«Famiglia cristiana», cade l'ultimo tabù

«famiglia cristiana», cade l'ultimo tabù «famiglia cristiana», cade l'ultimo tabù Accettata la pubblicità di una marca di biancheria intima zione non sono arrivate né telefonate, né lettere di protesta. Anche perché a certe inserzioni pure i lettori di Famiglia cristiana sono abituati: quest'estate abbiamo dato spazio a pubblicità di altra bianche¬ ria intima e anche dei costumi da bagno. Senza offendere nessuno». In altre parole: nessun tabù che cade. «Forse qualcuno pensa che i lettori del nostro settimanale vivano in un altro mondo. Invece è gente comune, che fa una vita comune, che guarda la tv, che sfoglia altri giornali, che vede i manifesti pubblicitari affissi ai muri e sui cartelloni e non si scandalizza - aggiunge Bina Albani -. Le dirò di più: l'anno scorso ho accompagnato i lettori di Famiglia cristiana in crociera: è stata una vacanza identica a tutte le altre con gente che giocava al casinò, ballava in discoteca, prendeva il sole. Insomma, gente di mondo, che non si scandalizza per un paio di mutandine che, tra l'altro, non lasciano intravedere niente». Ben diverrò era stato l'atteggiamento di molti lettori quando poco tempo fa «Famiglia cristiana» pubblicò la pubblicità di un'acqua minerale in cui si vedeva un neonato nudo che veniva lanciato in aria. Quella nudità infantile provocò una serie infinita di telefonate e lettere scandalizzate, che costrinsero la direzione ad aprire un dibattito sulle pagine del settimanale. Altre volte il giornale ha scatenato polemiche per aver censurato o rifiutato pubblicità considerate maliziose. «Questa volta - assicura Antonio Sciortino, codirettore della rivista - non ci sono stati ancora commenti. Non ritengo comunque che queste immagini possano offendere». Ir. cri]

Persone citate: Antonio Sciortino, Bina Albani