Delitto alla moviola in tribunale di Fabio Albanese

Delitto alla moviola in tribunale Catania: la vittima, boss pentito, fu uccisa mentre si stava facendo riprendere da una telecamera Delitto alla moviola in tribunale Trasmesso ilfilm che documenta un fratricidio CATANIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Come in un violento telefilm. Ancora più duro e allucinante, il filmato che documenta la morte per mano del fratello di un giovane boss in procinto di pentirsi è stato trasmesso ieri sui teleschermi a circuito chiuso di un'aula di giustizia. E' la prova elettronica che. incastra Marcello Incognito, killer del fratello Enrico che voleva denunciarlo alla giustizia per la sua attività di manoso. «No, Marcello no...», sono le ultime parole di Enrico mentre apre la porta della sua mansarda e alle spalle del vicino di casa spunta il fratello-killer. Nella prima parte del filmato si vede chiaramente Enrico Incognito,; indosso una vestaglia' color porpora, mentre lancia le sue accuse rivolto alla telecamera azionata da un amico. Le ultime parole, le ultime frasi sconnesse, sono apprezzamenti per i giudici Giovanni Falcone e Felice Lima, e un'invettiva contro l'attuale assessore regionale Pino Firrarello, deputato eletto nella circoscrizione in cui ricade Brente, la cittadina dove il delitto è avvenuto, il 24 marzo del '94. «Mi aveva promesso che sarebbe venuto - dice -, ha trasgredito la promessa. Potevo dargli tanti voti. Peggio per lui, pagherà anche lui». In un angolo, la madre Luigina Maggi piange sommessamente. Si sente suonare il campanello. Enrico Incognito va verso l'uscio e dice all'operatore: «Continua a riprendere». La madre lo segue piano, la vittima apre la porta, si affaccia il vicino di casa Carmelo Meli, una delle poche persone di cui ormai si fidava. E' un attimo, da dietro sbuca la figura del fratello che im¬ pugna una pistola con tutte e due le mani; mentre si sente quel «no, Marcello no» il primo sparo al petto e il giovane che tenta di coprirsi mettendo le mani in avanti; si sente Luigina Maggi esclamare «madre mia...», poi il secondo colpo mentre la telecamera cade per terra e la sequenza si arresta. La donna ieri, alla prima udien- za del processo, era sul banco degli imputati assieme al marito Salvatore Incognito, accusato di aver guidato l'auto per la fuga del killer, e al vicino di casa Carmelo Meli. Nella gabbia c'era invece Marcello Incognito. Al momento della proiezione del filmato, ripetuto più volte anche al rallentatore, Luigina Maggi ha preferito uscire dall'aula. La madre di vittima e carnefice non ha voluto rivedere quella terribile scena che aveva vissuto dal vivo. In aula solo tanto silenzio. Enrico Incognito ha guardato impassibile il filmato così come, all'apparenza, hanno fatto gli altri due imputati presenti. Il giovane stringeva e girava tra le mani un fazzoletto bianco. Per tutta la mattinata la terza sezione della corte d'assise ha dovuto fronteggiare le schermaglie verbali tra accusa e difesa, davanti a decine di giornalisti e telecamere. Al centro della discussione c'era proprio l'opportunità o meno di proiettare pubblicamente il filmato. La difesa ne voleva la «secre t azione ». Il filmato era stato già parzialmente trasmesso la scorsa settimana dal Tgl ; questo ha prò vocato. le. proteste degli avvocati difensori che oltretutto non lo hanno mai avuto, e imbarazzate repliche. Alla fine, il pm Carlo Caponcello ha detto che il presidente della corte Armando Licciardello «ha preso provvedimenti nei confronti di Raiuno». Si è poi appreso che la procura della Repubblica ha aperto «atti relativi» sulla messa in onda di quel filmato. Si è discusso a lungo anche sull'opportunità di consentire un'ulteriore trasmissione in televisione del tragico film che da ieri, facendo parte del processo, è diventato pubblico dopo due anni. La corte ha per questo disposto che i cameraman e i fotografi lasciassero l'aula durante la proiezione. Un implicito divieto a non diffondere le immagini che, però, sono andate regolarmente in onda in quasi tutti i telegiornali della sera. Fabio Albanese Alle spalle del vicino, spunta Marcello, fratello di Enrico. Ha una pistola in mano con cui spara due'colpi Durante la proiezione l'assassino è rimasto impassibile

Persone citate: Armando Licciardello, Carlo Caponcello, Carmelo Meli, Felice Lima, Giovanni Falcone, Marcello Incognito, Pino Firrarello, Salvatore Incognito

Luoghi citati: Catania