Negozi la crisi passa dal centro
Sorpresa dai dati del 1995: il numero di chiusure supera quello delle aperture Sorpresa dai dati del 1995: il numero di chiusure supera quello delle aperture Negozi, lo crisi possa dal centro «Aprire una bottega in centro? Troppo rischioso, con quegli affitti da capogiro che ci sono, e poi la gente adesso al sabato se ne va all'ipermercato... Ma chi ce lo fa fare?». Devono aver fatto questo ragionamento tutti quei negozianti che, secondo l'ultima statistica Ascom, sono scomparsi dal cuore della città. Proprio così, perché se è vero che nello «stagno» del commercio torinese il settore più colpito è quello alimentare, balza all'occhio che in centro (dove panetterie e verdurieri sono una specie in via di estinzione) la crisi ha colpito più duro. Il motivo è semplice: mentre in quasi tutti i quartieri cittadini il saldo fra aperture e chiusure risulta negativo soltanto per il settore alimentare, in centro diminuisce anche il numero delle botteghe di altro genere. Ma proviamo a scorrere i dati, partendo da quelli generali di tutta la città: crescono le aperture (più 119), aumentano le chiusure (più 129), dimezzano le volture (meno 1052). Rispetto al 1994 Torino si ritrova orfana di 84 esercizi, mentre si estingue o quasi il fenomeno del «riciclaggio» (il negoziante che cambia zona o genere merceologico pur di rimanere dietro il bancone). Ma in questa statistica il centra, contrariamente a ogni previsione, detiene uno scomodo primato: riesce a totalizzare in un solo anno 39 chiusure contro 15 aperture (nel settore alimentare) e 128 chiusure contro 127 aperture (nel settore extra-alimentare): a sentire gli esperti è la prima volta che si verifica un saldo negativo anche a quest'ultima voce. «Questo segnale può essere letto come una saturazione del mercato - spiega il presidente Giuseppe De Maria - oppure come una perdita di "appeal" da parte della zona centrale. O ancora l'inizio di una tendenza di mercato che vede anche il settore extra-alimentare diminuire progressivamente nel tempo». Che ne pensa invece il presidente dell'associazione via Roma, Alfredo La Penna? «Le statistiche dicono che i negozi del centro sono meno appetibili di un tempo? Forse sì, ma soltanto perché chi li gestisce, oltre a dover fare i conti con la solita crisi, deve affrontare spese di gestione non indifferenti. Qui in via Roma, ad esempio, l'affitto di un micro-negozio può costare 10 milioni il mese». Tira fuori da un cassetto una mappa che la dice lunga sulle difficoltà affrontate da chi pretende una vetrina nella via-salotto: «Guardi qui, in un anno almeno dieci negozi sono stati costretti a chiudere i battenti. Certo, non passa neanche un giorno e ne arriva uno nuovo, la lista di attesa è lunga, e le grandi firme pretendono via Roma. Ma sopravvivere è difficile». Due esempi su tutti: Croff e Benetton. Il primo è stato costretto a emigrare a Le Gru (con una spe¬ sa minore, sostengono i titolari, è garantito un fatturato più alto), il secondo (negozio in franchising) non è stato in grado di coprire il budget annuo richiesto. «Però c'è pure una controtendenza di cui si deve tenere conto - aggiunge La Penna -, un negozio come Massanova presto arriverà in via Roma, e al posto della boutique Maria Cri- stina, che non ha certo chiuso per difficoltà economiche, arriva il pellicciaio Tivioli». Forse via Roma fa un po' eccezione rispetto alle altre vie del centro. Poco più in là, in via Lagrange o via Carlo Alberto, per esempio, i negozianti sostengono di essere più penalizzati. E attribuiscono alla rivoluzione del traffico la responsabi¬ lità dei loro conti in rosso: «Se non altro in via Roma continua la tradizione dello struscio, ma qui nella nostra strada da quando ci hanno tolto i parcheggi e il tram viaggia contromano i clienti sono diminuiti del 30 per cento. Sfido che i commercianti aprono un negozietto a Le Gru». Emanuela Minucci «La colpa? Gli affitti alti e la Ztl Ma le grandi firme non ci lasciano» IL BILANCIO DI UN ANNO QUARTIERE APERTURE CHIUSURE TRASL0CHI CENTR0 - CR0CETTA 142 167 72 S. RITA - MIRAFIORINORD 41 45 12 M. CAMPAGNA - B. VITTORIA 50 69 21 FALCHERA - REGIO PARCO 53 54 24 B0RG0 P0 - SAN SALVARIO 51 43 23 NIZZA - MILLEFONTI 28 44 19 MIRAFIORI SUD 20 16 3 Fonte: Ascom Il calo di esercizi è anche tipico di zone dove la concentrazione di negozi è molto elevata
Persone citate: Alfredo La Penna, Benetton, Croff, Emanuela Minucci, Giuseppe De Maria, La Penna, Tivioli
Luoghi citati: Torino
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