La Vandea anti-Washington

La Vandea enti-Washington La Vandea enti-Washington L'estrema destra resta minoranza Un elettore: «E' l'unico che ha cose da dire» Ma questo successo non è la nomination da Dole con slogan rozzi ma comprensibili. Nel duello fra il senatore che non piace a molti e il bull dog che piace a pochi, sta affiorando un terzo uomo, Lamar Alexander, che sembra offrire più speranze di Dole e meno paure di Buchanan. Gli altri, a cominciare dal miliardario Forbes che credeva di potersi comperare la Casa Bianca con i soldi ereditati da papà, sono già carcasse di animali sul ciglio della lunga strada bianca. Questa è democrazia «in action». Non sempre, naturalmente, i risultati sono esemplari. Nei momenti difficili, i partiti vengono a volte travolti da un curioso desiderio di suicidio, come accadde ai repubblicani quando scelsero Goldwater o ai democratici quando misero in campo McGovem. Ma il processo Da sinistra a destra Bob Dole Lamar Alexander e Steve Forbes il decano dei repubblicani il terzo uomo e il miliardario sull'orlo del ritiro garantisce almeno che i cavalli mandati in pista siano passati prima attraverso eluninatorie chiare. E non siano stati prodotti a scatola chiusa da dirigenze di partito o partoriti da congressi pilotati. Su queste gambe cammina da 200 anni la democrazia americana e si regge la stabilità istituzionale americana, sopravvissuta anche a una guerra civiK L stentata vittoria di Buchanan, la desolante sconfitta di Dole, il buon terzo posto di Alexander, che fino a 10 giorno or sono era l'uomo invisibile dei repubblicani, non ci mandano per ora grandi messaggi ideologici, importanti segnali politici. Confermano soltanto quel che si sapeva da tempo, sugli umori dell'America e del suo partito di centro destra: che.esiste una forte mino¬ ranza di gente turbata dalla globalizzazione dell'economia e dalla paura di perdere il lavoro, che ci sono difficoltà nel trovare un leader che possa calzare le grandi scarpe di destra lasciate vuote da Reagan, che la divisione fra i moderati apre sempre - a sinistra come a destra spazi politici ai demagoghi. Ora, Pat Buchanan, il picchiatore che ha impetrato dai Gesuiti del liceo Gonzaga e dell'università di Georgetown l'arte della dialettica e alla scuola di giornalismo della Columbia le tecniche della comunicazione di massa, dovrà dimostrare se è soltanto un personaggio divertente, capace di conquistare il voto dei pompieri volontari e degli autarchici, o se è in grado di moderare 0 suo messaggio e quindi di allargare il suo appeal. Se non Gambiera, resterà un capo corrente, il leader di una minoranza rumorosa e marginale. Se invece attenuerà il suo estremismo confermerà in pieno quello che la democrazia presidenziale americana ha dimostrato da secoli: che le primarie, e dunque tutto il sistema istituzionale sulle quali si basa, non sono una corsa, ma un grande imbuto: si può partire da dove si vuole, dall'estrema destra all'estrema sinistra, ma si arriva in fondo soltanto passando per il centro. Quel centro che oggi è occupato dall'uomo che ieri sera sorrideva più di tutti: Bill Clinton. raccogliere fondi sufficienti per battersi alla pari con gli altri. Per lui comincia la fase critica: o vince uno Stato nei prossimi dieci giorni (punta alla Sud Carolina il 2 marzo) o è quasi sicuramente fuori. E' stato quindi preso come una battuta il suo invito a Dole a ritirarsi, perché ormai lo scontro è tra lui e Buchanan. In realtà, adesso, saranno Dole e Buchanan a cercare di riempire tutta la scena per sbarazzarsi di Alexander. Dole, in particolare, al quale Alexander ruba grosse porzioni di voti moderati, trarrebbe enormi benefici dal suo ritiro. Uno sguardo alla mappa elettorale conforta l'ottimismo di Dole, che farà sicuramente la parte del leone nelle primarie «yankee» del 5 marzo e nel Supermartedì del 12 marzo, quando complessivamente saranno in ballo 570 delegati dei 1990 che costituiranno la base elettorale alla Convention di San Diego. In New Hampshire, in fondo, erano in ballo solo 16 delegati in totale. Ma quanto è avvenuto martedì scorso nelle colline del New England conferma che il partito repubblicano, a due anni dalla grande vittoria parlamentare del '94, è spaccato e in crisi. E, se i grandi elettori del partito non riusciranno a fermare Buchanan, la Convention di San Diego potrebbe anche concludersi in una clamorosa rottura. Paolo Passarmi

Luoghi citati: America, Columbia, New Hampshire, San Diego