Pivetti: «I giochi sono aperti» di Ugo Bertone
Pivelli? «I giochi sono aperti» Pivelli? «I giochi sono aperti» Domenica ha incontrato Bossi Maroni viene bocciato a Varese MILANO. Presidente Pivetti, ha progetti politici comuni con Dini? Quando si vedrà con il presidente del Consiglio? E la Lega ci sta? Lei, elegante nel suo tailleur bianco, scuote il capo e, sottobraccio al sindaco di Milano Marco Formentini all'inaugurazione di una mostra della Triennale («Identità e differenze» il titolo) si limita a ripetere: «Non so, non so». Poi, con un sorriso, aggiunge: «Tutte le soluzioni sono aperte. Credo che sarà una campagna elettorale molto interessante...». Facile pronostico, quello della Pivetti, almeno a giudicare dalle acque di casa leghista, agitate dalla discesa in campo di Lamberto Dini. Proprio la nuova formazione del presidente del Consiglio è stata al centro di due incontri riservati della Pivetti: il primo, nella serata di domenica, con Umberto...., Bossi; il secondo, probabilmente a Milano con IjKfflfeSffiggàrt^ nistro delTlnterno, Roberto Maroni. Il risultato? Bossi, racconta il tam tam del Carroccio, sembra sempre più deciso a scendere in campo da solo il prossimo 21 aprile. Il leader del Carroccio scrive, nella consueta lettera settimanale del gruppo di Montecitorio, che «la Lega non è un cespuglio di nessuno» e, dicono i più stretti collaboratori, appare sempre più tiepido e cauto nei confronti di una possibile alleanza di centro. Il sospetto, avrebbe detto Bossi alla Pivetti, è che il tentativo di Dini miri semplicemente a introdurre divisioni all'interno della Lega. E la Pivetti? Il presidente della Camera non può che aver preso atto dell'ostilità di Bossi a un patto organico di centro. Un'ostilità più profonda di quanto lei non avesse ipotizzato. Ma, si sa, alla Pivetti non fa difetto l'ostinazione: lei ha già ripetuto a Bossi e a Maroni che l'isolamento poitico della Lega rischia di rivelarsi una trappola mortale che non ha senso liquidare a questione rifacendosi «al'identità» del movimento. Il risultato? Prima di decidere le prossime mosse, afermano al Carroccio, la Pivetti dovrà almeno avere garanzie sulla collocazione poitica del fronte di Dini: se il premier si alleerà con l'Ulivo, difficilmente, dicono i leghisti, la Pivetti insisterà in direzione di un accordo. Altrimenti chissà... Intanto, con il consenso di Bossi, la Pivetti continuerà a condurre una sua esplorazione personale. Ieri sera, alla Triennale il presidente della Camera ha insistito sul tema della identità e delle differenze. «Chi è diverso - ha detto riferendosi alla prossima campagna elettorale - non per questo cessa di essere un interlpcutpre...», parole che, all'orecchio di qualcu^3QI^;.;;;sembrava no dirette anche ai vertici della Lega... Per ora, insomma, non si può parlare di una frattura tra Bossi e la Pivetti ma il caso politico esiste. E non è il solo. Dalle «primarie» che si sono tenute nei giorni scorsi in Lombardia per vagliare le candidature del Carroccio alle prossime politiche sarebbe emersa una sorpresa: i soci ordinari militanti della Lega Nord di Varese, avrebbero bocciato (la Lega non ha reso noti ufficialmente i nomi emersi dalle primarie) Roberto Maroni nel collegio in cui era stato eletto il 27 marzo. Certo, l'ex ministro dell'Interno ha passato l'esame in un'altra circoscrizione, né il voto è vincolante (in Lega, alla fine, decide sempre Bossi) ma anche questo, accanto al caso Pivetti, è un nodo cui il leader del Carroccio dovrà porre rimedio in tempi brevi. Ugo Bertone ggàrt^
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