Elio & soci: adesso il delirio è la fama di Gabriele Ferraris
Elio & soci: adesso il delirio è la fama Elio & soci: adesso il delirio è la fama SORPRESE VINCITORI SANREMO DAL NOSTRO INVIATO Alle 11 di ieri mattina, Elio si rende conto del casino che ha combinato. «Non mi piace granché l'assalto delle interviste... - mormora davanti a un caffè fumante -, vorrei che tornasse come prima». Da meno di dodici ore, questo giovanotto senza un cognome, con i sopracciglioni da Feo Pericoli e i capelli da marine, è uno scandalo nazionale. Lui e i suoi manutengoli Rocco Tanica, Paso, Cesareo, Feiez e Christian, hanno sconsacrato Sanremo. Trionfatori della prima serata con una canzone, «La terra dei cachi», scientemente delirante. «Siamo i vincitori provvisori. E spero che non finisca così, se vincessimo davvero sarebbe il suicidio del Festival», dice,"e hello sguardo contrito - Elio ha sempre lo sguardo contrito - brilla lo sberleffo. Arriva Faso, il bassista: piecolino, con barbetta rada e faccina furbetta: «Da Capodanno non ho smesso di usare la brillantina Linetti e questo ha influenzato le giurie». Rocco Tanica ha un'altra teoria: «Metà delle giurie erano in acido. Agli altri hanno dato la Coca Cola con l'aspirina e il tè da fumare». Nel giorno di gloria, un unico cruccio amareggia Elio: «Da domenica ci ho la caccaruola, ma non credo sia la paura...». E già pensa alla serata finale, all'apoteosi: «Se continuerò a baciare l'abbonato? Di più: sabato lo limono». Lassù, nel paradiso del rock, l'ombra del magno Frank Zappa si compiace dei suoi nipotini. Perché la demenza trash di Elio & le Storie Tese nasce dai nobili lombi del visionario Zappa, il nonno di tutti i dissacratori. Vengono da lontano, i «vincitori provvisori»: dieci anni fa erano un cult della Milano underground Nell'89 arrivano a Sanremo, nei giorni del Festival, e conquistano i riflettori mettendo alla berlina le canzoni in gara. Il gioco riesce: 180 mila copie vendute del primo disco. Poi, la popolarità con le sigle di «Mai dire gol». Cocchi della sinistra snob e delle masse Elio e i suoi lindi compagni sono i profeti del trash. Spazzatura musicale per mirare al cuore dei buoni sentimenti. E adesso puntano al bersaglio grosso, il Festivalone. «Siamo venuti qui per non essere dimenticati, con un pezzo intelligente e ammiccante, che piace al nonno e al nipotino, alla mamma e alla figlioletta», infierisce l'infernale Elio. Puntava all'ultimo posto, e gli garberebbe capire dove ha sbagliato: «La nostra è una parodia delle canzoni impegnate». Spietatamente sanremese, orecchiabile e simil-crecina, «la più sanremese» a detta di Pippobaudo, e Elio esulta: «Bravo, l'ha capita». «In realtà noi amiamo molto il Festival» confessa. Però l'impenitente Rocco Tanica minaccia un'altra bestemmia in diretta per sconvolgere il Paese: «Stavolta diremo "madunina"». Nel disco, e nelle notti dal dopofestivai,, cantano «La terra dei cachi» con il loro guru, il mitico Raoul Casadei, che per tanti anni ha sognato il palco di Sanremo, e oggi lo sfiora: «Siamo per lui quello che è stato Berlusconi per Fini: lo abbiamo sdoganato», s'inorgoglisce Elio. Dalle prime luci dell'ama di giovedì il Paese reale - camerieri e taxisti, operai e impiegati - fischietta «Italia si Italia no» e per Elio & le Storie Tese cominciano i tempi duri. Avevano convocato per ieri pomeriggio, all'hotel des Etrangers, un «bed in», una conferenza stampa a letto come John & Yoko. Prevedevano quattro gatti: invece arrivano legioni di giornalisti. La direzione dell'albergo s'incavola e caccia musici e scrivani. La lieta brigata si trasferisce in sala stampa per un canto in onore della pace. E' il delirio. Tutti li vogliono, tutti li cercano. Lo «staff» va in tilt: ma Elio & Le Storie Tese sono pellacce dure e volano di tivù in tivù, di radio in radio, di intervista in intervista. Sfrecciano con agili motorini per Sanremo intasata. Elio e Faso viaggiano in Vespa, hanno i caschi e le giacche a vento, e sembrano felici. Gabriele Ferraris Il cantante pugliese: «k Sanremo divento un bambino» Il gruppo: metà giuria era in acido Al Bano durante la sua esibizione ed Elio sul palco all'Ariston (Foto La Presse)
Persone citate: Berlusconi, Cesareo, Frank Zappa, Linetti, Raoul Casadei, Rocco Tanica
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