Tritolo contro l'Aeronautica

Gravissimi i danni, il gesto è stato rivendicato dai «nuclei comunisti» Gravissimi i danni, il gesto è stato rivendicato dai «nuclei comunisti» Tritolo contro l'Aeronautico Roma, attentato nella notte alla sede ROMA. Il cartello giallo è ancora lì, e avverte: «Zona militare Sorveglianza armata». Ma l'altra notte nessuno ha visto niente mentre qualcuno s'è avvicinato al muro di cinta del palazzo dell'Aeronautica, ha piazzato una bomba sul davanzale di una finestrella, ha acceso la miccia e se n'è andato. L'esplosione è avvenuta all' 1 e 40: il boato sveglia quasi tutti gli abitanti della zona, il muro si sbriciola e apre un buco di circa un metro di diametro, la porta della cabina elettrica salta in aria e si abbatte sul marciapiede, i detriti volano su-, gli alberi di viale dell'Università e contro le macchine parcheggiate. A terra rimangono pietre e vetri rotti. Un attentato facile da eseguire e difficile da decifrare, che non ha fatto vittime né feriti, ma nel quale poteva scapparci il morto. «L'intenzione era quella di colpire duro - dice il sottosegretario alla Difesa Carlo Maria Santoro , le dimensioni del danno sono così rilevanti da far pensare che la bomba non avesse un carattere solo dimostrativo. Poteva anche provocare delle vittime». Dall'altra parte del muro di cinta, spiega il sottosegretario, c'è una camerata per gli avieri del corpo di guardia, e «il muro non ha ceduto solo per miracolo». Nel primo pomeriggio, arriva una rivendicazione. Un uomo telefona all'agenzia di stampa AdnKronos, e dice che la bomba è opera dei «Nuclei comunisti combattenti»; c'è un volantino in un cestino dei rifiuti a piazza Cavour, avverte. I carabinieri vanno, ma il volantino non c'è. Per questo la rivendicazione viene giudicata con molto scetticismo, anche perché la-telefonata è giunta a molte ore di distanza dall'esplosione, dopo che radio e televisione avevano già dato notizia delPffttéltttattr, B^èl*ptinto potrebbe averla fatta chiunque,,, nessun particolaìti%$s collegato " l'anonimo telefomstsàuV'bomba. L'unico indicato, il volantino, non s'è trovato. L'ordigno - forse un paio di chili di tritolo, stando ai primi accertamenti - ha fatto saltare la corrente elettrica nella zona dell'università, oltre ai vetri di molti palazzi che circondano la cittadella dell'Aeronautica, dove ha sede lo stato maggiore dell'Arma azzurra. Un obiettivo buono - dicono gli analisti - sia per il terrorismo interno di estrema sini¬ stra, sia per quello internazionale. «Potrebbero essere oggetto di iniziative strutture militari impegnate nel fornire supporto operativo-logistico alle operazioni alleate nell'ex Jugoslavia», hanno scritto i Servizi segreti nell'ultima relazione semestrale sulla sicurezza. E l'Aeronautica militare italiana è certamente una di queste strutture. Prese di mira - a parole ma anche con qualche fatto del passato - pure dai «Nuclei comunisti combattenti», un'organizzazione terrò-. ristica vecchia già di qualche anno. Al di là della rivendicazione non troppo credibile, infatti, quella pista resta la più battuta dagli investigatori in queste ore. Due anni fa, il 10 gennaio 1994, i Nuclei hanno rivendicato l'attentato al Nato dejènse college di Roma, all'Eur, con un volantino dagli espliciti richiami brigatisti: due chili di tritolo contro un obiettivo militare, come l'altra sera. Ma stavolta manca il volantino. Alla stessa area «antagonista» viene attribuito anche il fallito attentato al palazzo della Coni industria del 18 ottobre '92.1 Servizi, inoltre, richiamano l'attenzione sulla «diffusione di documenti elaborati dai detenuti irriducibili, nei quali si fa esplicito riferimento alla necessità del rilancio della lotta armata». E mettono in guardia da «azioni dimostrative contro obiettivi di elevato valore simbolico cóme quelle perpetrate, negli anni scorsi, in danno di sedi Nato ed Usa». Nel febbraio dell'anno scorso, a Roma, due ragazzi furono arrestati pròprio con l'accusa di essere militanti dei Nuclei comunisti combattenti. Si tratta di Fabio Matteini e Luigi Puccini, catturati in strada a bordo di due motorini rubati. La polizia trovò anche dei volantini dei Nuclei-e altro, materiale prppagandistico, mentre^ bordò di un'auto parcheggiata vicmo-ar luogo in còri due furono sorpresi c'erano delle armi. Matteini e Puccini non si sono dichiarati prigionieri politici, né hanno ammesso la loro partecipazione all'organizzazione terroristica, ma l'accusa nei loro confronti è andata avanti. E proprio ieri mattina, nell'aulabunker di Rebibbia, era in corso il processo contro di loro in Corte d'assise. Giovanni Bianconi Il luogo dell'esplosione della bomba, il muro di cinta del palazzo dell'Aeronautica Il boato, avvenuto all'1,40, ha svegliato tutto il quartiere Un buco di un metro di diametro nel muro di cinta Accanto c'era la camerata che ospita gli allievi Trovato un volantino in un cestino

Persone citate: Carlo Maria Santoro, Fabio Matteini, Giovanni Bianconi, Luigi Puccini, Matteini, Puccini

Luoghi citati: Jugoslavia, Roma