Latitante torinese preso in Francia
Sparito da tre anni, era uno dei componenti della «banda della lancia termica» Sparito da tre anni, era uno dei componenti della «banda della lancia termica» Latitante torinese preso in Francia Nel '90, insieme a due complici, rubò oltre un miliardo in una banca di Porto Sant'Elpidio Era uno dei componenti della «banda della lancia termica» che nell'estate del '90 aveva messo a segno una rapina miliardaria nella banca di Porto Sant'Elpidio, in provincia di Ascoli Piceno. Prima era finito in carcere (come i suoi due complici) poi, inseguito da altre condanne, si era nascosto in Francia, dove trascorreva la sua latitanza in compagnia di un altro ricercato. I carabinieri del nucleo operativo di Torino, grazie a lunghe indagini e ad alcune intercettazioni telefoniche, sono risaliti all'alloggio di Mentone in cui sabato, sulla base delle indicazioni partite dal capoluogo piemontese, hanno fatto irruzione gli agenti della polizia giudiziaria di Nizza. In manette sono finiti Raffaele Scarto, 37 anni, corso Moncalieri 273 e Antonio Covalea, 34 anni, domiciliato a Cafasse in via Barello 32. Scartò e Covalea (armato con una pistola P38), quando gli agenti hanno fatto irruzione nell'appartamento di Boulevard Garavan 81, non hanno avuto il tempo di opporre resistenza. Scartò, un volto conosciuto alle forze dell'ordine, aveva fatto perdere le tracce nel marzo del '93, prima di venire arrestato per associazione per delinquere e detenzione di armi: un mitragliatore M12; due pistole calibro 7,65; due 357 Magnum; una calibro 44; un fucile a pompa e altri due a canne mozze, tutte modificate e contraffatte. Deve ancora scontare una condanna a due anni e 9 mesi di carcere, ma i motivi della sua fuga potrebbero essere legati anche ad altre vicende, anteriori al colpo messo a segno a Porto Sant'Elpidio. Nel luglio '87, infatti, minacciò e sequestrò con altre due persone il «socio in affari» Valentino Biasi per una storia di presunti debiti. E proprio perché legato a Biasi, Scartò nell'aprile di sei anni fa dovette dimostrare di essere estraneo al sequestro di Patrizia Tacchella. Poi, sempre nel '90, il colpo miliardario alla Cassa di Risparmio. In tre penetrarono in banca nella notte del 31 agosto. Scesi nel caveau, forzarono 35 cassette di sicurezza portando via contanti e gioielli per oltre un miliardo. Il suo nome ritorna nel '94 per una truffa ai danni di un imprenditore svizzero che pagò con 270 mila franchi veri una valigia contenente un miliardo di lire false. Dunque Scartò aveva più di un motivo per darsi alla latitanza. Antonio Covalea, invece, era ricercato dal luglio '94 per scontare una condanna a 2 anni per traffico di armi e droga. Le troppe telefonate in Italia hanno tradito i due latitanti. E così, la piacevole villeggiatura a Mentone è stata bruscamente interrotta. E adesso si aspetteranno le pratiche burocratiche per l'estradizione. Giacomo Bramardo Era in compagnia di un altro ricercato. Traditi dalle telefonate Raffaele Scartò, il latitante scovato a Mentone dai carabinieri
Persone citate: Antonio Covalea, Biasi, Giacomo Bramardo, Patrizia Tacchella, Raffaele Scarto, Raffaele Scartò, Valentino Biasi
Luoghi citati: Ascoli Piceno, Cafasse, Francia, Italia, Nizza, Porto Sant'elpidio, Torino
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