APRI LA GRAMMATICA E FAI UNA SQUADRA DI CALCIO di Stefano Bartezzaghi

Varia Varia Covatta Sesso? Fai da te! 18.000 Ze/ig 100 6 Covatta Pancreas 8.000 Salani 33 2 Greggio Presto che e tardi 27.000 Mondadori 31 // Van II libra dei fatti 1996 14.000 MnKronos 22 f Forattini Va'dove ti porta il rospo 29.000 Mondadori 19 14 UALCHE tempo fa, M WL non molto, è uscito un gR Era libro curioso, e curiofi B so per più di un moti- Bj vo E' una raccolta di fi B so per più di u otiBj vo. E' una raccolta di H articoli giornalisticidi ■ Luciano Bianciardi W m (1922-1971), edita da V W Baldini & Castoldi, che già aveva pubbliHj cato un'eccellente biografia bianciardiana (si dirà?) scritta da Pino Corrias (Vita agra di un anarchico). La prima curiosità della raccolta di articoli è il titolo: Chiese escatollo e nessuno raddoppiò. Cosa vuol dire? In un articolo scritto per l'Unità, esattamente trent'anni or sono (12 febbraio 1956) Bianciardi racconta una sera passata con i suoi amici a parlare della bizantina, nozionistica moda dei quiz, e in particolare di «Lascia o raddoppia?» (la «bongioinite»). Un amico, a proposito ài bizantinismi, chiese: cos'è l'escatollo? Non ebbe risposta (quindi, in ter- LA POSTA IN GIOCO APRI LA GRAMMATICA E FAI UNA SQUADRA DI CALCIO mini quizzaroli, tutti lasciarono, e nessuno raddoppiò: ecco il titolo del libro). Come poi spiegò l'amico, «protocollo, cioè primo rigo, è la formula con cui si inizia una lettera... Escatollo è la formula di chiusura; per esempio: tuo affezionatissimo, oppure suo devoto e così via». E' sempre bello imparare una parola nuova, soprattutto quando conoscevamo già benissimo la cosa ma non pensavamo che avesse un nome preciso (la parte della fibbia della cintura che attraversa il passante; i denti della forchetta; il lembo di stoffa che sta sopra il berretto basco si chia¬ mano, rispettivamente, ardiglione; rebbi; purillo. Sono più curiosi questi nomi, o il mero fatto che quelle tre cose abbiano un nome?). Però Aldo Grasso si è dato la pena di andare a cercare escatollo sui vocabolari, e non l'ha trovato. Ha trovato, piuttosto, escatocollo che come contrario di protocollo pare più logico. Escatollo non c'è. Cosa sarà successo? O Bianciardi, a suo tempo, ricordava imprecisamente, e non ha controllato; o i vocabolari consultati da Grasso sono lacunosi; o magari sull'17nità è uscito escatollo per refuso, e quel refuso è stato oggi promosso a titolo di una raccolta di articoli. Un bel destino, per un errore. Nel 1971, ultimo anno della sua vita, Bianciardi teneva una rubrica di posta sul Guerin Sportivo. Vi parlava di tutto, ma soprattutto di calcio, di letteratura e di anarchia (rubrica spensierata; leggere in Corrias come viceversa se la passava Bianciardi ne¬ gli stessi mesi fa davvero una certa impressione). Un lettore gli chiese se per fare una squadra di calcio «vale di più la pratica o la grammatica». Bianciardi risponde provando «a formare una squadra di calcio ricorrendo alla grammatica, e cioè scegliendo fra ì giocatori solo quelli cui il nome è anche un verbo». Ecco qua: «Rad 3, Cresci, Scala, Cera (cioè "c'era"), Ferrante, Rosato, Sala, Rampanti, Mola, Mazzola, Salvi, Corso (sono dodici! n.d.r). Come secondo portiere potremmo tenerci Pianta. Come numero tredici addirittura Cuccureddu, che secondo il parere di un mio amico latinista è un ablativo assoluto». La trovata di Mazzola (da mazzolare, batter con la mazzuola) mi pare superba. Oggi si può recuperare come allenatore quello stesso Scala che Bianciardi schierava come giocatore. Ma avendo smesso la raccolta di figurine da qualche anno, e non avendo una possente cultu¬ ra specifica, per comporre un'intera squadra mi baso su un solo giornale del lunedì, e ho già qualche grattacapo con i portieri. C'è un Fiori, che vale come verbo se gli mettiamo un accento finale: egli fiorì. Fra i participi, trovo Maltagliati, Rosa, Nunziata e (al presente) Parente. C'è un gerundio, Orlando. I più, sono indicativi presenti di seconda persona: Fresi, Pari, Poggi, Pizzi (io pizzo, tu pizzi, egli pizza: mandare la propria nave contro la banchina, per errore), Pellegrini. C'è un tronco: Fuser (con l'accento sulla U). C'è qualche terza persona: Sala (da salare), Caccia, Branca e un raro Pecchia (Zingarelli, pecchiare: «bere succhiando golosamente come un'ape»). Tra i calembour, come il Cera / C'era di Bianciardi, diciamo subito Vieri (vi eri), e poi Di Chiara (dichiara) e Signori (s'ignori). Il mio preferito, si capisce, è Maccoppi (m'accoppi). L'arbitro non sia troppo decisionista: Nicchi. Mentre cercavo un portiere soddisfacente, ho esamintao il caso del valoroso Taglialatela. Sono dur rerbi, ed entrambi si possono riferire a una fuga: Tagliala (la corda), telai Questo cognome biverbale non è un caso isolato. Il Pecchia di prima si divide in «trasgredisca» e «possiede» (pecchi, à). Poi abbiamo: «agisci / scavi attorno un fossato»: Fa, valli (da vallare). «Agì / rimane»: Fé, sta. «Ubriacarsi / te la spassi»: Ber, godi. «Decedi (desueto) / esistevo»: Mori - ero. «Possiedi / traina un natante»: ài, ala (=Ayala). «Ascende / guarisco»: sai, sano. «Sbaglia (gerga¬ le) / inauguro»: Canna, varo. «Rovini (arcaico) / vale»: Rui (da mere), Costa. «Egli regala, tu regali»: Dona, doni. Per il passato recente, «mi dissoda / regala»: M'ara, dona. Due voci lombarde tornano buone per un ultimo giocatore e per l'allenatore della squadra. Il primo è «desidero / spingo»: Amo, ruso (da rusare, spingere con malagrazia). Il secondo è «cadi/esistevi): Rani, eri [rani, da ranare, cadere). L'arbitro sarà «rosicchio / cavalchi»: Rodo, monti. Le squadre a verbo unico sono pugliesi: tu imbrogli (Bari), egli dà forma (Foggia). Di squadra a doppio verbo ne ho trovata una sola, e anche quella a costo di un espediente: «cattura pesci e dissoda» (Pesc'ara). Scrivete a: Stefano Bartezzagbi, «La posta in gioco», La Stampa - Tuttolibri, via Marenco 32, 10126 Torino. Stefano Bartezzaghi

Luoghi citati: Bari, Foggia, Torino