Pubblicità La Ford accusata di razzismo
Pubblicità Pubblicità La Ford accusata di razzismo LONDRA. Sotto accusa per «razzismo», la casa automobilistica americana Ford ha rimosso le facce di quattro giovani lavoratori britannici di colore da un dépliant pubblicitario e le ha sostituite con i visi di altrettanti operai ma di pelle rigorosamente bianca. I sorrisi di quattro lavoratori neri - Patricia Marquis, George Pinto, Douglas Sinclair e Keith Thomas - erano apparsi per la prima volta nei poster della campagna pubblicitaria Ford affissi in Gran Bretagna nel 1991: la scelta del gruppetto era stata giustificata come esempio della forza-lavoro multirazziale impiegata con successodalla casa automobilistica americana. Ma quando la campagna si è spostata in Polonia, i creativi dell'agenzia pubblicitaria «Ogilvy & Mather», responsabili dell'idea, hanno deciso di «decapitare» il gruppetto di origine e di incollare in modo disinvolto sui loro corpi delle facce di pelle bianca. Spiegazione del cambio: l'originale della pubblicità «non rifletteva il mix-etnico esistente in un Paese come la Polonia». Nessuno si sarebbe accorto di niente e tutto sarebbe passato sotto silenzio, se un altro operaio non avesse notato la foto su un dépliant distribuito ultimamente in Gran Bretagna, scatenando così le ire di tutti gli interessati. Patricia Marquis, che è un'attraente trentenne,, ha visto la sua faccia rimpiazzata da quella di una donna bianca di vent'anni più vecchia e di cinque chili più grassa. La donna, oltre all'amara sorpresa, si è detta «molto umiliata e arrabbiatissima. Hanno cambiato il mio viso: ma che cosa credevano di fare?». La casa automobilistica Ford, terrorizzata da tutta la pubblicità negativa che le è piovuta addosso, è subito corsa ai ripari, incolpando l'agenzia «Ogilvy & Mather» per 1'«errore» e offrendo ai quattro lavoratori una somma di 1500 sterline (circa tre milioni e mezzo di lire) con un biglietto di tante scuse. [Ansai
Persone citate: Douglas Sinclair, George Pinto, Keith Thomas, Mather, Patricia Marquis
Luoghi citati: Gran Bretagna, Londra, Polonia
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