Par condicio, la Rai si affida a Jacobelli

IL CASO Guiderà l'Unità di Garanzia, che dovrà vigilare sulla corretta assegnazione degli spazi tv Par condicio, la Rai si affida a Jacobelli Oggi il regolamento del Garante ROMA. L'hanno chiamata Unità di Garanzia, una parola che evoca le «unità di crisi» della Protezione civile dopo alluvioni e terremoti o quelle del ministero degli Esteri durante il conflitto in Somalia. Meno drammaticamente, la task-force escogitata dal cda Rai dovrà vigilare sull'applicazione della par condicio e sarà guidata da Jader Jacobelli, già coordinatore della «Consulta qualità», promosso a supersceriffo interno delle pari condizioni. Come da copione. L'anziano giornalista, moderatore delle Tribune elettorali fanfaniane, l'aveva detto, che avrebbe preferito non essere solo nel delicato compito. Ed è stato accontentato. Ma, al momento, il nuovo comitato dal nome altisonante pare poco più di ima scatola vuota. n promesso decalogo, o carta, o codice intemo, di cui si parla da 10 giorni, ancora non esiste e alla fine sarà ben poco eclatante. A confermarlo è Beppe Morello, il consigliere ultimo arrivato che, in quanto ex presidente dell'Ordine dei giornalisti e della Stampa parlamentare, farà sicuramente parte della squadra. «Quel che posso dire è che sicuramente il nuovo codice farà riferimento alla "carta di garanzia per gli utenti" già elaborata alla Rai, e al codice deontologico dei giornalisti e avrà comunque un carattere operativo», spiega. Si sa, ci sono procedure da rispettare. «Santaniello deve varare il suo regolamento attuativo, promesso per oggi, la Vigilanza deve emanare i suoi indirizzi o esprimere un parere, il cda deve consultare i direttori di rete e testata che hanno una loro autonomia», aggiunge Franco Iseppi, coordinatore del Palinsesto. E Morello: «Per ora abbiamo avviato una prima riflessione». Ieri mattina Rossella, Mimun, Vigorelli, Giordani, Laporta, Locateli, più Minoli, Santoro, Iseppi, si sono riuniti una prima volta con gli avvocati dell'ufficio legale. Che li hanno informati, per chi ancora non l'avesse capito, che la par condicio è già in vigore dal 17 febbraio, giorno dello scioglimento delle Camere. E hanno ascoltato i dubbi dei dirigenti Perplessità a volte al limite del paradosso, rivelatrici del nuovo terrore da par condicio che serpeggia in Rai. «Se Baresi si candida per Forza Italia, o Signori va con An ha chiesto il direttore della testata Sportiva Bartoletti - il cronista di una partita può citarli per nome, o deve limitarsi a dire "il giocatore numero 6 ha segnato un gol"?». «E se il sindaco di Roccacannuccia presenta un nuovo tipo di caciotta, possiamo parlarne o no?» ha chiesto il direttore di Uno Mattina. Santoro, furioso sulla proposta di Marco Taradash di chiudere Tempo reale, «perché strutturalmente anti-par condicio», ha spiegato che gli ospiti nel suo programma li scelgono i partiti. «E se non ci mandano i big e dobbiamo andare in onda lo stesso con quel che passa il convento, tanto vale chiudere». E sulla Rai in fermento arriva intanto la nuova mazzata del Minicucci furioso. L'ex direttore licenziato, dopo essere ricorso al pretore per essére reintegrato, ha fatto denuncia al Tar. E ieri, impossibilitato ormai a entare nel suo ufficio, anno dalla chiesta anla televisioni di intratfluenzare i ha spedito a tutte le strutture un fax diffidando l'azienda dal prendere nuove iniziative. «Continuiamo il nostro lavoro» hanno risposto i dirigenti, snobbando la minaccia. Ma al settimo piano sono preoccupati. La Rai, esclusa dai diritti crip tati del calcio dopo che il governo mercoledì l'ha esclusa dalla pay-tv, si è appena aggiudicata le gare di motociclismo. E, se il giudice desse ragione a Minicucci, U contratto potrebbe saltare. Non solo. La sempre più confusa situazione legale rischia di far saltare l'assemblea dell'Ili che il 27 prossimo doveva eleggere un nuovo direttore generale. Proprio ieri il presidente dell'In Tedeschi ha visto il presidente della Finmeccanica Fabiano Fabiani per convincerlo ad accettare la poltrona di Minicucci. Fabiani ha rilanciato: accetterebbe la Rai, ma senza lasciare Finmeccanica. Ma si dice anche che avrebbe chiesto garanzie per il «dopo». Il cda Rai scade comunque a giugno, e per soli quattro mesi non ne varrebbe nemmeno la pena. Maria Grazia Bruzzone LE CINQUE REGOLE DELSUPEROARANTE 1 • Stesso numero di presenze in video per tutte le parti politiche. 2* Interviste equilibrate anche quantitativamente. Ossia dovrà essere concesso lo stesso tempo per le risposte ai diversi candidati. 3» Diritto di replica per chi ritiene di essere stato oggetto di dichiarazioni false o distorte. 4* // conduttore di untgo di un talk show dovrà essere il garante della correttezza durante la sua trasmissione. Sono previste sanzioni che vanno dalla multa alla sospensione. 5* Imparzialità politica richiesta anche agli altri protagonisti della televisione. I conduttori di trasmissioni di intrattenimento non dovranno influenzare i telespettatori. Jader Jacobelli coordinerà l'«unità di garanzia» nella Rai

Luoghi citati: Roma, Somalia