Di Pietro: Brescia nega il rito abbreviato

Prima udienza per l'ex pm sull'informatizzazione del Palazzo di giustizia di Milano Prima udienza per l'ex pm sull'informatizzazione del Palazzo di giustizia di Milano Di Pietro: Brescia nega il rito abbrevialo L'ex giudice voleva conoscere subito la sua sorte, oggi seconda udienza bisogna iniziare subito. L'avvocato di Di Pietro chiede allora il rito abbreviato, processo subito, da decidere su due piedi, senza udienze pubbliche, testimoni, interrogatori in aula e tutto chissà quando. Ha fretta Antonio Di Pietro. Vuole sapere subito la sua sorte. Molti dicono perché deve entrare in politica, ma lui non risponde a chi glielo chiede. Sorride e affretta il passo. Tocca ai pm dire allora «no» alla richiesta della difesa. In aula lo spiegano dopo mezz'ora di consulto. Racconta Bonfigli: «E' un processo importante, e poi ci sono deposizioni contraddittorie che meritano il vaglio del Tribunale». E allora si comincia. Tocca al più giovane prendere la parola per ricostruire le accuse. Bonfigli parla in piedi, carte davanti, nodo della cravatta allentato. A Di Pietro (adesso) dà del lei. Dice sempre: «Il dottor Di Pietro qui presente...». Va avanti così per oltre due ore. Fino alla frase finale, rituale ma impensabile un anno fa: «Insisto nella richiesta di rinvio a giudizio per il dottor Antonio Di Pietro». Di Pietro ascolta, succhia il mezzo toscano, prende appunti e guarda il gip, il giovanissimo Spanò da cui potrebbe dipendere molto del suo futuro prossimo. A Bonfigli, dopo, fa un complimento: «Bravo nella sua ricostruzione. E' fatta bene, per sostenere la sua tesi. Quando parlerò io capirà che la sua tesi è sbagliata». Chissà cosa deciderà il giudice Spanò? Lui, per adesso, non si sbilancia. Anche ai giornalisti non svela il suo pensiero. Dice solo: «Se mi sono fatto un'idea? Certo, ma non la dico. Perché non ho accolto la richiesta di riunificazione? Ma qui le cose sono già prontamente decidibili». E poi ride. Sicuro di non aver fatto trapelare nemmeno un'idea di quello che accadrà questa sera, quando deciderà. L'udienza si chiude alle 15. Tutti giurano che è stata tranquilla, ma non è così. Almeno in un momento le voci si sono alzate, tutti in piedi a discutere quel fascio di carte nuovissime, presentate per l'occasione. Di Pietro giura di essersi astenuto dal processo contro Remo Gaspari per le chiese dell'Oltrepò prima di essere andato a Roma, a trattare con l'ex ministro di problemi informatici. C'è una carta, la presenta al gip. Ma non c'è l'originale. Non si trova. Forse non è così fondamentale, ma l'atmosfera è elettrica. Quando Di Pietro esce dall'aula c'è l'assalto dei fotografi. Lui svicola, scende le scale. Una giornalista televisiva lo incalza microfono in pugno. Vuole sapere del suo stato d'animo. Di questa prima volta e di quello che succederà. Gli chiede anche di quella convocazione improvvisa al processo contro Berlusconi. Di Pietro tace e non sorride più. Accelera il passo e a sorpresa sale su un autobus per sfuggire all'accanita intervistatrice. Una sola fermata e poi scende, finalmente libero. Pronto a tornare qui questa mattina, ore 9, per essere interrogato. Fabio Poletti L'ex magistrato Antonio Di Pietro ieri al suo arrivo al Tribunale di Brescia per l'udienza preliminare I sostituti Salamone e Bonfigli hanno chiesto la riunifìcazione di 2 procedimenti e insistito nella richiesta di rinvio a giudizio A lato il pubblico ministero del processo Berlusconi Gherardo Colombo, uno dei sostituti procuratori di Mani pulite; sopra l'avvocato Carlo Taormina

Luoghi citati: Brescia, Milano, Roma