Di Pietro, nuovo round a Brescia

Interno L'ex pm di Mani pulite oggi alla seconda udienza preliminare con 5 imputazioni Di Pietro, nuovo round a Brescia Tra gli imputati Previti e Berlusconi jr BRESCIA. Giovedì scorso aveva vinto il primo round, con una sentenza favorevole. Oggi, l'ex pm Antonio Di Pietro deve affrontare altre accuse nella seconda udienza preliminare, forse quella più difficile, davanti al gip Anna Di Martino, fama di dura al di sopra delle parti. Di Pietro deve rispondere di cinque capi di imputazione, quattro concussioni e un abuso di ufficio, dopo le denunce del finanziere Gorrini, condannato per il crac della Maa assicurazioni. Episodi che risalgono ad un periodo precedente alle inchieste di «Mani pulite». Di Pietro si troverà in compagnia, tra gli imputati, dell'ex ministro della Difesa Cesare Previti e Paolo Berlusconi, ma l'udienza di oggi potrebbe essere aperta e subito rinviata per i ritardi nella trascrizione delle intercettazioni telefoniche." In ogni caso, si tornerà alle origini delle inchieste su Di Pietro, a Giancarlo Gorrini, l'ex presidente della Maa assicurazioni che raccontò tra le altre cose il famoso prestito da cento milioni. Quello stesso Gorrini che andò dagli ispettori ministeriali, provocando un'ispezione segreta che secondo i pm di Brescia avrebbe spinto Di Pietro a dimettersi. Per i sostituti procuratori di Brescia Salamone e Bonfigli, le menti del complotto sarebbero Previti e Berlusconi junior, per i quali è stato chiesto un rinvio a giudizio insieme con l'ex ispetto¬ re De Biase e Di Nacci. Tutti respingono però le accuse. Di Pietro dunque non è il solo imputato, anzi, è anche parte lesa, pur negando di essere stato ricattato. L'ex giudice ha comunque preparato, come nella prima udienza, la sua controinchiesta per respingere gli illeciti contestati, oltre ai cento milioni, le cause della Maa affidate alla moglie avvocato Susanna Mazzoleni, le pressioni perché fossero ripianati i debiti di gioco per 600 milioni dell'amico Eleuterio Rea, e la partecipazione alla commissione che nominò Rea capo dei vigili di Milano. E ancora per una questione di informatizzazione, per presunte «raccomandazioni», Di Pietro dovrà affrontare una seconda udienza preliminare il 6 marzo. Deve rispondere a un'accusa di concussione per la vicenda legata a Giancarlo Albini e una tentata concussione riferita all'ex assessore de Francesco Rivolta. E sarà ancora Roberto Spanò - il giudice che ha emesso la prima sentenza favorevole all'ex pm di «Mani pulite» - a dover prendere una decisióne: se accogliere la tesi d'accusa dei sostituti procuratori di Brescia, Salamone e Bonfigli, o dare di nuovo ragione a Di Pietro. «Non è detto che finisca nello stesso modo - anticipa Spanò -. Nei due casi già esaminati i pm non avevano prove, ora valuteremo gli altri. Si riparte da capo...». «Non si può confondere una sentenza favorevole con un proscioglimento definitivo», aveva commentato il portavoce dell'ex giudice, Elio Veltri, ricordando come la strada fosse ancora lunga e lastricata di insidie per l'amico Di Pietro, [st. e] caballeros... «Non mi fraintenda: io non faccio chiamate di correo. E non dico affatto che tutti fossero disonesti. Dico che l'illiceità era nei fatti». Come tutti: colpa del sistema. Non le sembra ipocrita? «Io amo la poltica e faccio soltanto ragionamenti che abbiano un capo e una coda politici. E allora dico: se fosse vero che io, Paolo Cirino Pomicino, insieme a una combriccola di corrotti avessimo degradato la vita politica, allora la nostra cacciata avrebbe dovuto produrre una purificazione della politica, mi segue?». Vada avanti «Invece non è còsi perché il disegno era rozzo e i sistemi usati alquanto brutali, anche se poi alla fine c'è qualche vero giudice a Berlino. La conseguenza è il panorama terrificante che abbiamo davanti. La verità è che hanno usato un pretesto giudiziario per far fuori l'area moderata del Paese dando a bere che quell'area politica coincidesse con quella del malaffare. E siamo stati dati in pasto ai leoni nel circo». Lei sostiene di avere avuto sempre e solo contributi volontari? «Sì, e mai per le mie tasche. Vorrei sapere adesso: l'esposizione bancaria di certi partiti che pompano miliardi dal credito, fanno una cosa lecita o si può avanzare qualche dubbio?». Se si riferisce al pds, quel partito offre in pegno le sue proprietà immobiliari. «E che c'entra la garanzia della restituzione con l'uso del credito bancario a fini politici come un diritto? Perché per me, invece, ottenere finanziamenti da privati è invece un delitto?». Sento un telefonino che suona: fosse Pannella? «Non credo. Comunque la saluto, perché con questa tosse non riesco più a parlare». Paolo Guzzanti «Se si candidano De Mita e La Malfa perché non dovrei candidarmi io?» Antonio Di Pietro pezione segreta che secondo i pm di Brescia avrebbe spinto Di Pietro a dimettersi. Per i sostituti procuratori di Brescia Salamone e Bonfigli, le menti del complotto sarebbero Previti e Berlusconi junior, per i quali è stato chiesto un rinvio a giudizio insieme con l'ex ispetto¬ Deve rispondere a un'accusa di concussione per la vicenda legata a Giancarlo Albini e una tentata concussione riferita all'ex assessore de Francesco Rivolta. altri. Si riparte da capo...». «Non si può confondere una sentenza favorevole con un proscioglimento definitivo», aveva commentato il portavoce dell'ex giudice, Elio Veltri, ricordando come la strada fosse ancora lunga e lastricata di insidie per l'amico Di Pietro, [st. e]

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