«Anche Al Bano con l'Ulivo» Serra attacca la desistenza di Ugo Bertone

Bordon rilancia «Serve una fona '-socialista» Il nuovo «Cuore» contro gli accordi elettorali con la Lega « Anche Al Beano con Pulivo » IL CASO SATIRA E Et: SMELANO CUSI, Serra, ma l'accordo con Bossi si può fare? Lui, Michele Serra, l'«Eroe dei due Mondi» della satira come sta scritto in calce a Cuore, per tutta risposta si limita a indicare il titolo del settimanale che da oggi torna alla vecchia formula (tanta satira di costume e politica, basta scoop e inchieste) di successo. E la testata di Cuore recita così: «Anche Al Bano con l'Ulivo. Nilde Jotti d'accordo: Togliani avrebbe fatto lo stesso...». Caro D'Alema, insomma, eccoti sistemato a modo nostro. Il giornale, incalza Serra, è in edicola da oggi ma a Milano uscirà sempre di venerdì «per dare a Formentini il tempo di capire le battute...». Cara Lega, eccoti sistemata: tra noi e voi non c'è nulla in comune. A Serra, insomma, la «desistenza» non va giù. E, come ha scritto sull'Unità di ieri, spiace soprattutto che tocchi «agli elettori dell'Ulivo dipendere dalle manovre di Bossi; che siano almeno manovre nostre». Un discorso da sinistra pura, magari limpida ma perdente. O no? «Ah no - replica lui - ogni volta che uno rivendica un po' di coerenza o chiarezza salta fuori l'accusa di minoritario. Nemmeno a me piace, perdere. Ma stavolta contro la desistenza non si è mossa la sinistra nostalgica, un po' rétro, ma gente che fin dall'inizio ha capito le ragioni dell'Ulivo, delle larghe intese, gente come Salvati o Foa». Ma Bossi no... «Ma che abbiamo in comune noi e loro? Mi hanno detto che le ideologie non esistono più, che la frontiera corre tra chi vuol riformare il Welfare, lo Stato sociale, e i liberisti. E la Lega è ultraliberista. O no? Eppoi io come faccio a votare Boso o Borghezio? Io non ci riesco. E come me tanta gente. Loro sottovalutano questo rischio. E invece tanta gente non andrebbe a votare. Chi l'ha detto che vinceremmo con un accordo cosi? Meglio un discorso onesto con gli elettori. Anche perchè si tratta di governare un Paese con un progetto, mica di conquistare il comune di Meda o Seregno». Serra e i suoi, intanto, si dedicano ad una sfida meno ambiziosa ma nemmeno agevole: riconquistare il pubblico di Cuore, calato dalle 160 mila copie dei tempi d'oro a 40 mila. Basta col giornalismo? «Ma la satira - replica Andrea Aloi, il direttore - è una forma di giornalismo. Quella che sappiamo fare noi..». Via libera all'antico quindi, benché le novità non manchino: formato ridotto, 24 pagine, grafica più ordinata, molto colore e immagini. Basta, quindi, con le inchieste, gli «scoop», le intercettazioni telefoniche che hanno segnato l'avventura di Claudio Sabelli Fioretti... «Claudio - commenta Serra - si è definito da solo già all'inizio quando ha confessato la sua ambizione: voglio far cadere un ministro. Lui crede alla controinformazione, io penso che, al punto in cui siamo, non riesce a far cadere nemmeno un jumbo-tram». Ma cosi si rischia di fare il verso a Sanremo... «Io credo che il successo del primo Cuore avesse origine proprio nella capacità di guardare alla società più che al potere. Scusate, ma non credo affatto che la satira sia la buona compagna del popolo che spara in direzione del Palazzo. Semmai, ed è il caso di dirlo, Palazzo e strada si assomigliano sempre di più». Ma gli scoop... «Facciamoli fare - chiude Serra - a chi ha. più mezzi e capacità di noi. Il Cuore di Claudio assomigliava, a mio avviso, troppo agli altri giornali. E noi gli scoop li possiamo fare a modo nostro». Esempio? «Prendiamo Feltri. Qualche mese fa abbiamo fatto un'inchiesta su di lui, anche, e me ne dispiace, sulla sua vita privata. Ecco quell'inchiesta dava meno l'idea del personaggio della piccola antologia che abbiamo raccolto: pezzi prò e contro Di Pietro, prima e dopo il suo passaggio alla scuderia di Berlusconi». E'I'operazione si ripete sulle rubriche tv, sugli sceneggiati, su Sanremo, sull'attualità. E sulla pubblicità, vera religione di una società fatta di consumatori assai prima che di elettori. «Ma sia chiaro - precisa Aloi - noi non siamo contro la pubblicità, ma senza. Almeno oggi, ma domani chissà». Certo, è curiosa l'idea di uno spot sulle pagine di Cuore. L'idea-guida, insomma, è che l'Italia di oggi trabocca di assurdità. Basta rilevarle. Ma la politica, la desistenza? «Sarà il cavallo di battaglia della prossima settimana» assicura Aloi. Ugo Bertone I«S« «Ma che cosa abbiamo in comune noi e loro? Io non ci riesco a votare Boso o Borghezio» Serra (a sin.) e Aloi con il nuovo «Cuore» e l'ex direttore Sabelli Fioretti

Luoghi citati: Italia, Milano, Sanremo, Seregno