Par Condicio, c'è il decalogo del Garante di Maria Grazia Bruzzone

Interno Santaniello in Parlamento: assegneremo gli spot nell'ultimo mese di campagna elettorale Par (ondicio, c'è il decalogo del Garante «Dal 21 marzo decido io gli spazi in televisione» ROMA. Campagna elettorale divisa in due tempi, prima e dopo la presentazione delle liste, il 18 marzo. Spazi gratuiti nella prima fase, ma solo per i partiti già in Parlamento, mentre per i «nuovi» sono ammessi gli spot, che restano vietati a tutti negli ultimi 30 giorni. Ancora, «parità assoluta dei due schieramenti» nella prima fase, ma tempi contingentati in forme più precise solo nella seconda. Il garante Santaniello, scaduto ma sempre in carica, spiega alla commissione parlamentare di Vigilanza il regolamento attuativo della par condicio che sarà pronto entro sabato. Nella discussione che segue il presidente Marco Taradash propone di abolire il programma di Santoro «che mal si presta, per la sua struttura, alla parità di trattamento». E oggi il consiglio di amministrazione della Rai discuterà coi direttori di rete e testata le iniziative concrete per applicare la par condicio nella tv pubblica e parlerà delle eventuali soppressioni. Fermo il fronte delle nomine, dopo l'iniziativa di Minicucci di ricorrere al pretore. Dalla Finmeccanica Fabiano Fabiani si dichiara «indisponibile» a lasciare la poltrona che occupa per la direzione generale della Rai. Non smentendo però l'ipotesi che, se il presidente dell'Ili acconsentisse, potrebbe occcupare per qualche mese anche quel posto. Dopo i tanti fumi e tanti «specchietti per le allodole» fatti circolare con l'aiuto degli uffici stampa Rai, par di capire che il candidato più forte, a tutti gradito tranne forse che a Donna Letizia, sarebbe lui. L'ex direttore del Telegiornale dei Levi, dei Colombo e dei Barbato negli Anni Sessanta bernabeiani, l'amico della sinistra de che, da gran boiardo di Stato, ha ben saputo barcamenarsi nel passaggio tra prima e seconda Repubblica. Un direttore-garante perfetto, anche se un osso duro perla monocratica presidente. In ogni caso, la mossa di Minicucci, che è ricorso al pretore ex articolo 700 per essere reintegrato, ha scompaginato le carte. Ora la stessa assemblea Iri del 27 è legata alla decisione del giudice: se sceglierà il rito abbreviato, bisognerà aspettare il suo giudizio, che potrebbe anche essere a favore del direttore licenziato. Se opterà per il rito normale e le cose andranno per le lunghe, si procederà al cambio della guardia. Il garante «vero», il Santaniello che alcuni ieri davano in procinto di andarsene, non sarà invece sostituito. E sta per varare il regolamento che darà filo da torcere ai direttori di rete e testata. Negli ultimi 30 giorni della campagna elettorale, fatte le Uste e decisi infine schieramenti e candidature, spetterà infatti al garante stabilire gli spazi da assegnare ai vari partiti, seguendo il criterio del decreto che assegna il 75% dei seggi al maggioritario e il 25% al proporzionale. Santaniello ha precisato che «ci saranno degli aggiustamenti», con percentuali del 5% in più e in meno. Un criterio al quale si atterrà anche la commissione di Vigilanza che dovrà stabilire il calendario delle tribune, ha annunciato il presidente Marco Taradash. Che ha proposto di eliminare da subito i commenti nei telegiornali, e di sopprimere del tutto quei talk-show, come Tempo reale, che mal si presterebbero, per la loro stessa struttura, alla rotazione dei partecipanti nei modi previsti dalla par condicio. Non tutti sono stati d'accordo, a cominciare dal progressista Mauro Paissan. Con Santaniello, che chiede rinforzi per far fronte al gravoso compito di sceriffo, solidarizza dal pds Vincenzo Vita. Che spiega pure come, per uscire dall'impasse della sentenza di Milano che ha spuntato le armi al garante, basta che nel reiterare il decreto della par condicio, il 18 marzo, il governo inserisca una nuova clausola che salvi la «continuità» delle sanzioni. E continuano intanto le denunce contro le presunte violazioni della parità polìtica. I più attivi sono i Verdi, che sembra passino ore davanti al video. Ce n'è per tutti: Linea diretta (Rai3), Uno mattina (Rail), Giorno per giorno (Rete 4), Costanzo Show (Canale 5), Tè per due (previsto per oggi): tutti colpevoli dì aver ospitato lunghe interviste a Silvio Berlusconi. Un fuoco di fila sui quali Ripa di Meana non avrebbe da ridire, «se le interviste rientrassero in una programmazione equilibrata. Ma così non è. Abbiamo verificato», spiega il portavoce dei Verdi. Che teme che il suo partitino resti schiacciato tra i moloch. Maria Grazia Bruzzone E per i partiti già presenti in Parlamento spazi gratis nell'avvio del confronto Il Garante per l'editoria Giuseppe Santaniello prepara il nuovo regolamento sulla par condicio

Luoghi citati: Milano, Roma