E Silvio canta con Dallara di Francesco Grignetti

POLITICA E CANZONI E Silvio canta con Dallara «Come prima, più di prima,voterò» POLITICA E CANZONI C■- - - -roma OME prima, più di prima, voteròòòò!». Ci mancava solo questo, un duetto tra Silvo Berlusconi e Tony Dallara dal palco televisivo del «Maurizio Costanzo Show». La campagna elettorale è davvero partita. E Silvio Berlusconi dà fondo a tutte le sue capacità di comunicatore, ex showman, imprenditore e uomo politico. E pensare che la serata era cominciata con un invito di Maurizio Costanzo, polemico verso il garante Santaniello, perché il pubblico assumesse un contegno «anglosassone». Ma poi l'ingresso di Berlusconi ha galvanizzato la platea. E la presenza in prima fila di vecchie glorie della canzone ha fatto il resto. Berlusconi è partito alla grande, con aneddoti sulla sua carriera di chansonnier. «La presenza qui di Tony Dallara mi fa ricordare un fatto di tanti anni fa. Suonavo con Fedele Confalonieri in un club e cantavo una canzone di Renato Rascel. Finisco. Subito arriva un giovane e dice: "Come prima". Io penso, che successo. Di nuovo canto Rascel. Finisco. Arriva un altro: "Come prima". Non avevo capito che volevano sentire la canzone di Dallara». La gente ride. Costanzo vede crescere lo show ed è contento. E Dallara, in ghingheri, che già un attimo prima aveva salutato calorosa¬ mente il Cavaliere quand'era passato per la sala, salta come morso da un serpente. Impadronitosi di un microfono, intona il motivo che lo rese famoso. Il leader non si fa sfuggire l'occasione: «Maurizio, consentimi, è una canzone attualissima. Basta sostituire la parola "amerò" con "voterò"». Detto fatto, Tony Dallara riparte. «Come prima, più di prima, voterò!». E lui, Berlu- sconi, dal palco, a fare il coro. Di «anglosassone» c'è ben poco. Costanzo allarga le braccia un po' sconsolato. Berlusconi, che già l'aveva rimbeccato per le sue frequentazioni «conventuali» con la sinistra, lo fulmina: «Non siamo in par condicio, se pò fà». Alla fine, Costanzo la butta a ridere: «Questa va su Blob per sei mesi, garantito». Il resto è ordinaria campa¬ gna elettorale. Costanzo chiede delle riforme, di Gianfranco Fini, di Massimo D'Alema, di Umberto Bossi. Berlusconi improvvisa una lezione di diritto costituzionale per dieci minuti filati. S'impapera sulla moneta unica: «Bisogna convincere i partner europei che non la possono fare in pochi: Germania, Lussemburgo, Malta e Cipro». Malta e Cipro? Quanto a Fini, minimizza: «Una tempesta in un bicchiere d'acqua. Anzi, nessuna tempesta». Costanzo chiede: «E Bossi, che fa?». Berlusconi: «La secessione...». Con i leghisti c'è una, vecchia ruggine che riemerge. «Con Bossi non si può governare. Io l'ho provato. La sinistra può basarsi sulla mia esperienza». Eppure Berlusconi ha pronto un consiglio per la Lega, non si sa quanto disinteressato: «La desistenza è una truffa. Se Bossi vuole salvare la faccia, deve andare assolutamente da solo». Il leader di Forza Italia ha invece parole di stima per Massimo D'Alema. «Si è comportato con me in una maniera che ho molto apprezzato. Spero che questo clima più civile regga per tutta la campagna elettorale. Senza demonizzazioni. Se resiste, guadagniamo tutti». E le riforme? «Io sono pronto a riprendere il discorso al punto in cui si è interrotto. A portarlo avanti sia, come auguro e credo, se vinceremo noi sia se dovessimo essere all'opposizione». Di una sola persona non ha parlato in pubblico, ma solo tra i giornalisti che lo attorniavano dietro le quinte. Lamberto Dini. Che farà? «Non credo che il presidente del Consiglio possa entrare in una squadra. Né nostra, né di altri, o sua. Questo governo di tecnici dev'essere al di sopra delle parti. Se è vietato candidarsi a un sindaco di una grande città, figurarsi che scandalo sarebbe la discesa in campo del presidente del Consiglio con una sua formazione politica». Francesco Grignetti Silvio Berlusconi e a lato Tony Dallara Il Cavaliere da Maurizio Costanzo ricorda il suo passato di artista di piano bar

Luoghi citati: Cipro, Germania, Lussemburgo, Malta, Ome