Fuochi d'artificio al ritorno a casa

Fuochi d'artificio al ritorno a casa Fuochi d'artificio al ritorno a casa PARMA. Sette ore dopo il 2° oro iridato di Sierra Nevada, Alberto Tomba ieri sera era già in Italia. Il bicampione del mondo è arrivato all'aeroporto di Parma poco dopo le 21, proveniente da Granada, accolto da fuochi d'artificio organizzati dalla società di gestione dello scalo. Tomba ha viaggiato a bordo di un «Cessna citation 6» messo a disposizione dalla Barilla, suo sponsor. Ad attenderlo c'era una folla in cerca di autografi (qualcuno concesso), giornalisti, fotografi e cameramen. Cappello da cowboy in testa, in omaggio al suo sponsor americano, e senza le medaglie al collo, Tomba è apparso di buon umore, solo un po' innervosito dai giornalisti («E' tutt'oggi che parlo con la stampa, ho solo voglia di arrivare in fretta a casa e di fare festa con la mia famiglia», ha detto). Ma ha scambiato ancora qualche parola: «Mi ero preparato apposta per i Mondiali e sono soddisfattissimo per questi risultati. Intendevo solo vincere l'oro iridato perché non mi era mai riuscito, ed eguagliare il record di Thoeni». A chi gli chiedeva per quanto tempo gareggerà ancora, dopo l'annuncio che sarà al Sestriere nel '97, ha risposto: «Sono molto stanco, da tanti anni sono ai massimi livelli, credo di aver dato moltissimo all'Italia in tutto questo tempo». Poi non ha resistito ad una battuta: «Un giorno vi becco, vi faccio una sorpresa e non ci sarò più, appendo gli sci al muro». Inseguito dalla folla e accompagnato dal suo entourage, Tomba ha impiegato una decina di minuti per trovare l'auto che lo attendeva fuori dall'aeroporto. Cercando di sottrarsi, ha fatto una sorta di slalom dentro e fuori il terminal, poi ha raggiunto la vettura. «Vado a casa», ha detto, smentendo una voce che lo voleva ad una cena organizzata a Parma dai Barilla. Tomba avrebbe anche avvisato qualche fotografo di non attenderlo a Castel dè Britti perché sarebbe stato inutile, avrebbe oltrepassato in auto il cancello per poi entrare subito in casa. to, mitragliato, travisato. E poi c'è anche chi inventa storie assurde. Qualcuno qui ha scritto che ho avuto dei problemi con la Guardia Civil. La verità è che il comandante è venuto a chiedermi un autografo. E mi ha regalato i distintivi di tutti i reparti». Torniamo alla gara. Certo, nella seconda partenza l'adrenalina deve essere salita a mille... «Vedevo delle gran facce tese, bianche sotto l'abbronzatura. Io ero al cancelletto e sentivo dal basso arrivare la voce degli altoparlanti. Lo speaker diceva "seconda manga" (manche in spagnolo, ndr) ed ho pensato: mi manga il Mondiale di slalom...». E adesso? «Adesso a casa. La Guardia Civil mi ha messo a disposizione un elicottero per andare a Granada. E poi - ripete in maniera quasi ossessiva - dicono che ho brutti rapporti con i poliziotti... Quindi volo a Parma con l'aereo della Barilla. Facciamo già festa a bordo. Ma voglio anche riposarmi, prima di partire per Lillehammer dove ci saranno le finali di Coppa. Il mio obiettivo? Beh, a questo punto posso puntare solo alla sfera di cristallo dello slalom. Il francese Amiez è in testa con 19 punti di vantaggio. Posso anche batterlo. Ma io elevo vincere e lui non arrivare secondo. Oppure mi bastano 20 punti se lui non ne fa. Se mantengo la forma, ci provo». Tomba, a parte la Coppa del Mondo assoluta, conquistata lo scorso anno contro tutti i pronostici, si è aggiudicato nella sua carriera già otto coppe di specialità, quattro in speciale e altrettante in gigante. «Ma - dice Alberto che ha un rapporto particolare con le cifre - mi piacciono molto di più le mie vittorie individuali: 47 gare di Coppa, oltre a un parallelo che io conto, due ori mondiali e tre olimpici. Mi manca ancora il Trofeo Topolino, al quale avevo partecipato da ragazzino ma non mi ero piazzato nei primi posti. Potrei riprovarci quando andrò in pensione. Ma il bilancio è egualmente discreto, vero?». Verissimo. Cristiano Chiavegato ti <»

Luoghi citati: Italia, Nevada, Parma, Sestriere