CARDUCCI LO ODIO' PIACQUE PASCOLI E AL MAESTRO BENITO MUSSOLINI
P P P ENSA al Cuore, al Cuore, al Cuore», scrive Emilio Treves a De Amicis il 28 aprile 1879, quando l'autore ha 33 anni. La prima persona a conoscere il titolo è stata la Regina Margherita, a cui l'autore di Vita militare ne ha parlato l'estate precedente. E l'editore non se lo è lasciato sfuggire. Ma De Amicis nicchia, cerca di resistere: «Fai di tutto meno il Cuore», lo rimprovera Treves - infine, cinque anni dopo, gli dà il libro: che è un altro, Gli amici. Il vero Cuore dovrà attendere il 1886. «Dopo cinque mesi di lavoro ho terminato in questo momento, a mezzanotte, il mio libro per i ragazzi», scrive l'autore a un amico, il 1° giugno. E invece no, non è terminato, ci sono tutti i nomi dei personaggi, da cambiare. Si chiamavano Primi, Tristi, Superbi, Testardi, Legnaioli: diventano i più credibili Derossi, Franti, Nobis, Stardi, Coretti. Il libro esce il 15 ottobre, l'esito è clamoroso. Treves ne mette sul mercato mille copie al giorno, a fine anno ha già battuto ogni record, 41 edizioni, 18 richieste di traduzione. Nel 1890 le edizioni sono sabte a cento, nel 1904 a trecento. Il suc- Edmondo De Amicis cesso provoca le invidie, stimola le contraffazioni. Paolo Mantegazza, nel 1887, gli contrappone un seguito polemico, Testa. Carducci attacca duramente «Edmondo da i languori». Ma c'è chi lo capisce, anche fra gli intellettuali: Fogazzaro, Cena, Pascoli. Il più sensibile alla lezione è un giovane maestro romagnolo, che si trova insegnante a Oneglia mentre De Amicis muore a BorcUghera, nel marzo del 1908, e ne scrive su un foglio socialista ligure. «Allorquando siamo ritornati per un momento alla primavera della nostra vita, la resurrezione di quei giorni attraverso le nostre memorie si è sempre associata a un libro, il Cuore. Anche dopo, De Amicis è rimasto il nostro autore». Quel maestro sconosciuto si chiamava Benito Mussolini. [g. ci
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