Elezioni, sì agli spot ma col cronometro

A viale Mazzini Francesco Micheli è il favorito nella corsa alla poltrona di Minicucci A viale Mazzini Francesco Micheli è il favorito nella corsa alla poltrona di Minicucci Elezioni, sì agli spot ma col cronometro Il garante detta le regole della nuova par condicio ROMA. Alla fine sarà Francesco Micheli il direttore generale della Rai? Accantonato, a quanto pare, Fabiano Fabiani, è il nome del direttore generale dell'Ili quello che circola con più insistenza alla vigilia dell'assemblea dei soci che dovrà nominare il successore di Raffaele Minicucci, il direttore licenziato inopinatamente da Letizia Moratti più o meno un mese fa. E così l'ultima Raistory, quella che ha opposto la presidente Moratti al terzo direttore generale, dovrebbe aver fine. Dovrebbe, perché non è affatto detto che Donna Letizia gradisca davvero la nomina dell'alto personaggio che Uri le metterebbe alle costole. Intanto, mentre la par condicio si trasferisce anche su Cd-Rom, perché proprietari di emittenti grandi e piccole possano dilettarsi con la lettura del complicato decreto, il garante Santaniello ha tirato fuori l'annunciato regolamento attuativo che fissa i paletti per la prossima campagna elettorale in tv. E per tagliare la testa al toro su eventuali contestazioni, e facilitare il lavoro immane all'ufficio di Santaniello che notoriamente non largheggia in mezzi, tutte le emittenti di qui al 21 aprile dovranno tenere un archivio di tutti i programmi trasmessi. Ore e ore di bobine a disposizione dei controllori. Poche le novità, rispetto alla scorsa campagna elettorale. Grosso modo le proporzioni da rispettare sono diverse da oggi al 18 marzo, giorno di presentazione delle Uste, e dal 18 in poi. Con l'eccezione dei sondaggi, vietati solo negli ultimi 15 giorni. E dei discussi spot, ammes- si su tv private e locali fino al 21 marzo e poi vietati. Ogni emittente - intima il Garante - non potrà trasmetterne più di 2 al giorno per ogni partito (ma 3 al giorno per i movimenti che si presentano per l'uninominale, più 1 per il proporzionale, nei tre giorni dal 18 al 21). Ancora, gli spot non potranno durare più di 45 secondi e andrannq in onda solo tra le 13 e le 14 e le 18 e le 23. Spazi che il pidiessino Vincenzo Vita trova ancora troppo ampi. • Le trasmissioni di propaganda andranno organizzate col bilancino, con criteri diversi prima e dopo 3 18 marzo, non solo sugli schermi Rai ma anche su quelli privati, che saranno obbligati a offrire spazi gratuiti e ad emanare un proprio codice interno e persino un responsabile. Vietata la presenza di esponenti politici negli show e varietà (ma dei loro «surrogati» stile Striscia la notìzia e simili, il regolamento non parla), anche i programmi informativi, dal Costanzo show a Tempo Reale cadono sotto la cappa del Garante. La parità non dovrà riguardare solo gli ospiti ma anche il pubblico, nel senso che ogni invitato dovrà avere presente in sala la sua «squadra», proporzionale alla sua forza politica. E ospiti e conduttori, registi e tecnici, non potranno dare indicazioni di voto, anche indirette, o manifestare le loro preferenze. I casi di Vianello e Mike Bongiorno, quindi, non dovrebbero più ripetersi. La Rai dovrebbe trovarsi avvantaggiata. Da servizio pubblico è tenuta a dare l'esempio, e infatti ha già pro¬ messo un suo regolamento interno, anche più rigoroso di quello di Santaniello. E di garante ne ha già nominato uno proprio, nella persona di Jader Jacobelli. Uri home da viale Mazzini rimbalza anche per la poltronissima dell'ex Minicucci. Insieme a quelli del vicedirettore generale Aldo Materia, del capo dell'ufficio legale Rubens Esposito e dell'ispettore Francesconi. Donna Letizia e il suo cda insistono: il candidato alla direzione generale deve venire dalla Rai. Ma anche Tiri non molla. E dopo aver ventilato il nome di Micheli, che pareva quasi una bandiera, dopo il nome minore di Bigi, rappresentante Iri nel collegio sindacale, pareva che il favorito fosse il presidente della Finmeccanica Fabiano Fabiani. Un nome proposto da D'Alema, si diceva, ma che metteva d'accordo tutti per la sua collocazione politica di cattolico dai molti legami e la sua antica competenza di cose Rai. Al quale nemmeno la Moratti avrebbe potuto dire di no. Invece pare che non sia andata. Perché Fabiani non avrebbe mollato Finmeccanica, e non avrebbe gradito di trovarsi, per soli 3-4 mesi a fare il secondo della Lady di ferro. E allora ecco spuntare di nuovo il candidato istituzionale per eccellenza. Francesco Micheli appunto. Restano due giorni per pensarci. L'assemblea Iri-Rai è infatti convocata per stamattina, ma sarà tenuta «aperta» fino a giovedì, giorno in cui si riunirà il cda dell'Ili. Solo a quel punto i giochi potranno dirsi fat¬ ti. [m. g. b.]

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