Corioni i giovani me li tengo

Loigueglia, ecco il piccolo Merckx I VIVAI TREMANO Il caso Bosman non disarma il Brescia che ha vinto il «Viareggio» Corioni: i giovani me li tengo «L'Uefa pensa solo a guadagnare e se ne frega dei campionati nazionali» «Siamo vicini al baratro, i governi si preoccupino per il calcio di base» LA rivoluzione nei tesseramenti nel calcio, con l'apertura totale agli stranieri comunitari, la caduta dei parametri e dei vincoli, mette in crisi anche i vivai giovanili. Converrà ancora dedicarvi attenzioni e soldi? Si rischia di perdere senza ritorni economici i giovani migliori, appena affermati? Il Brescia lunedì ha vinto il torneo di Viareggio. Tre dei suoi ragazzi (Baronio, Bono e Tagliani), sono stati premiati fra i migliori. Presidente Corioni, lei avrà speso molto per assicurarsi i suoi giovani. E adesso? «Intanto, ho speso il nummo. Sia chiaro. Sono tutti ragazzi della provincia. No, non ho strappato nessun allievo ad altre società a suon di milioni. La squadra che ha vinto il Viareggio, dandoci tanta soddisfazione, è il frutto di sei anni di lavoro, di ragazzini cresciuti stagione per stagione. Ma il futuro è a rischio, questo sì. Vedremo cosa succede. Di certo il calcio è sprofondato in un clima generale di grande confusione...». Si parla di allungare da tre a cinque anni la durata del primo cartellino dei giovani. Una garanzia, oppure lei già pensa di ridurre d vivaio? «L'allungare il vincolo fra i ragazzi e la società che li lancia è un semplice palliativo, ma è meplio che niente. Se la decisione passerà, la prenderemo come un brodino e poi vedremo. Per ora non rinnego la politica giovanile. Avere una prima squadra con calciatori nati in casa è sempre un so¬ gno. Cinque anni.potrebbero bastare. Io sono un europeista convinto, ma dalla difesa del lavoratore al caos calcistico, ad una rivoluzione che non tiene conto della storia sportiva di ciascun Paese, della tradizione culturale, ne corre». Presidente, l'apertura totale è una norma. Potrebbe non essere una imposizione... «E' una legge vecchia, ripescata dopo anni per minare il calcio alle radici. Qualche grande società pensa alla convenienza spicciola. Ma nell'ambiente pallonaro, fra Paese e Paese ci sono differenze enormi. I governi dovrebbero intervenire, chiedere deroghe. Il nostro dovrebbe pensare al calcio di base e a quello che attraverso i concorsi tiene vivo, via Coni, tutto lo sport». I montepremi aumentano. Ma la gente scommette sognando di risolvere la crisi dei bilanci, più che per tifo. «Può essere vero. Ma da noi il football è anche una emozione, non solo un business. Distruggere la Nazionale, minare le ragioni della passione, ridurre a labili segnali l'amore per una maglia, ridurre le società da 20 miliardi di bilancio al ruolo di peones a fronte di quelle da 200, tutto è un errore clamoroso. Anche i grandi club stiano attenti. C'è un Barcellona con 110 mila soci che potrebbe stoppare tutti». L'Uefa non pensa ai giovani, ignora le problematiche e le situazioni dei singoli Paesi. «Infatti. Pensa solo a guadagnare con i tornei europei. Se ne frega dei campionati nazionali. Le interessano solo le squadre da Coppa. Da presidente, però, ho fiducia nella Lega. Ha lavorato bene negli ultimi anni. I grandi club aprano gli occhi, guardino più avanti e non solo al risultato della prossima stagione. Siamo sull'orlo di un baratro sportivo». Bruno Perucca Il presidente del Brescia Corioni spera che «la Lega ci salvi da questa brutta situazione»

Persone citate: Baronio, Bosman, Bruno Perucca, Corioni, Tagliani

Luoghi citati: Barcellona, Viareggio