Mastroianni vecchio per finta di Osvaldo Guerrieri

19 Il grande attore, tornato in scena dopo la malattia, si confessa Mastroianni vecchio per finta «Sono un privilegiato: continuo a lavorare» BOLOGNA DAL NOSTRO INVIATO Certo che sono febee. Recitare è il mio mestiere e io, se non lavoro, mi annoio. Mi sono annoiato tanto, a Parigi, durante la malattia». Marcello Mastroianni parla con tono lento, eppure, parlando così soffice, ti fa sentire tutto il suo ottimismo, persino la sua forza. A 7.1 anni è tornato a recitare in Le ultime lune di Furio Bordon, con la regia di Giulio Bosetti, dopo un'interruzione di due mesi. All'Arena del Sole è stato accolto da un affetto popolare impetuoso e quasi furioso. Per vederlo vengono da ogni parte d'Italia. Sono arrivati colleghi attori e registi. Questa sera, in gran segreto, siederà in sala Cesare Romiti. E domani tornerà Lucio Dalla: vedrà lo spettacolo per la seconda volta. «Eppure - dice - a me il teatro mica piace tanto. Vengo per Marcello, per questo fenomeno extrateatrale. In scena fa il vecchio, ma lui vecchio non è. E lo sa. Martedì scorso, al debutto, lo vedevo zoppicare durante la recita, trascinare i piedi. Ma, chiuso il sipario, era diventato una gazzella». Eppure sembra essersi creata una strana coincidenza tra la vita vera e la finzione del teatro. Magari perché si pensa alla malattia. Per interpretare il vecchio professore che va a chiudere l'esistenza in un ospizio, Mastroianni si è dovuto invecchiare artificiosamente di dieci anni. Ora che è tornato a indossare gli abiti flosci del personaggio, sembra quasi che quella distanza d'anni si sia un po' ravvicinata. «Ma no, ma no - dice lui -. Non mi sento per niente vecchio. Al massimo, leggermente anziano». A Bologna fa vita molto regolare. Per il pranzo, va in un ristorantino dietro al teatro. Il pomeriggio, riposo. Alla sera c'è lo spettacolo. Ma può succedere che si concèda qualche passeggiata sotto i portici. Intorno a lui è stato alzato un muro di riservatezza. E lui stesso non ama molto parlare, evitate interviste. Se gli si chiede perché, risponde: «Ma cosa vuole che importi alla gente di Marcello Mastroianni, la gente ha il Festival di Sanremo: i giornali gli dedicano quattro pagine... E poi ti fanno sempre le stesse domande. Noi attori facciamo un mestiere da esibizionisti, siamo un po' come le puttane, che vanno viste sul luogo di lavoro». Qui Mastroianni rivela tutta la propria amarezza. Ce l'ha con questi tempi, ce l'ha con i politici, ce l'ha con l'Italia «che si ostina, unico Paese al mondo, a chiamare onorevoli gli onorevoli, quando basterebbe signore». E soprattutto ce l'ha con la televisione. Dice che ha fallito il suo scopo: «Doveva educare e informare la gente. Invece imperano i talk-show, dove tutti vogliono dire la loro, che è niente. La tv mi fa rabbia... Adesso che sono vecchio un po' la guardo. Cerco i documentari sugli animali, quelli mi piacciono. Ma se fossi giovane, perché dovrei stare davanti alla tv? Uscirei con la mia ragazza, andrei a ballare». Mastroianni conserva forte il gusto del gioco e dell'ironia. Del resto, è probabilmente l'unico attore al mondo che conserva le nomination all'Oscar nella stanza da bagno, come rivelò una volta sua moglie Flora. Ed è l'attore che, se¬ condo Lucio Dalla, sa essere magico, «si pone al centro del vento». E' tale la voglia di gioco, che Mastroianni ha «rappato» per Dalla la canzone Cinema. «Lo amo anche per questo, per questa sua semplicità - dice il cantante -. Ci sono attori che hanno bisogno di essere ingombranti, altri invece si assottigliano e tendono a sparire, come Eduardo, diventano sottili sottili, vento, fumo di camino. E anche il fisico segue questa logica. Mastroianni non solo è vento, ma è il centro del vento, poiché è il massimo dell'ambiguità, somiglia al personaggio ma sa di non essere il personaggio, somiglia al vecchio, ma sa di non essere il vecchio». Tuttavia Mastroianni, oltre che «leggermente anziano», si considera un privilegiato. «Io, a differenza di tanti altri, continuo a lavorare e a fare un lavoro che mi piace. In più, la malattia in un certo senso mi ha maturato. Recito non solo con maggior consapevolezza, ma con più gioia. Però vedo intorno a me cose che non mi piacciono, tanta gente disperata. Gli anziani, per esempio. Che facciamo per loro? Niente. Ne parliamo tanto, ma non facciamo niente. Basti pensare alle condizioni spaventóse delle case di riposo. Io li vedo, gli anziani: sono grati e contenti che in questa commedia si parli della loro solitudine». Per non cadere nel vizio parolaio che tanto detesta, Mastroianni questa mattina andrà a visitare la casa di riposo per artisti «Lyda Borelli». Osvaldo Guerrieri Per giocare ho rappato Lucio Dalla mal il chch«lederevopicetovovepiGlciamtespli cosi notamrip Per giocare ho rappato Lucio Dalla Sotto, Mastroianni; qui accanto, l'attore con Erica Blank nello spettacolo

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