Disincagliata la petroliera Sea Empress di Fabio Galvano

Dai rimorchiatori Dai rimorchiatori Disincagliata la petroliera Sea Empress LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Quando ormai pochi lo speravano, la Sea Empress è stata disincagliata ieri sera, con lo sforzo congiunto di una dozzina di rimorchiatori, dalle rocce su cui pareva destinata a morire. Ma ormai il disastro ecologico del Galles si è compiuto: circa la metà del carico - 70 mila tonnellate di petrolio - sono state riversate in mare e la «marea nera», lunga quasi 30 chilometri, ha raggiunto le isole di Skomer e Skokholm, fino a ieri paradiso di circa mezzo milione di uccelli. Mentre divampano anche le prime polemiche a sfondo politico, con i laboristi che accusano il governo di avere tardato a impiegare i mezzi necessari per scongiurare il peggio, è allarme rosso per le schiere di ecologisti impegnati nella battaglia del Galles. Quello di ieri sera era l'ultimo tentativo di rimettere la petroliera a galla. Se fosse fallito la Sea Empress, impalata su una roccia appuntita che la imprigionava squarciandole sempre più la chiglia, sarebbe stata destinata a spaccarsi in due, soprattutto se, come prevede l'ufficio meteorologico, un'altra tempesta colpirà la zona nei prossimi tre giorni. Invece è stata liberata dalla sua agonia; e anche se la battaglia è ancora lunga, ieri sera per la prima volta un senso di euforia ha pervaso Milford Haven, il porto di destinazione della nave. Portata la largo, lontana dalle minacciose scogliere che a tre riprese l'hanno imprigionata da giovedì sera, la Sea Empress è ora tenuta saldamente in posizione dai rimorchiatori. Già oggi potrebbe avviarsi, con una nave cisterna da 30 mila tonnellate, la Star Bergen, l'operazione volta a svuotare quello che resta del petrolio: la metà del carico, appunto. Solo allora non sarà più rischioso trainare il tanker in porto e chiudere - in attesa delle riparazioni - la partita di questa tragedia marittima. Ma dietro il tardivo successo del salvataggio e le recriminazioni politiche resta il disastro delle 70 mila tonnellate (20 mila nelle ultime 24 ore) sgorgate nel Mare d'Irlanda. Come nei giorni scorsi, alcune piccole chiazze nere sono state spinte dalla marea dentro l'estuario di Milford Haven. Un'altra grande chiazza si è spostata verso Nord-Ovest, lambendo le due isole che ospitano colonie rare di uccelli marini. Il grosso della «marea nera», invece, ha avvolto verso Sud-Est la contea gallese del Pembrokeshire. Finora i venti - gli stessi che hanno paralizzato ieri il traffico marittimo sulla Manica, isolando l'Europa dall'Inghilterra come direbbero gli inglesi - hanno tenuto l'onda nera al largo. Ma i servizi di protezione civile vivono ore d'incubo, pronti alla grande battaglia che li attende non appena quel vento cambierà direzione. Invano, ieri, la macchia è stata bombardata dal cielo con prodotti chimici. La sua avanzata appare inarrestabile. Fabio Galvano

Persone citate: Empress

Luoghi citati: Europa, Galles, Inghilterra, Irlanda, Londra