi dice che «alle elezioni si va con un leader definito. Se si cambia dopo, c'è un inganno». Più tardi Prodi addolcirà il tono, ma non la sostanza: «Non c'è contrasto con Dini. Ma chi dovrà coprire il ruolo di primo ministro dovrà essere discusso prima delle elezioni». Certo, sta seminando zizzania nell'Ulivo l'incombente annuncio (sarà fatto domani) della nascita del partito di Dini. Preoccupazioni che non riguardano tanto il pds, quanto i suoi alleati cattolici e di centro. I quali vedono in Dini un pericoloso concorrente nella ripartizione delle candidature nei buoni collegi, la cui regia è nella mani di D'Alema. Perché tan¬ ti più seggi il pds prometterà a Dini (che è il personaggio che potrebbe portare all'Ulivo il valore aggiunto necessario per battere il Polo), tanti più ne verranno tolti agli altri. E tanto più potrebbe diventar legittimo sostituire Dini a Prodi dopo le elezioni. Questa è la sostanza che sta dietro alle cortine fumogene in cui Dini avvolge la sua iniziativa e i suoi propositi. E dietro la fulminante iniziativa di Antonio Maccanico. Che ieri sera ha annunciato la nascita della Unione democratica. Una formazione che serve a dare voce e peso specifico più consistente ai vari interlocutori minori del pds all'interno dell'Ulivo. Meglio contrattare tutti insieme (popolari, repubblica- ni, liberali, laburisti, democratici) che uno per uno, si saranno detti i dirigenti delle varie formazioni. Hanno giocato d'anticipo gli alleati del pds nella speranza di limitare le pretese di Dini. Il quale non solo vuole garantita una cospicua forza parlamentare, ma vuole anche mantenere la sua immagine ben distinta da quella dell'Ulivo. Quindi né «alleanze», né «intese», ma «affiancamento». Formula difficile da tradurre in pratica e che dovrebbe trasformarsi in accostamenti di simboli nei collegi uninominali. Dini potrebbe, invece, presentare il suo sinbolo assieme a quello di Maccanico per concorrere alla quota proporzionale (che esclude chi non raggiunge il 4 per cento dei voti). Che per l'Ulivo la fase sia un po' affannosa, non se lo nasconde nessuno. «Siamo in un momento un po' complesso - ammette Massimo D'Alema - ma nel senso della crescita». Il segretario del pds è andato a parlare ièri mattina con Lamberto Dini per sollecitarlo a decidere il da fare «e anche presto. Perché poi ci sono le elezioni e non c'è molto tempo». A proposito del candidato dell'Ulivo per Palazzo Chigi, D'Alema ha detto a Dini: «Lei lo sa, ma considero doveroso ripeterlo, il nostro candidato è Prodi». E Dini avrebbe risposto: «Per me questo vostro orientamento non è un problema». Gli altri, però, non sono tranquilli. «Ci sono dei problemi circa la definitiva scelta di Dini. Ci si chiede come possa realizzarsi il suo collegamento con l'Ulivo» si chiedeva ieri il segretario dei popolari, Gerardo Bianco, dopo aver dato vita al movimento di Maccanico. Il timore è che Dini pensi a varare un partito che navighi da solo, magari formando un terzo polo assieme a Bossi. Ma, in realtà, non pare questa l'intenzione del presidente del Consiglio. Il problema è che Dini, scendendo in campo, punta ad essere lui il vero rappresentante dell'area centrale dell'elettorato moderato. Svuotando, di fatto, la funzione degli alleati centristi del pds. Alberto Rapisarda età' 65 anni il 1° marzo famiglia Sposato con Donatella Pasquali Zingone. Tre figli soprannomi Lambertow, il Rospo studi Laurea in Economia a Firenze, poi master nelle Università del Minnesota e del Michigan provini inza Dal 1976 è in America al FMI. Poi direttore generale di Bankitalia redditi 824 milioni, dati 1992 - 767,5 lavoro dipend. - 53,0 lavoro autonomo -^3,5 reddito fabbricati HOBBY Il football americano, la Fiorentina la frase Parlamento, dibattito sulla fiducia: «Avete parlato per ore, adesso lasciate parlare me, cazzo» mmm età' 57 anni il 9 agosto famiglia Sposato con Flavia Franzoni. Due figli soprannomi Il Professore, Balanzone studi Laurea in Economia alla Cattolica di Milano Master all'Università di Londra provenienza Ministro dell'Industria nel IV governo Andreotti Poi presidente dell'lri ridditi 442 milioni, dati del 1992 - 61,0 lavoro dipendente - 374,0 lavoro autonomo - 7,0 reddito fabbricati horW"~ Il ciclismo. La Reggiana e il Bologna la frase A un'assemblea Iri: «Signori, in termini tecnici, direi che la situazione è un casino» Intanto il premier avrebbe deciso di affiancarsi (senza alleanze) alla coalizione di Romano Il leader pds «E' un momento complesso ma di crescita» «Ci sono molte trattative in corso Basta avere un po' di pazienza Tutto sarà chiaro tra pochi giorni» Lamberto al capo della Quercia «La premiership per me non è un problema» Ci sono molte ative in corso Basta avere o' di pazienza to sarà chiaro pochi giorni» e i* n età' 65 anni il 1° marzo famiglia Sposato con Donatella Pasqsoprannomi Lambertow, il Rospo studi Laurea in Economia a FireUniversità del Minnesota e dpDalger8- - -^HIllalPsupam Due figli lica di Milano Lamberto al capo della Quercia «La premiership per me non è un problema» Il presidente del Consigli* Lamberto Dini A destra: il leader dell'Ulivo Romano Prodi iclrn

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