Vigilia con brivido per lo Shuttle italiano

Florida, ma i tecnici sono ottimisti: «Riusciremo a far decollare la navicella senza ritardi» Florida, ma i tecnici sono ottimisti: «Riusciremo a far decollare la navicella senza ritardi» Vigilia con brivido per lo Shuttle italiano Liquido corrosivo cola sui razzi CAPE CANAVERAL DAL NOSTRO INVIATO «Sole» dicono i meteorologi. Sole sulla Florida. E sole anche sulla Spagna e sul Marocco, dove lo Shuttle potrebbe atterrare in caso di emergenza. Dunque, si parte, anche se la vigilia è stata complicata da un imprevisto. Sulla piattaforma di lancio un liquido corrosivo è caduto su uno dei razzi supplementari e sul serbatoio centrale dello Shuttle. Le due parti sono state subito lavate e il direttóre delle operazioni ha ostentato ottimismo: «Siamo abbastanza tranquilli che lo Shuttle partirà regolarmente». Mai lancio dello Shuttle è stato così atteso. In Italia, almeno. E non solo perché a bordo ci sono, per la prima volta insieme, due astronauti italiani, Maurizio Cheli e Umberto Guidoni. Questa, infatti, è una missione «infinita». E' incominciata sulla rampa di lancio di Cape Canaveral il 31 luglio del '92, quando a bordo dello Shuttle c'era il primo astronauta italiano, Franco Malerba. L'ha interrotta, allora, un bullone, un maledetto, piccolo bullone installato, per un eccesso di prudenza, da tecnici americani. Un bullone pochi millimetri più lungo del necessario. Un'inezia sufficiente a inceppare, dopo 287 metri, il «guinzaglio» che avrebbe dovuto, invece, dipanarsi per venti chilometri. Insieme al rocchetto spaziale, quel giorno, si bloccò anche il lavoro di dieci anni dedicato a quella missione. Lavoro dell'Alenia, dei suoi tecnici, dei suoi partners. Una falsa partenza che ha costretto ad attendere quasi quattro anni prima di poter ritornare al via. E che ha aperto una «ferita» che nemmeno le scuse ufficiali della Nasa hanno potuto sanare del tutto. Ora il satellite dell'Agenzia Spaziale Italiana che verrà tenuto «al guinzaglio» nello spazio è di nuovo nel ventre della navicella, ingabbiata nella rampa di lancio 39-B. Il count-down corre all'impazzata verso lo zero. E all'impazzata corre anche il cuore di chi, nell'Alenia, ha creduto in questa missione nonostante lo scetticismo e perfino il sarcasmo iniziale della Nasa. Nel novembre del 1982, quando l'ispi- LA STORIA UN CONSULTO VIA COMPUTER NOVARA DAL NOSTRO INVIATO Due file di case sullo stradone, da una parte c'è Novara, dall'altra c'è Milano, grande Milano, eppure incapace, con tutti i suoi ospedali, i grandi nomi della medicina, di risolvere il caso di Mattia, che abita qui - centro paese, Garbagna Novarese, 1200 abitanti - e adesso ha una speranza di risolvere la sua malattia, un male che impedisce a un bambino di nemmeno otto anni di stare in piedi dritto, di mangiare da solo, di vivere. La speranza si chiama Internet, e quelli che ormai abbiamo imparato a chiamare navigatori l'hanno visto, quell'«Help Mattia», testo in italiano e versione inglese, e han cominciato a scrivere a quel bambino che ha un male dal nome difficile: tetraparesi distonico-atetoide. Una sindrome che si porta dietro dalla nascita, e che ha ucciso un suo fratellino, morto a cinque anni. Il messaggio è partito venerdì: «Questa è la storia clinica di Mattia, c'è qualcuno che può aiutarlo?», e due giorni più tardi i titolari del server da cui è stato lanciato l'sos hanno chiamato due amici perché gli dessero una mano: troppa posta, troppa gente che vuole aiutare Mattia. Seicento contatti dal resto d'italia, settecento dal resto del mondo, università americane in testa. Ma anche privati navigatori a caccia su Internet, che hanno mandato un «Ti mandiamo un abbraccio». La cosa gli è esplosa fra le mani, i quattro si stanno dedicando solo a questo, han messo da parte software e aziende, che aspettano. «Il problema - dice Fabio Graffanti - è che non ce l'aspettavamo. Qui si collega mezzo mondo, ma la famiglia di Mattia è spaventata. Non sapevano di Internet, vengono a prendere la posta che gli stampiamo ma non sanno che farsene» Garbagna, via «Matteotti 50. cancello, casa con cortile, finestre sbarrate. Esce una donna giovane, con ratore deU'iniziativa, il professor Giuseppe Colombo, l'ingegner Giaoofranco Majiarini, che guidava i tecnici dell'allora Piano spaziale nazionale, e il professor Ernesto Vallerani, allora direttore generale dei Gruppi sistemi spaziali Aeritalia ed attualmente presidente di Aleni a Spazio, andarono a Washington a discutere le linee generali del progetto, trovarono proiettata sullo schermo della sala riunioni al quartier generale della Nasa una vignetta feroce che mostrava lo Shuttle avvolto in un groviglio di spaghetti. Quella vignetta stava a significare sfiducia negli italiani e sfiducia anche nella possibilità di tenere un satellite «al guinzaglio» nello spazio. A convincere gli americani fu, allora, Giuseppe Colombo. Uno dei protagonisti dell'avventura spaziale italiana, scomparso alla fine degli Anni Ottanta senza aver potuto vedere i risultati concreti del suo progetto. La missione che secondo il programma prende il via questa sera IL CASO COME CAMBIA IL PUDORE MILANO. Cade uno degli ultimi tabù di «Famiglia cristiana»: il settimanale venduto in tutte le chiese italiane ha accettato di ospitare pubblicità di biancheria intima. Per la prima volta nella sua lunga storia, la rivista dei Paolini pubblica due pagine che reclamizzano mutandine contenitive mostrando due corpi seminudi: la fotografia mette infatti in primo piano gli slip indossati da un uomo e una donna. Scandalo? Neanche per sogno. «Anche perché - spiega la direzione della rivista - siamo di fronte ad immagini che non possono creare scandalo». Non solo. Se choc doveva esserci, i lettori del settimanale diretto da don Leonardo Zega dovrebbero già averlo superato. Spiega Bina Alba- alle 21 e 18 ora italiana, dunque, è anche una piccola rivalsa dell'ingegno, della scienza e della tecnica spaziale italiana. L'esperimento del «tethered» (il «guinzaglio», appunto) servirà a verificare la stabilità e la controllabilità dei sistemi a filo e a rilevare l'intensità della corrente elettrica che correrà lungo il «guinzaglio», fi go, fi che permetterà di effettuare una serie di esperimenti congiunti italo-americani centrati nelle interazioni elettrodinamiche che si andranno a creare in orbita. E servirà anche a decidere quali strade intraprendere per il futuro. Perché lo scetticismo e il sarcasmo iniziali della Nasa si sono nel frattempo tramutati in una serie di progetti con applicazioni che vanno dallo studio dei buchi nell'ozono alla mega stazione spaziale. Un futuro non male per quello che qualcuno riteneva solo un «groviglio di spaghetti spaziali». Silvano Costanzo L'AVVENTURA DELLO SHUTTLE 24 FEBBRAIO DURATA DEL VOLO 16 GIORNI SABATO 24 FEBBRAIO ORE 7,30 ITALIANE IL SATELLITE VIENE RILASCIATO | | La direzione del settimanale cattolico: non sono immagini che possono creare scandalo