Il mondo al capezzale di Mattia

Il mondo al capezzale di Mattia Il mondo al capezzale di Mattia Dopo l'appello su Internet: aiutatelo una tuta fucsia: «Sì, Gisella Zanellato sono io, sono la mamma di Mattia. Ma non voglio pubblicità. Niente giornali, niente televisione. Io ho un'idea in testa, ed è Internet, il resto non m'importa». Ogni mattina la signora Zanellato saluta il marito, che fa l'agricoltore e forse a questa idea di Internet ha storto il naso, prende Mattia in braccio e lo porta a scuola. Poi va a lavorare, all'ufficio postale.. A mezzogiorno stacca, va a prendere Mattia, lo porta a casa, lo fa mangiare, sta insieme a lui, spera con lui, dopo otto anni di visite, undici ricoveri negli ospedali più importanti del Nord, che qualcuno risolva il problema. Otto anni così, lo sa solo chi ha un figlio handicappato che cosa vuole dire, e quanta forza, e pazienza, e fatica si fa ogni mattina, a ricominciare. Eppure lei lo ha fatto, e qualche tempo fa, che era davvero stanca, deve essere sbottata con la sua collega di ufficio, «non ne posso più, sono stanca, siamo stanchi, non si sa più che cosa fare per Mattia». Ecco, quel giorno magico la collega le ha detto: «C'è un metodo per mettersi in collegamento com il mondo, che si chiama Internet, proviamo a vedere che cosa succede». Il marito, che naviga su Internet per passione, chiama il suo amico Mongrandi direttore di Internews, giornale telematico, che si appoggia sul «server» di Fabio Griffanti e Marco Tacchini. La catena di contatti è finita al server di Novara «www.msoft.it», ma in realtà era appena imcominciata. I primi a rispondere sono stati quelli del server dell'Agip Petroli, che hanno messo l'sos nelle loro liste, così che tutti i clienti Agip del mondo hanno cominciato a rispondere («Ma a questo Mattia italiano servono soldi?»). No, la madre soldi non ne vuole, «io cerco una cura nuova». E poi hanno risposto da Houston, Texas, e una catena di medici americani, suddivisi in specialità e uniti da Internet, chiedendo nuovu documentazione. E poi c'è il dottor Al¬ berto Albanese dell'Istituto neurologico della Cattolica di Roma, che vorrebbe visitare Mattia. E l'Istituto Pini di Milano, il Policlinico Gemelli, più altri server come Argonavis, Vox Neapolis, l'Istituto per i circuiti elettronici, Logicai, più qualcuno che si è collegato tramite il Comune di Roma. «Hallo Mattia, I think of you», ciao, ti penso, scrive Stefan Neubrigge da Brema. Offerte di consulenze e ricoveri dal Gasimi di Genova, le Molinette di Torino, il London University College, e anche dei «Forza», «In bocca al lupo». Ma la cosa più importante è che tutti quelli che si sono collegati con Novara a loro volta hanno rilanciato il messaggio, e adesso quanti sapranno della storia di Garbagna? La famiglia di Mattia si è chiusa in un «tipico pudore piemontese», dicono in paese. Si, ma adesso chi gli spiega che bisogna rispondere a tutte queste offerte di aiuto? Brunella Giovara

Persone citate: Brema, Brunella Giovara, Fabio Griffanti, Gisella Zanellato, Houston, London, Mongrandi, Stefan Neubrigge, Zanellato

Luoghi citati: Comune Di Roma, Garbagna, Genova, Milano, Novara, Roma, Texas, Torino