Giallo di Merano, caccia al mandante di Pierangelo Sapegno

Dopo l'arresto del giovane, si continua a seguire la pista tedesca per il massacro dei due fidanzati Dopo l'arresto del giovane, si continua a seguire la pista tedesca per il massacro dei due fidanzati Giulio di Merano, («ria al mandante «Venne dal Nord l'ordine di uccidere3 volte» MERANO DAL NOSTRO INVIATO La verità, dice. Grande ressa attorno al tavolo lungo. Un carabiniere sulla soglia a far da guardia. «La verità la scopriamo poco per volta», sospira il magistrato. Cuno Tarfusser ha la barba corta e i capelli biondi. E ha un faldone alto dieci centimetri sul tavolo. Fascicolo Luca Nobile, c'è scritto. Ecco, il giallo di Merano ha già il suo nome. Lui è una faccia sul giornale aperto, due occhi sbarrati e un po' di peluria sul viso. «La verità è che mio figlio non c'entra», piange mamma Concetta, dietro la porta chiusa, cinque scalini sotto la strada. Ciac. Il rumore di una serratura. Ma" qui, nell'ufficio del Tribunale, la verità parte da questa faccia, da quest'uomo ancora da scoprire. C'è un indagato e manca Ù resto, sui taccuini dei giornalisti. Attenti, però. Gira e rigira, il giallo di Merano potrebbe riservare le stesse sorprese che svelava all'inizio. La pista tedesca, quella del sicario. Come dire che l'assassino non viene dal Nord, ma il mandante forse sì. E' una traccia, un'idea, una ipotesi. Parte sempre da qui, da questa faccia, da questo ordine di custodia cautelare emesso nel pomeriggio di un giorno da cani, Merano strapazzata dal vento, il funerale del povero Berto e Luca Nobile in strada, a passeggio. E se fosse lui il killer venuto dal freddo che cercavano subito dopo la morte di Hans e Clorinda? Torniamo indietro, allora. A quella sera dell'C febbraio. Hans e Clorinda sono uccisi alle 19,30 sulla Passeggiata d'inverno. L'assassino spara prima un colpo a lui, alla nuca. Un colpo orizzontale. E poi a lei, traiettoria verticale, sempre da dietro. Significa chef Detmering- cade a terra è lei fa per chinarsi à soccorrerlo, prima che l'assassino faccia di nuovo-fuoco; Questa dinamica, à rigor di logica, esclude l'ipotesi della rapina. E' la fotografia di un'esecuzione. Poi, mentre cominciano le indagini, Luca Nobile si presenta agli inquirenti: racconta di aver assistito all'omicidio dall'altra parte della passeggiata, racconta di aver visto ^assassino scappare. Ne traccia anche un identikit. E per realizzarlo gli uomini della Scientifica lo portano a Padova, alla Criminalpol. Lui fa disegnare un volto che esiste davvero, ed è quello di un suo amico, scomparso un anno fa da Merano. Strano. E' mercoledì 14 febbraio, giorno di San Valentino, quando muore Umberto Marchioro. Proprio quella sera la volante riporta a casa Nobile da Padova e lo lascia davanti alla porta alle 19,55, in via Damiano Chiesa. H povero Berto è ucciso alle 20,12. Marchioro abita qualche centinaio di metri più in là, sullo stradone. Cos'hai fatto quella sera?, gli chiedono gli inquirenti. «Ho fatto un giro per andare a cercare gli amici», risponde lui. «Prima sono andato nella piazza di Sinigo, e poi a Merano». Solo che per raggiungere la piazza, confessa, è passa¬ to davanti alla casa di Berto compiendo uno strano giro. Per andare al bar gli bastava prendere via Damiano Chiesa e fare cento metri. Invece, lui esce di casa, taglia i prati e va sullo stradone fino di fronte al casolare di Berto, allungando di molto. Poi, prende un viottolo d'erba che lo riporta in via Damiano Chiesa e ritorna ancora indietro per arrivare in piazza. Perché fare questo giro tortuoso? L'ora coincide pure con quella del delitto, tanto che lui confesserebbe ad un tratto d'aver sentito un colpo e di non averci fatto caso. Ti ha visto qualcuno?, gli chiedono. Luca dice che passavano tante macchine e qualcuno l'avrà pur visto. Dev'esser per questo, sospettano gli inquirenti, che Nobile confessa questo strano giro portando i magistrati sulla sua pista. Poi, si conoscevano bene lui e Berto. E a volte Luca usava la sua stalla per nascondere cose che non voleva far trovare a sua madre. Tarfusser comincia a convincersi, a crederci. Così, da sabato sera, tre giorni dopo l'omicidio di Marchioro, le indagini puntano tutte sul supertestimone. Nella conferenza stampa, Cuno Tarfusser svicola, ma qualcosa ammette. E' vero che qualcuno lo accusa?, gli chiedono. Risposta: «Ci sono anche testimonianze che abbiamo raccolto. Se sono pesanti o no, non ve lo dico». Altra domanda: le indagini in Germania? E altra risposta sibillina: «Finché non c'è una sentenza definitiva, abbiamo sempre motivo di indagare ancora. Anche in Germania». Il fatto è che poi qualcuno degli inquirenti confessa che oggi come oggi si potrebbe ipotizzare per Luca Nobile proprio l'accusa di omicidio plurimo in concorso con ignoti. Ma è anche vero che il giallo di Merano ha lasciato fino adesso un indagato e tutto un mistero. Manca una chiave, manca ancora qualcosa che sveli la soluzione finale. E per questo, si lavora su due ipotesi. Una è di nuovo quella del folle. Luca Nobile sarebbe un uomo solo, disperato, senza amore, che impazzisce d'odio di fronte a una coppia febee. Non sappiamo se ci si può credere. «Abbiate fede», sorride Tarfusser in conferenza stampa. «Ci sono indizi gravi». Ma Luca Nobile è anche altro. E' freddo, lucido, come dimostra tutto il suo comportamento durante le indagini. Così, se è vero quel che sostiene l'accusa, decide di fare il testimone appena avverte un pericolo, quando i giornali raccontano di qualcuno che ha assistito al delitto. Poi è disposto a tutto per i soldi, ed è abituato all'uso delle armi. Può darsi alla fine che questo sia l'identikit di un sicario, o di una vittima. La verità, però, passa da questa faccia con gli occhi sbarrati, su un giornale aperto, un po' stropicciato. «Ah, la verità», sospira Tarfusser. Pierangelo Sapegno Le indagini continuano anche in Germania A sinistra in basso gli inquirenti che seguono il giallo di Merano. Al centro il giovane arrestato. A fianco il luogo del primo delitto