«Pi Pietro non ha commesso alcun reato»
Decisione dopo 3 ore di camera di consiglio. Bonfìgli: pesante il «non luogo a procedere» Decisione dopo 3 ore di camera di consiglio. Bonfìgli: pesante il «non luogo a procedere» «Pi Pietro non ha commesso alcun reato» Ipm di Brescia: noi abbiamo fatto il nostro dovere BRESCIA DAL NOSTRO INVIATO Antonio Di Pietro vince su tutta la linea. Dopo due giorni di udienza a porte chiuse, dopo tre ore di camera di coinsiglio, alle 21 e 40 il giudice per le indagini preliminari Roberto Spanò legge la sua decisione: non luogo a procedere per Antonio Di Pietro. In meno di trenta secondi, quanti sono bastati per leggere l'ordinanza, il giudice Spanò ha vaporizzato mesi e mesi di indagine di Fabio Salamone e Silvio Bonfigli. Due gli episodi in esame: la vicenda Gaspari e l'informatizzazione del palazzo di giustizia milanese. «Perché il fatto non sussiste», legge il giudice Spanò. Vuol dire che tutto ciò che ha fatto Di Pietro non è qualificabile come reato. Un'assoluzione piena, senza bisogno di un processo pubblico, le telecamere, gli interrogatori e la sentenza. L'annuncio ai giornalisti lo dà il pubblico ministero Fabio Salamone. Tirato, bianco in volto, annuncia solo: «Per il dottor Antonio Di Pietro è stato pronunciato un non luogo a procedere per tutti e due gli episodi perché i fatti non sussistono. Non ho commenti da fare». «Non ho commenti da fare», ripete il dottor Salamone a chi gli chiede - con insistenza - un parere, una valutazione dopo questo doppio «no» per certi versi inaspettato. E subito dopo Fabio Salamone si barrica nel suo ufficio. Non vuole ricevere nessuno, visibilmente scosso da una sentenza che - dopo otto mesi di indagine - lo lascia senza fiato. Sulla porta del suo ufficio c'è Emanuele, l'agente della Digos che lo scorta da sempre. E' inflessibile, non lasciapassare nessune. Silvio BS&figfc ?cffie3e~un ^ìninuto. Poi, alle 10 di sera, riceve i giornalisti: «E' pesante quella dicitura non luogo a procedere. Noi comunque abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare». Niente ripensamenti, nessuna recriminazione per cose lasciate a metà. «Adesso aspetto solo le motivazioni del giudice Spanò. Poi si capirà meglio per fare l'appello», dice. E ragiona: «E' doppiamente pesante questa sentenza». Perché, dottor Bonfigli, doppiamente pesante? Ragiona: «Perché il giudice Spanò non doveva decidere sulla colpevolezza o sull'innocenza di Antonio Di Pietro. Doveva solo valutare se c'erano gli elementi per fare un processo. Uh altro giudee, poi, avrebbe deciso». E invece no. Dopo aver studiato per mesi quelle carte, dopo aver sentito anche ieri per oltre sette ore Antonio Di Pietro, il giudice Spanò è pronto ad emettere il suo verdetto. Un verdetto che pesa come un macigno sull'indagine dei due pubblici ministeri bresciani. Non sono reato le frequentazioni di Antonio Di Pietro con Remo Gaspari, quando trattava con lui l'incarico di responsabile dell'informatizzazione del palazzo di giustizia milanese. Un'accusa che per Fabio Salamone e Bonfigli valeva il reato di concussione. E ancora: non sono illeciti tutti gli interventi di Di Pietro in tema di informatizzazione. E corretto fu il suo rapporto con la società Isi, quella fondata da due suoi strettissimi collaboratori, Racchi e Pazzucconi. Per Salamone e Bon¬ figli era abuso d'ufficio. Anche qui Spanò dice un secco «no». Un «no» che adesso potrebbe nuovamente riaprire le porte della politica ad Antonio Di Pietro. Lui che aveva sempre detto: non mi candido finché non finiscono le mie disavventure giudiziarie a Brescia. In realtà non sarebbero finite. Ci sono altre due udienze preliminari, una il 26 febbraio, l'altra il 6 marzo. Anche lì Salamone e Bonfigli dicono che ci sono abusi d'ufficio e concussione. Anche lì storie di informatizzazione. Più i prestiti, il concorso dell'amico Rea e la Mercedes. Influirà la decisione di oggi su quelle udienze? In teoria no. Ma Silvio Bonfigli è più realista del re: «E' inutile nascondere che questa sentenza ha un valore simbolico anche per le altre richieste». Fabio Potetti ; --sa, .. . tì§ La decisione adesso potrebbe riaprirgli le porte della politica
Luoghi citati: Brescia
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